venerdì 28 agosto 2009

Il rinnovamento a Turriaco comincia.....dall'alto.



per gentile concessione di: F.B. photographer

8 settembre.......


Il prossimo 8 settembre alle ore 21.00 probabilmente sarà convocato il consiglio comunale di Turriaco.

Si salvi chi può!

Il Comune di Turriaco non ha adottato il piano del rischio sull'utilizzo e la gestione delle aree limitrofe agli aeroporti così come obbligatoriamente previsto dall'art. 707 del codice della navigazione, aggiornato e modificato dai d.lgs.96/2005 e 151/2006. E' quanto sembra emergere dalle quattro righe di risposta scritta, peraltro insufficientemente resa, dal Sindaco del comune suddetto a precisa interrogazione posta dal nostro consigliere comunale l'8 luglio 2009. Trincerandosi dietro l’affermazione che il piano regolatore generale comunale prevederebbe in specie norme più restrittive, il primo cittadino ha tagliato corto sull’argomento. Inoltre, in merito, non è stato chiarito dove siano stati investiti i 12.015,02 € percepiti per il 2008 ex art.2 comma 11 della L.350/2003 che secondo IdV potrebbero essere utilmente “collocati” in contributi ai cittadini che subiscono in modo tangibile il disagio aeroportuale. L’art. 2 comma 11 della legge 350 del 2003 infatti prevede l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sulle aeromobili. L’addizionale è pari ad 1 euro per passeggero imbarcato ed è versata all’entrata del bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione per la parte eccedente 30 milioni di euro in un apposito fondo istituito presso il Ministero dell’interno e ripartito sulla base del rispettivo traffico aeroportuale secondo i seguenti criteri: a) il 20 per cento del totale a favore dei comuni del sedime aeroportuale o con lo stesso confinanti secondo la media delle seguenti percentuali: percentuale di superficie del territorio comunale inglobata nel recinto aeroportuale sul totale del sedime; percentuale della superficie totale del comune nel limite massimo di 100 chilometri quadrati; b) al fine di pervenire ad efficaci misure di tutela dell’incolumità delle persone e delle strutture, l’80 per cento del totale per il finanziamento di misure volte alla prevenzione e al contrasto della criminalità e al potenziamento della sicurezza nelle strutture aeroportuali e nelle principali stazioni ferroviarie. Di un tanto informiamo l’opinione pubblica per le opportune valutazioni, già tradotte per parte nostra in azioni efficaci, per sensibilizzare questa amministrazione comunale, ancora inadempiente, alla massima tutela dei cittadini, iniziando dall’aggiornamento del locale ordinamento urbanistico ai vincoli di legge. L’argomento comunque sarà sicuramente dibattuto nel prossimo consiglio comunale - il secondo dall’inizio mandato - di cui s’attende ancora la convocazione.

giovedì 27 agosto 2009

for Ted Kennedy.


Friend -- Michelle and I were heartbroken to learn this morning of the death of our dear friend, Senator Ted Kennedy. For nearly five decades, virtually every major piece of legislation to advance the civil rights, health and economic well-being of the American people bore his name and resulted from his efforts. His ideas and ideals are stamped on scores of laws and reflected in millions of lives -- in seniors who know new dignity; in families that know new opportunity; in children who know education's promise; and in all who can pursue their dream in an America that is more equal and more just, including me. In the United States Senate, I can think of no one who engendered greater respect or affection from members of both sides of the aisle. His seriousness of purpose was perpetually matched by humility, warmth and good cheer. He battled passionately on the Senate floor for the causes that he held dear, and yet still maintained warm friendships across party lines. And that's one reason he became not only one of the greatest senators of our time, but one of the most accomplished Americans ever to serve our democracy. I personally valued his wise counsel in the Senate, where, regardless of the swirl of events, he always had time for a new colleague. I cherished his confidence and momentous support in my race for the Presidency. And even as he waged a valiant struggle with a mortal illness, I've benefited as President from his encouragement and wisdom. His fight gave us the opportunity we were denied when his brothers John and Robert were taken from us: the blessing of time to say thank you and goodbye. The outpouring of love, gratitude and fond memories to which we've all borne witness is a testament to the way this singular figure in American history touched so many lives. For America, he was a defender of a dream. For his family, he was a guardian. Our hearts and prayers go out to them today -- to his wonderful wife, Vicki, his children Ted Jr., Patrick and Kara, his grandchildren and his extended family. Today, our country mourns. We say goodbye to a friend and a true leader who challenged us all to live out our noblest values. And we give thanks for his memory, which inspires us still. Sincerely, President Barack Obama

mercoledì 26 agosto 2009

E' trasparenza?


Al SINDACO
del Comune di Turriaco


L'esercizio del diritto dei consiglieri comunali di ottenere tutte le informazioni utili all'espletamento del loro mandato non richiede un'istanza scritta.


In tal senso si è espressa più volte la giurisprudenza (*), la quale ha affermato che al diritto di accesso spettante ai consiglieri comunali non possono essere applicati i limiti previsti dall'ordinario diritto di accesso previsto dalla L. 241/1990 , in particolare quello relativo alla riservatezza dei terzi.Infatti, il diritto previsto a favore dei consiglieri comunali è finalizzato a consentire la valutazione della correttezza ed efficacia dell'operato dell'amministrazione comunale: pertanto, per il suo esercizio è sufficiente una richiesta verbale con le indicazioni necessarie alla individuazione delle informazioni richieste, a prescindere dalla specificazione degli estremi dell'atto.



