lunedì 28 dicembre 2009

SORVOLI AEREI e SICUREZZA: melius abundare quam deficere


Un vecchio comunicato stampa - giugno 2009 - "piomba" sul Messaggero Veneto il giorno 27 dicembre: il problema è ancora attuale, e, nel merito, l'Amministrazione comunale è ancora pericolosamente latitante

Rischio voli, critiche al piano comunale

TURRIACO. Il Comune di Turriaco non ha adottato il piano del rischio sull’utilizzo e la gestione delle aree limitrofe agli aeroporti così come obbligatoriamente previsto dall’articolo 707 del codice della navigazione, aggiornato e modificato dai due decreti legislativi 96 del 2005 e 151 del 2006. Lo afferma il gruppo Italia dei valori di Turriaco che trae la conclusione in base alla risposta scritta, definita “insufficiente”, fornita dal sindaco all’interrogazione del consigliere di Idv, Pierugo Candido. «Trincerandosi dietro l’affermazione che il piano regolatore generale comunale prevederebbe in specie norme più restrittive, il primo cittadino ha tagliato corto sull’argomento» afferma Candido, evidenziando che non è stato chiarito dove siano stati investiti i 12.015 euro percepiti per il 2008 in base alla legge 350 del 2003 che secondo Idv potrebbero essere utilmente “collocati” in contributi ai cittadini che subiscono in modo tangibile il disagio aeroportuale. L’articolo 2 della legge 350, infatti, prevede l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sulle aeromobili. Candido precisa, inoltre, che l’addizionale è pari ad un euro per passeggero imbarcato ed è versata all’entrata del bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione per la parte eccedente 30 milioni di euro in un apposito fondo istituito al ministero dell’interno e ripartito sulla base del rispettivo traffico aeroportuale secondo precisi criteri, tra cui il 20% del totale a favore dei comuni del sedime aeroportuale o con lo stesso confinanti in base a precise percentuali. L’80% è previsto per misure volte alla prevenzione e al contrasto della criminalità e al potenziamento della sicurezza nelle strutture aeroportuali e nelle principali stazioni ferroviarie. «Di un tanto informiamo l’opinione pubblica per le opportune valutazioni, già tradotte per parte nostra in azioni efficaci, per sensibilizzare questa amministrazione comunale, ancora inadempiente, alla massima tutela dei cittadini, iniziando dall’aggiornamento del locale ordinamento urbanistico ai vincoli di legge. L’argomento comunque – conclude Candido – sarà sicuramente dibattuto nel prossimo consiglio comunale, il secondo dall’inizio mandato, di cui s’attende ancora la convocazione».

mercoledì 23 dicembre 2009

Auguri.


A tutta la cittadinanza di Turriaco
porgiamo gli AUGURI
di un Santo Natale e sereno Anno Nuovo.

martedì 22 dicembre 2009

Let is snow! Let is snow! Let is snow!

foto (F.B.) - Domenica 20.12.2009



da "IL MESSAGGERO VENETO" 22.12.2009



L'ARTICOLISTA HA CITATO ERRONEAMENTE SAN PIER D'ISONZO.



Turriaco. Il capogruppo di Idv denuncia la mancanza di una strategia comune nel mandamento

Emergenza neve: «Piano lacunoso»

TURRIACO. «Invece di inutili dispute paracampanilistiche tra municipalità sarebbe forse più utile pensare a servizi alla collettività veramente efficaci ed efficienti. Invece spesso si assiste al contrario. Un caso su tutti? L’assenza di un piano neve su base mandamentale, o quanto meno intermunicipale».
La critica arriva dal capogruppo di Italia dei valori nel consiglio comunale di Turriaco, Pierugo Candido che, riferendosi al recente scambio di opinioni tra Pd turriachese e il circolo Brandl rispetto a una possibile fusione con il comune di San Pier d’Isonzo, chiede maggiore attenzione per questioni più pratiche, quali la nevicata che ha imbiancato il mandamento.
Candido, in particolare, osserva che oramai le stagioni invernali più recenti riservano abbondanti nevicate anche nelle nostre zone e visto che i meteorologi danno la probabilità di questi eventi almeno qualche giorno prima, con un’attendibilità del 99%, «sarebbe opportuno prevedere specifici strumenti locali di intervento preventivo e successivo, e di pronta reperibilità: il collasso emergenziale lascerebbe il posto a quella che viene definita come attenta programmazione. Purtroppo, in queste circostanze, pare manchi una regia a far sì che si evitino pesanti disagi ai cittadini, siano essi pure pedoni o automobilisti: ai primi fiocchi di neve che attecchiscono su strade e marciapiedi segue la paralisi e il caos. Poi si parla di colpa di quello o di quell’altro per chiudere con la frase di rito: non ci son soldi!».
«Eclatante – conclude il capogruppo dell’Italia dei valori – la situazione di Turriaco trasformatasi, a causa di una probabile incuria pubblica, o, a essere buoni, scarsa programmazione pratica – dice –, in un campo di pattinaggio o pista di fondo: con gli attrezzi idonei si poteva attraversare, sciando, l’intero paese. Certo è, che se l’amministrazione comunale, nulla facendo, ha pensato solo a preservare questa spettacolare ambientazione dolomitica, senza curarsi di risolvere i problemi di circolazione e di disagio ai cittadini, ancora molto lontano è il modello che vorrebbe un ente locale sempre attento ai bisogni primari dei cittadini».

domenica 20 dicembre 2009

Let is snow! Let is snow! Let is snow!

foto F.B.
a

IL PICCOLO

ILMESSAGGERO VENETO


COMUNICATO STAMPA


Invece di inutili, e attempate, dispute paracampanilistiche tra municipalità sarebbe forse più utile pensare a servizi alla collettività veramente efficaci ed efficienti. Invece spesso siassiste al contrario. Un caso su tutti? L'assenza di un piano neve su base mandamentale, o quantomeno intermunicipale. Atteso che oramai le stagioni invernali più recenti riservano abbondanti nevicate anche nelle nostre zone, e che i meteo danno la probabilità di questi eventi almeno qualche giorno prima, con un'attendibilità del 99%, sarebbe opportuno prevedere specifici strumenti locali di intervento preventivo e successivo, e di pronta reperibilità: il colasso emergenziale lascerebbe il posto a quella che viene definita attenta programmazione. Purtroppo, in queste circostanze, pare manchi una regia a far sì che si evitino pesanti disagi ai cittadini, siano essi pure pedoni o automobilisti: ai primi fiocchi di neve cheattecchiscono su strade e marciapiedi segue la paralisi e il caos. E via poi a dire che è colpa di quello o di quell'altro per poi chiudere con la frase di rito: non ci son soldi! Eclatante lasituazione di Turriaco - vd. foto del pomeriggio di domenica 20 dicembre - trasformatasi, a causa di una probabile incuria pubblica, o, ad essere buoni, scarsa programmazione pratica, in un campo di pattinaggio o pista di fondo: con gli attrezzi idonei si poteva attraversare, sciando, l'intero paese. Certo è, che se l'amministrazione comunale, nulla facendo, ha pensato solo a preservare questa spettacolare ambientazione dolomitica, che la natura ha eccezionalmente regalato al paese bisiaco, senza curarsi di risolvere i problemi di circolazione e di disagio ai cittadini, ancora molto lontano è il modello che vorrebbe un ente locale sempre attento ai bisogni primari dei cittadini.

sabato 19 dicembre 2009

I soliti campanili? Tra polemiche e provocazioni:prove pratiche de "IL NULLA".



Rassegna stampa sulla "BISIACHEIDE 2009" tratta da IL PICCOLO.


  • IL SEGRETARIO LOCALE CONDIVIDE LA PROPOSTA DEL SANCANZIANESE MININ
Pd di Turriaco: fusione esigenza razionale
De Faveri al circolo Brandl: «Non vedo difficoltà storico-culturali»

TURRIACO Fusione tra San Canzian e Turriaco? La proposta del segretario del Pd di San Canzian, Stefano Minin, non ha trovato molti consensi tra i turriachesi. E se l’iniziativa di Minin risponde a logiche economiche (i tagli agli enti pubblici dovuti alla crisi economica), la risposta dei residenti di Turriaco è basata più che altro su rivalità campanilistiche o diversità storico-culturali. A sostegno della proposta di Minin arriva ora Carla De Faveri, segretario del circolo Pd di Turriaco, secondo la quale, usando i termini dello studio interdisciplinare di Oscar Dell’Oro, la fusione si configura “fra esigenza razionale e resistenza irrazionale”
«Il rilancio del dibattito sulla opportunità di pervenire ad una fusione comunale tra piccole realtà della Bisiacaria - afferma De Faveri - trova la sua origine nella sempre maggiore criticità attraversata proprio dalle amministrazioni locali di più piccola entità, costantemente alle prese con difficoltà di tipo economico dovute a una politica di tagli, acutizzata dalla recessione economica che, se da un lato limita ulteriormente le entrate, dall’altro accresce la domanda di servizi di qualità. Nel processo di efficientamento della pubblica amministrazione i comuni del Monfalconese hanno seguito in questi anni vari percorsi: dalla stagione dei consorzi che ha permesso la realizzazione di servizi fondamentali, al progetto di città mandamento che, evidentemente, non ha dato i frutti sperati». Anche per Carla De Faveri, la proposta di fusione deriva dalla difficoltà che hanno gli amministratori nel contenere la spesa pubblica e la razionalizzazione delle risorse.
«È evidente - sottolinea il segretario Pd di Turriaco - che un passaggio di questo genere deve essere opportunamente valutato e condiviso dai cittadini e che, soprattutto, non va assolutamente recepito quale affossamento dello spirito democratico locale, bensì come strumento per dar vita, con la gradualità necessaria, ad un ente che disponga dei mezzi economici e delle risorse umane idonei a corrispondere ai bisogni della popolazione. Naturalmente il senso di appartenenza a una comunità, che nel caso di Turriaco compirà nel 2010 ben 160 anni di autonomia comunale, è piuttosto forte nei residenti “storici” ma rivalità campanilistiche con i comuni limitrofi sono per lo più limitati ad aspetti folcloristici o sportivi che hanno poco a che spartire con i costi della burocrazia e con i compiti che la politica deve affrontare».
Una stoccata Carla De Faveri la riserva al Circolo Brandl: « Non è certamente solo in termini economici che si deve ragionare, ma appare quanto meno singolare che sia proprio questa associazione a vedere delle diversità storico-culturali tali da poter costituire una oggettiva difficoltà in un eventuale processo di fusione tra due comuni, come se la tanto decantata valorizzazione delle tradizioni bisiache non fosse già un’attestazione di una realtà sovra comunale e come se non fosse proprio compito della cultura lavorare per l’abbattimento delle barriere. Credo, anzi, che proprio quest’ultimo settore, da sempre sacrificato nella ripartizione dei fondi dalle amministrazioni comunali potrebbe per primo trarre vantaggi da una ottimizzazione e condivisione delle risorse». (fe.vi.)

  • «Questione politica l'unione Turriaco-San Canzian»

TURRIACO Pronta risposta del circolo Eugenio Brandl alle dichiarazioni di Carla De Faveri, segretario Pd di Turriaco. De Faveri aveva condiviso la proposta del sancanzianese Minin sulla possibile fusione dei due Comuni. Aggiungendo: non vedo alcuna difficoltà storico-culturale che impedisca l’unione, a differenza invece di quanto ha affermato il Brandl. «A proposito dell’eventuale fusione tra le comunità di Turriaco e San Canzian - afferma ora Elisa Baldo, presidente del Brandl - ricordo che è proprio il nostro Circolo a proporre ormai da quindici anni il Calandario dei paesi bisiachi e che le collaborazioni con le realtà di Pieris, San Canzian e Begliano nello specifico sono sempre state attive e proficue, tanto da averci portati, anche recentemente, a discutere con la Società archeologica Isontina, e nello specifico con il suo presidente, di una necessaria, quanto voluta collaborazione tra le nostre realtà per proposte future». «Mi preme sottolineare - afferma ancora Elisa Baldo - come nella nostra dichiarazione si sia parlato di “lievi differenze” che non precludono affatto un’apertura culturale tra le realtà, per altro già attiva da diversi anni proprio anche tramite la nostra associazione. Non è stato mai affermato che esistono delle diversità storico culturali tali da poter costituire un’oggettiva difficoltà in un eventuale processo di fusione tra i due comuni. Non spetta comunque a noi, associazione apolitica e apartitica, giudicare o stabilire qualcosa, si sta parlando di una questione che non è partita dalla cultura, bensì dalla politica e da logiche economiche e amministrative: a esse vada dunque il compito di portare eventualmente avanti una discussione in merito che dovrà in ogni caso tener conto che il senso di appartenenza alla cultura bisiaca è fatta anche di un sano campanilismo dal quale non si può prescindere».

  • IN BISIACARIA NON È LA POLITICA AD ACCENDERE LE RIVALITÀ
E dove li mettiano i derby calcistici ”del canalòn”?

A separare Pieris e Turriaco c’era una ferrovia (ora bypassata da un sottopasso) e c’è il cimitero. La strada si può fare tranquillamente a piedi, trecento metri o forse qualcosa di più. Quanto basta però a trasformare il dialetto bisiác: strascicato e cantilenoso a Pieris, secco e ”nervoso” a Turriaco. I termini, certo, sono gli stessi ma la parlata è tutt’altra. Entrambi i paesi si contendono la palma di ”cuore” della Bisiacaria. Per molti pierissini doc, dire ”quel al xe de Turiác” significa dargli dell’extracomunitario. Per i turriachesi, quelli di Pieris sono paesani, non hanno nemmeno un sindaco... Difficile davvero pensare che Turriaco possa rinunciare a ciò che distingue un paese, sia pure di duemila anime, da una delle tante ”borgate” che compongono il Comune di San Canzian d’Isonzo. E la politica nonc’entra, sia chiaro, visto che la sinistra la fa da padrona da sempre in Bisiacaria, sia pure con qualche occasionale defezione.
Il muro lo alzano le tradizioni, il dialetto appunto. E il calcio. Qui non ci sono dubbi: la capitale riconosciuta è Pieris che ha dato al calcio nazionale giocatori del calibro di Tortul, Spanghero, Bean. E Capello naturalmente. Ma i derby della Bisiacaria sono la vera rappresentazione della rivalità paesana. Il più acceso è il ”derby del canalòn” tra Begliano e Turriaco. Duecento metri di strada e un canale a dividere due comunità che, in quell’occasione, diventano tifoserie accanite capaci di inventarsi battute che fanno ridere quelle di ”Striscia”. La logica forse potrebbe indurre a rendere scontata l’annessione di Turriaco alla ”grande” San Canzian. Ma andatelo a dire ai turriachesi. (f.m.)


  • «San Canzian e Turriaco, un solo Comune»



di ELISA COLONI SAN CANZIAN Rinunciare a un pizzico della propria identità per risolvere una marea di problemi concreti, dettati dalla crisi economica e dalla costante difficoltà per i piccoli Comuni, sempre più squattrinati, a offrire buoni servizi alla cittadinanza. È questa la filosofia alla base della proposta anti-crisi del Pd di San Canzian d’Isonzo: fondere due Comuni, San Canzian e Turriaco, in un’unica realtà. Un’idea che probabilmente farà strabuzzare gli occhi a più di qualcuno nel mandamento, ma che potrebbe anche incassare il sostegno di qualche amministratore bisiaco. Come si arriverebbe, nella pratica, alla fusione? Semplice: con un referendum popolare, così come avvenuto in altre realtà, come Campolongo e Tapogliano, in Friuli. Il segretario del Pd di San Canzian Stefano Minin spiega: «Siamo di fronte a una crisi economica che impone tagli considerevoli ai trasferimenti agli enti locali. E le ridotte dimensioni delle nostre comunità spesso non permettono quelle economicità di scala e quegli investimenti necessari per garantire prestazioni complesse a favore dei cittadini . Quindi la politica deve pensare a soluzioni originali per continuare a garantiere il medesimo livello di servizio, senza aumentare le tasse». Da qui la proposta: «Progetti come città mandamento non hanno saputo fornire soluzioni adeguate. Io credo, quindi, che si possa immaginare una fusione tra Comuni. L’identità sociale, culturale, linguistica di San Canzian d’Isonzo e Turriaco sono praticamente le stesse. I bambini condivido lo stesso percorso scolastico ed esistono associazioni intercomunali. La politica non deve aver paura di assecondare un processo volto a ridurre i costi amministrativi e della politica. Ovviamente andrebbe apeto un ampio dibattito tra le forze politiche e le comunità. È tempo di pensare al nostro futuro senza pregiudizi e confermare quello spitiro innovativo e di solidarietà che i bisiachi hanno saputo spesso mettere in campo». Ma se dal Pd arriva questo appello all’unità bisiaca per fronteggiare la crisi, cosa ne pensano quella realtà culturali che, il bisiaco, ce l’hanno nel dna? Il Circolo culturale ricreativo don Eugenio Brandl non sbatte la porta in faccia alla proposta, ma avanza qualche dubbio. «I due Comuni sono sì, vicini geograficamente, ma diversi dal punto di vista culturale e storico - spiega l’associazione -. Ci sono eventi e sodalizi comuni, ma di fatto i due paesi hanno ricchissimi universi associativi autonomi. Certo, siamo tutti e due Comuni bisiachi, e con ottimi rapporti su tutti i fronti, ma delle lievi differenze esistono. Pensiamo ad esempio al fatto che San Canzian è una realtà già molto frammentata, con numerose frazioni all’interno; noi, invece, siamo soli e compatti. E poi pensiamo alle radici stori: San Canzian ha subito profondamente gli influssi di Aquileia e della romanità, mentre noi no. La proposta andrebbe sicuramente valutata, ma non sono sicura che ai residenti dei due Comuni l’idea piacerebbe». Sull’argomento, nemmeno sui possibili risvolti culturali e sociali del progetto, non vuole invece esprimersi l’Associazione bisiaca. Il suo presidente Mauro Casasola dribbla i commenti e si limita a dire che «l’associazione è apolitica e non entra nel merito della questione».

venerdì 18 dicembre 2009

L'in house e l'antitrust.



Il disegno di legge del regolamento attuativo del comma 10, art. 23, D.L. n. 112/2008, prevede il controllo dell'Antitrust nella prosecuzione della gestione in house e bandi di gara più concorrenziali possibili.

Il regolamento in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica, attuativo della delega di cui al comma 10, art. 23, D.L. 112/2008, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri in prima lettura, deve essere ora approvato dalla Conferenza Unificata, dal Consiglio di Stato ed infine dalle Commissioni parlamentari. Il provvedimento al momento dispone la richiesta di un parere obbligatorio all'Antitrust per la continuazione della gestione in house in due ipotesi: se il valore economico del servizio supera i 200.000 € o se, a prescindere dal valore economico, il servizio riguardi un'utenza superiore a 50.000 unità. L'Antitrust dovrà verificare che la società in house abbia i bilanci in utile, che reinvesta più dell'80% degli utili nel servizio di cui ha la gestione, applichi una tariffa più bassa di quella esistente sul libero mercato e raggiunga costi medi annui operativi che abbiano una incidenza sulla tariffa applicata che risulti inferiore alla media del settore di riferimento. La società in house, inoltre, nell'affidamento dei contratti sa terzi devono applicare il Codice dei contratti pubblici. Il Ministro Fitto ha sottolineato l'importanza delle norme sull'incompatibilità e sui divieti alla nomina di amministratore delle società di gestione. In merito alle gare, la regola generale sarà l'affidamento con gara cui potranno partecipare anche le società straniere a condizione di reciprocità ed i bandi dovranno favorire la più ampia partecipazione possibile dei concorrenti.

giovedì 17 dicembre 2009

All'acqua serve un'Authority indipendente


da SOLE 24 ORE
Le imprese di gestione del servizio idrico, nei prossimi due anni, dovranno garantire l'accesso a capitali privati per non decadere dal relativo affidamento a seguito della riforma dei servizi pubblici.

Attualmente la regolazione del servizio idrico è debole in quanto le Ato, autorità preposte al controllo dei gestori, sono politicizzate, provenendo le loro nomine ed alcune funzioni direttamente dai livelli politici. E' necessario per rinforzare le inefficienze del servizio il mantenimento delle Ato perché svolgono funzioni fondamentali ma occorre anche un rafforzamento della legislazione nazionale. In particolare tre sono le alternative: estendere al settore idrico le competenze dell'Autorità per l'energia elettrica, rafforzare l'attuale commissione di vigilanza del Ministero dell'Ambiente, creare un'Autorità indipendente di settore. Quest'ultima appare la scelta più auspicabile. L'Authority, infatti, sarebbe più specializzata nella regolazione del monopolio e svolgerebbe un miglior controllo. Il settore idrico, inoltre, ha delle caratteristiche esclusive rispetto agli altri servizi pubblici locali con particolare riferimento agli effetti ambientali e sociali; i cittadini ed i gestori potranno essere tutelati in modo efficace solo da una contestuale maggiore liberalizzazione e da una regolazione indipendente sui due livelli nazionale e locale.

mercoledì 16 dicembre 2009

La comunicazione.

Sig. SINDACO
del Comune di Turriaco

Chiedo se è stata prevista la redazione - con successivo invio alle famiglie in occasione di queste festività - del bollettino comunale.

A me pare di no: spero di sbagliarmi.

Le porgo, come sempre, i miei più cordiali saluti.

Il consigliere comunale
Pier Ugo CANDIDO

Auguri.



AUGURI A TUTTE LE FAMIGLIE DI TURRIACO
E PURE A QUELLE DEI VISITATORI DI QUESTO BLOG.

lunedì 14 dicembre 2009

Politici e ipocriti di palazzo

Politici e ipocriti di palazzo. di Massimo Donadi.


Il volto insanguinato e ferito del premier colpisce come un pugno allo stomaco. E’ il viso di un uomo spaventato, fragile, tremante che, all’improvviso, mostra tutti gli anni che ha. Guardo quel volto e vedo l’uomo, non l’avversario politico, per questo il mio sentimento è di umana pietà. Non ci possono essere ambiguità al riguardo. Episodi di tale violenza devono essere condannati senza se e senza ma. Provo orrore e vergogna per i gruppi di facebook che stanno nascendo in queste ore e che inneggiano all’autore di questo atto violento, un uomo con gravi problemi mentali.Sono attimi convulsi quelli che hanno seguito il ferimento del premier, minuti concitati durante i quali si è temuto il peggio, un attentato dalle proporzioni ben più drammatiche. Poi, a tragedia evitata, inizia il balletto assurdo e ipocrita della politica.Non sono passati neanche venti minuti dall’aggressione al premier che il solito Capezzone detta alle agenzie le sue perle di saggezza: “I seminatori d’odio fanno scuola”. Sappiamo chi sono i seminatori d’odio per Capezzone: Repubblica, Di Pietro ed il Tg3. Sette minuti prima di Capezzone, Di Pietro, intervistato dall’Adnkronos, dice “Io non voglio che ci sia mai violenza ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefreghismo istiga alla violenza”. Tecnicamente, l’agenzia di Capezzone e l’intervista di Di Pietro sono coeve, avvengono in contemporanea, anche se quella di Di Pietro appare nelle agenzie qualche minuto prima. Ma è l’unica voce fuori dal coro dell’ipocrisia, quella di Di Pietro, che scatena il solito inferno. Non quelle di Capezzone che ha già individuato prima della polizia i colpevoli.Quando accadono fatti di tale gravità, si devono necessariamente contestualizzare politicamente e socialmente i fatti, perché solo così facendo si può forse arrivare a capire la verità che si nasconde dietro un gesto sconsiderato. E’ questo quello che, Di Pietro a caldo e Rosy Bindi a freddo, hanno fatto ieri. Hanno espresso umana solidarietà e vicinanza al premier, senza se e senza ma, poi, con l’onestà intellettuale e politica che li caratterizza entrambi, hanno cercato di capire e di comprendere il folle gesto, senza ipocrisia.E la realtà di questo Paese, se si è politici veri e non ipocriti di palazzo, abituati ad andare in piazza e nelle fabbrica, ad ascoltare i problemi delle famiglie e dei lavoratori, è di tensione, allarme e, in molti casi, di disperazione sociale. D’altronde, è da giorni che Di Pietro lo va ripetendo. E si doveva essere ciechi e sordi per non capire. E cosa ha fatto il governo sino ad oggi per contrastare la crisi economica? E’ rimasto a guardare. Chi mentre il Paese va alla deriva, travolto dalla più grave crisi economica di tutti i tempi, ha messo al centro dell’azione di governo, non il lavoro, la scuola, i precari, ma i guai giudiziari del premier?In questo clima difficile e teso la mente di una persona disturbata può trovare conforto ai suoi pensieri più esecrabili e folli. Su questo dovrebbero riflettere i tanti soloni del centrodestra, invece di fare a gara a chi pronuncia la fatwa più dura nei confronti di Di Pietro. E su questo dovrebbe riflette anche Casini che, fino a due giorni fa, invocava “uno schieramento repubblicano a presidio della democrazia”. E Franceschini che, solo due giorni fa, parlava di mettere in piedi una specie di nuovo Comitato di Liberazione nazionale, lasciando entrambi chiaramente intendere che in Italia la democrazia è in pericolo.Cosa è cambiato da due giorni a questa parte? Erano ipocriti allora o sono ipocriti oggi che, per partecipare alla grande gara della solidarietà, fingono di non ricordarsi più quello che hanno detto due giorni fa? Noi siamo coerenti e diciamo, senza mezzi termini, che fino a quando l’agenda del Governo sarà quella di smantellare la giustizia e delegittimare sistematicamente la Corte costituzionale e la presidenza della Repubblica, noi non volteremo la testa dall’altra parte e continueremo a contrastare l’azione di questo Governo con tutte le nostre forze. Ribadiamo, quindi, che la solidarietà verso l’uomo Berlusconi è piena e convinta ma i toni del confronto politico, per quanto ci riguarda, potranno cambiare soltanto quando dall’agenda del Governo spariranno le leggi ad personam e tutte le altre nefandezze che, da un anno, tengono il Paese inchiodato e ci si occuperà, finalmente, dei temi del lavoro, della solidarietà e del rilancio complessivo di un paese sfibrato da 15 anni di berlusconismo.

Violenza, violenti & violentati.


Siamo, e saremo, sempre
contro ogni forma di violenza.


I t a l i a d e i V a l o r i -T u r r i a c o





Gli obbrobi pedonali.


COMUNE di TURRIACO
Al Signor
Sindaco di Turriaco

Il sottoscritto consigliere comunale chiede copia di tutti gli atti endo/esoprocedimentali riguardanti l'intervento, a presunta tutela pedonale, recentemente disposto su via Dante Alighieri. A scanso dei soliti equivoci per "tutti gli atti" s'intende: dall'istruttoria/perizia d'ufficio (impegni di spesa, gare d'appalto etc. etc. compresi) alla delibera di giunta.
L'occasione è gradita per ricordare che giace (i trenta giorni ex lege sono abbondantemente trascorsi) senza risposta la richiesta d'accesso/copia riguardante IRIS SpA come integrata in successiva nota inviataVi; in specie: ultimi bilanci di IRIS SpA, Isogas e IRISacqua; atti della gara d'appalto relativa al rinnovo "parco" veicoli.

Cordiali saluti.

dott.mag. Pier Ugo CANDIDO

sabato 12 dicembre 2009

Un occhio sulla sanità locale. I nostri interventi.


Italia dei Valori Turriaco

Il paese in comune


Gruppi consiliari


Oggetto: Proposta ordine del giorno sul Piano socio-sanitario Regionale per il comparto socio-sanitario Isontino.

  • Considerato che da parte dei cittadini del mandamento monfalconese sono state lamentate forti criticità nell’accesso ad alcuni servizi dell’ospedale di San Polo e in particolare:

- Per l’esecuzione dei prelievi del sangue dove, dal momento della richiesta di prenotazione/registrazione (elimina-code al CUP) al momento del prelievo passano, di norma, due ore o più;

- Per l’accesso al Pronto Soccorso dove, oltre alle lunghe attese tipiche di quasi tutti i servizi regionali, si è registrata la soppressione dell’auto medicalizzata in alcune giornate;

- Per l’accesso al reparto di medicina, che risulta quasi costantemente sovraffollato, con la conseguenza che spesso alcuni pazienti devono essere sistemati come “fuori reparto” presso altri reparti;

- Il Punto Prelievi - che esegue in media 200 prelievi al giorno con picchi anche di 300 -presenta una costante carenza di personale poichè, per una simile mole di attività, dovrebbero essere aperte almeno sei postazioni ma di norma ne sono aperte tre per carenza di personale. La situazione del centro prelievi è speculare a quella del laboratorio: alla luce del blocco del turn over deciso dalla Regione, il laboratorio rischia di dover ridurre drasticamente l’attività e quindi limitare gli accessi ai prelievi poichè sono in fase di pensionamento due dirigenti e il numero dei tecnici è molto scarso tanto che basta una malattia per mettere in crisi l’attività.

- Il Pronto Soccorso vede in media 26000 casi all’anno e serve un bacino di utenza che è superiore ai residenti del distretto poichè, a una forma consistente di trasfertismo tipica delle realtà industriali, vi si somma la presenza del porto e dell’autostrada nonchè l’attrazione esercitata nei confronti dell’altipiano carsico triestino. Inoltre vi è una maggiore complessità di interventi dovuta sia alla presenza della terapia intensiva sia all’accesso di infortuni quantificabili in più di 2500 all’anno. La dotazione del personale del Pronto Soccorso locale non è parametrizzata sulla base dei dati epidemiologici e del bacino di utenza realmente servito ma sulla base della popolazione residente, così medici ed infermieri sono costretti a turni estenuanti per coprire i quali ultimamente è stato soppresso anche il servizio dell’auto medicalizzata.

- Il Reparto di Medicina è costantemente sovraffollato (nonostante la degenza media sia stata portata, nell’ultimo biennio da 7,7 a 6,9 giorni). Questo fenomeno è legato ad un costante incremento dei numeri dei ricoveri ma è acuito dalla difficoltà dovuta alle dimissioni legate alla presenza di una quota significativa di ”casi sociali” che non trovano spazio in strutture territoriali. La Casa di Riposo di Monfalcone conta infatti 135 persone in attesa(di cui circa la metà ospitate in altre strutture) così come l’assistenza domiciliare d’ambito presenta una lista d’attesa, fenomeno al quale ha conribuito il venir meno dei fondi derivanti dalla L.328 e i tagli regionali al fondo per l’autonomia possibile. La Medicina è inoltre costretta ad ospitare coloro che attendono l’ingresso in RSA, anche questa costantemente satura.

La saturazione dei reparti crea a sua volta difficoltà al Pronto Soccorso che si trova nella condizione di occupare i pochi posti di degenza temporanea ivi presenti con pazienti che non trovano accesso diretto nei reparti di destinazione.

- Il non finanziamento per il trasferimento di Medicina Nucleare al S.Giovanni di Dio. Stop alla trombolisi a Gorizia, l’eleminazione delle degenze in anestesia, rianimazione e cardiologia, in entrambi i Nosocomi.

- La risonanza magnetica andrà ad esaurimento, quando l’attuale macchinario smetterà di funzionare, non verrà sostituito.

- E’ previsto l’incremento del Week Hospital, con pazienti mandati a casa nel fine settimana, senza però prevedere un potenziamento dell’assisenza a domicilio.

Alla luce di queste palesi emergenze ed evidenze

Il Consiglio Comunale

si pronuncia

affinché l’assessore regionale alla Sanità valuti lo stato dei servizi del Monfalconese e del Goriziano che presentano carenze di personale sanitario e strutturali non riscontrabili in altre realtà regionali e metta in atto tutte le misure necessarie per porvi rimedio.

Inoltre ritiene

che l’impostazione complessiva del piano sanitario vada modificata perchè carica di effetti negativi per il futuro e per l’ambito territoriale di riferimento.

Il presente ordine del giorno viene inviato altresì al Presidente della Giunta Regionale, ai Consiglieri regionali eletti nella Provincia di Goizia e a tutti i Consiglieri della III^Commissione Consiliare Regionale.

venerdì 11 dicembre 2009

A tutto gas!


Sono state multate 39 imprese di distribuzione e vendita e distrubuzione del gas per aver inviato ai consumatori bollette errate. Le sanzioni superano complessivamente i due milioni di euro. E si tratta solo di una prima parte delle indagini condotte dall'Autorita' per l'energia che ha portato alla luce svariati casi di violazione delle norme sull'applicazione dei coefficienti per la misurazione dei consumi del gas da parte delle famiglie e delle imprese. Le indagini sono state condotte con la collaborazione del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza ed aperte in concomitanza con una indagine aperta dalla procura di Milano per sospette truffe relative ai contatori del gas.

giovedì 10 dicembre 2009

Il circolo CITTA' COMUNE.


L'IDV di Turriaco considera come inopportuna la costituzione del circolo nominativamente detto "CITTA' COMUNE".

Anche, in sintesi, per i suddetti motivi:

1. la città comune non esiste e mai esisterà: non ha alcuna evidenza giuridica e pratica. Monfalcone, Staranzano e Ronchi dei Legionari - è assodato - non potranno mai unirsi. Solo chi non conosce la specificità territoriale del basso isontino può inventarsi, e proporre, una simile forzatura come possibile vacuo contenitore.
2. il nomen è identico a quello di una già nota lista civica monfalconese e quindi getta sicura confusione nell'elettorato, che potrebbe considerare il circolo appendice di detta lista civica o viceversa.
3. perché, per IDV Turriaco, democrazia è partecipazione. Quindi non ci possono essere processi organizzativi interni, discussi ed approvati, senza il coinvolgimento di TUTTI gli iscritti che quindi devono poter partecipare fattivamente alle scelte del partito se previamente informati e documentati.
4. perchè IDV Turriaco riconosce le persone per quello che sono e per l'apporto contributivo all'azione ed ideali del partito: non per le patacche che ognuno porta sulle spalline o per ridicolizzabili processi di autolegittimazione.
5. perchè IDV Turriaco s'ispira nella propria azione allo statuto del partito e ne riconosce i valori e principi fondanti. Critica decisamente ogni forma di arrogante decisione calata dall'alto che nasce da procedure di non condivisione partecipata.
6. perchè IDV Turriaco riconosce le decisioni del Direttivo provinciale, le applica e quindi le rispetta. Il Direttivo aveva deciso all'unanimità di costituire il circolo mandamentale (9 comuni, e ciò aveva un senso) con modalità ben precise. E' incomprensibile ad oggi una virata verso soluzioni che appaiono ampiamente slegate dal territorio e fuori dalle regole di democrazia.

"Ai posteri l'ardua sentenza"


venerdì 4 dicembre 2009

I vizi degli italiani smascherati dagli "ermellini"


I vizi degli italiani smascherati, condannati, e a volte tollerati, dalla Cassazione. Dal dipendente pubblico che timbra il cartellino per poi andare allo stadio all'impiegato che usa impropriamente il telefono aziendale per telefonate private (gettonato anche l'invio di messaggini agli amici) i supremi giudici, negli anni, hanno smascherato tutti i comportamenti negativi del Belpaese che sfociano poi in reato. La Suprema Corte ha bacchettato ma salvato dal licenziamento l'impiegato cafone. Non risparmiate le donne, certamente le piu' rissose stando alle sentenze di piazza Cavour, e piu' inclini ad offendersi sui loro difetti. Anche su questo argomento la Cassazione e' stata tassativa: enfatizzare i difetti delle signore e' ingiuria. Ne sa qualcosa una signora della capitale che, rivolgendosi a Ildegarda piu' in la' negli anni, le ha dato della 'carampana, non piu' in condizioni di seguire una situazione' dato il decadimento senile. In Puglia, per una lite tipicamente femminile, Maria si e' rivolta a Giovanna apostrofandola 'faccia da cavallo'. La signora in questione, sentendosi offesa, si e' rivolta al tribunale e in Cassazione ha avuto soddisfazione dell'ingiuria ricevuta ottenendo un risarcimento di 600 euro. Sempre le donne protagoniste di offese in un condominio fiorentino. 'Uno scio' scio', gallina' e' costata un'ennesima condanna per ingiuria. I vizi piu' eclatanti la Cassazione li ha stanati e condannati soprattutto negli uffici. A partire dall'abuso delle telefonate. Sono fioccate condanne per peculato ai danni di dipendenti della pubblica amministrazione in Sicilia (un amministrativo fece telefonte private per oltre duemila euro), ma anche a Torino, in Piemonte, senza dimenticare l' Abruzzo e le Marche. Graziati solo i dipendenti che si sono limitati a chiamate "sporadiche" e "urgenti". Un'impiegata di un autonoleggio genovese ha pagato con il licenziamento "per giusta causa" l'eccesso di chiamate private. Il signor Lucio O., impiegato al comune di Taurisano, nel leccese, e' stato condannato a sei mesi di reclusione e a 100 euro di multa per truffa, concessi i benefici di legge, per avere fatto timbrare il cartellino ad un collega che certificava la sua presenza in ufficio mentre era allo stadio a vedere una partita. "Il rimprovero -hanno detto gli 'ermellini'- che si muove al dipendente non e' tanto quello di essersi recato durante l'orario di servizio ad assistere ad un incontro di calcio, ma di avere percepito un ingiusto profitto, ricevendo la retribuzione anche in relazione ai tempi in cui si sia assentato, con corrispondente danno del Comune". Altro vizio condannato dai supremi giudici e' quello dei proprietari dei cani che portano a spasso Fido nel parco senza guinzaglio. Beccato sul fatto, un signore di Bologna e' stato multato anche se il cane non aveva aggredito nessuno. Ad ogni buon fine, la Cassazione ha spiegato che "per consentire l'ossigenazione dell'animale non e' indispensabile la frequentazione di un parco pubblico in un'ora in cui e' popolata da altre persone, potendo il proprietario usare l'accortezza di condurlo in luoghi non aperto al pubblico o in appositi recinti per animali, non infrequenti nei parchi pubblici". Non solo vizi bacchettati. Sull'impiegato che fa il 'lumacone' in ufficio con le colleghe, la Cassazione ha deciso di soprassedere. Su un caso accaduto a Ferrara la Suprema Corte ha avuto modo di certificare che toccare le colleghe "senza ebbrezza sessuale" e' "di certo poco raffinato" ma non censurabile in quanto non c'e' intenzione di "soddisfare la propria libido". In condominio, poi, e' tollerata anche qualche piccola offesa se e' trasversale. (fonte Adnkronos)

giovedì 3 dicembre 2009

Sorvoli aerei & c. La nostra opinione.


da Il PICCOLO del 3 dicembre 2009

L’Idv: Turriaco applichi le norme di sicurezza sui sorvoli aerei

TURRIACO L’Italia dei Valori di Turriaco si schiera apertamente contro i sorvoli aerei, problema tornato d’attualità in questi giorni. La posizione dell’Idv rimane sempre la stessa: il partito di Antonio Di Pietro sostiene che, a vari livelli, si stia facendo troppo poco e con poca incisività.
Prova ne è il sorvolo a bassa quota del 23 novembre che ha destato molta preoccupazione nei cittadino. «I turriachesi rabbrividiscono al pensiero che un velivolo possa precipitare sull'abitato, e le vicende dei giorni scorsi di Pisa non fanno che alimentare tale preoccupazione». Lo afferma Pier Ugo Candido, capogruppo dell’ Idv in consiglio comunale.
«Turriaco, come Comune, - afferma Candido - è inadempiente col piano del rischio: quindi è inutile che si metta col naso all'insù a vedere cosa fa questo o quell'altro aeromobile mentre sul suo territorio non applica le norme specificatamente rivolte alla sicurezza dell'abitato e abitanti». Per il consigliere di minoranza resta ancora aperto il problema dell'inquinamento acustico e ambientale di cui nessuno parla.
«Pare si voglia perseguire una logica "dello spezzatino" - sottolinea Candido - : cioè si trattano, senza risolverle, singole tematiche che non vengono messe in collegamento tra loro con l'unico obiettivo di dire, magari in campagna elettorale, che qualcosa s'è fatto, mentre realmente non s'è fatto niente».
L'Italia dei Valori seguirà il problema dei sorvoli che fanno capo all’aeroporto di Ronchi finché non si avranno tangibili azioni e misure di salvaguardia per i cittadini. (el. ba.)