Ciò posto, per favorire una "snella" partecipazione amministrativa, si chiede un'oculata applicazione dei principi sottesi alle pronunce giudiziali de quo, che ampiamente superano ataviche formalità e riti legati all'accesso agli atti, consentendo, quindi, quelle richieste di specie, da parte dei consiglieri comunali, che giungono all'Ente - per esempio - anche via e-mail.

Distinti saluti.

Gruppo consiliare Italia dei Valori - Di Pietro

(*) Tar Piemonte, sentenza n. 2128/2009 ; Consiglio di Stato, sentenza n. 5264/2007

martedì 25 agosto 2009

Signor Veltroni, ex riformista.....


di Antonio Di Pietro.

“La colpa dei mali del Paese non è tutta di Silvio..”. Bravo Veltroni, e fin qui ci siamo, ma l’accenno di buonsenso sciama nel prosieguo: “..ma anche di dirigenti del Pd e di Di Pietro”. Mi aspettavo ci mettesse anche Grillo, nel suo ultimo colpo di coda, l’ex-Veltroni riformista. Ed invece no: Beppe è stato graziato dallo scaricabarile.

Signor Veltroni, il governo Silvio Berlusconi IV esiste grazie alla sua stretta di mano privata in odor d’inciucio a cui seguì la caduta del governo Prodi; è passato, prima del suo sacrifico, per i governi D’Alema, che non hanno mai messo in discussione il gigantesco conflitto di interessi dell’attuale Premier; è stato coltivato da una ingenua logica possibilista confusa con il dialogo politico, goffamente predicato con l’etichetta del suo riformismo e boicottato dai suoi stessi colleghi di partito.

Purtroppo il governo Berlusconi esiste, ed esisterà, perché il sistema d’informazione italiano si ostina a propagandare o quest'uomo o un’alternativa a quest’uomo inesistente, dilaniata da bassezze e guerre intestine, incapace di offrire una visione del futuro, che nicchia una volta verso Cuffaro e l’altra verso Galan.

Signor Veltroni, ex-riformista, chiuda gli occhi ed immagini un Parlamento senza Italia dei Valori: non vede anche lei un unico grande partitone, in contrapposizione sì, ma armoniosa, che ora si bacchetta, ora si lusinga in un immobilismo che dura già da cinquant’anni e ne durerà altrettanti?
Io sì, lo vedo, e tutti i giorni vorrei un Paese diverso, senza gli illusi e collusi di quel partitone.

Ed ero convinto lo vedesse anche lei quando ci accordammo in vista delle elezioni, perché ricordo bene che, in presenza dei rispettivi testimoni, le sottolineai che Italia dei Valori avrebbe condotto un’opposizione decisa e severa contro eventuali porcate degli avversari. Anche lei, signor Veltroni, quando era riformista, fu d’accordo su questa posizione, ed in virtù della comune visione accettammo di unirci in coalizione.

Gli avversari mantennero le aspettative tuffandosi da subito nell'officina delle leggi porcata; Italia dei Valori mantenne la parola di fare opposizione, che divenne l’unica; lei fece la parte dell’agnello sacrificale.

lunedì 24 agosto 2009

Trasparenza I: altro elenco delibere.

GIUNTA COMUNALE DEL 12.08.2009



N.66 PRELEVAMENTO DAL FONDO DI RISERVA



N.67 PATROCINIO ANPI GIOVANI MOSTRA RESISTENZA “IL POPOLO DELLA LIBERAZIONE”



N.68 APPROVAZIONE PERIZIA VARIANTE N.1 LAVORI SISTEMAZIONE VIARIA DI VICOLO DEL FANTE 2° E 3° STRALCIO ACCORPATI.


Traparenza: il primo elenco di deliberazioni giuntali.


Deliberazioni della Giunta Comunale di TURRIACO

Giugno – Luglio 2009

N. 53 dd. 22.06.2009

Approvazione relazione tecnica per l’intervento di risanamento del manto di copertura della scuola dell’infanzia ed autorizzazione al Sindaco per la richiesta di contributo

N. 54 dd. 22.06.2009

Patrocinio all'Associazione Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi di Turriaco per il corso "English Alive" e concessione gratuita dei locali scolastici

N. 55 dd. 01.07.2009

Approvazione della proposta di linee programmatiche e di mandato da presentare al Consiglio Comunale

N. 56 dd. 01.07.2009

Contributo economico assistenziale

N. 57 dd. 01.07.2009

Adesione al Protocollo d'intesa per l'attuazione di un piano locale di formazione permanente

N. 58 dd. 15.07.2009

Variazione di bilancio di previsione 2009. Provv. n. 2

N. 59 dd. 15.07.2009

Modifica piano assegnazione risorse anno 2009

N. 60 dd. 15.07.2009

Approvazione schema di convenzione S.I.A.L. per il periodo 2009-2013

N. 61 dd. 15.07.2009

Integrazione fondi di cui alla L. 431/98 relativi ai contributi a sostegno delle locazioni e presentazione della domanda di contributo

N. 62 dd. 15.07.2009

Assegnazione di un contributo economico al Circolo Brandl di Turriaco per l'organizzazione del campo estivo "Armando Tomasin" 2009 a Bieno (TN)

N. 63 dd. 15.07.2009

Rinnovo del protocollo d'intesa con la Provincia di Gorizia relativo alla manifestazione "Nei suoni dei luoghi" per il triennio 2009-2011

N. 64 dd. 15.07.2009

Affidamento all'Associazione Libera Espressione Musicale di Turriaco dell'organizzazione del festivl "Musiche di Sconfine-Squarci Rock" 2009

N. 65 dd. 15.07.2009

Approvazione accordo quadro sulla sede della polizia municipale e la videosorveglianza

giovedì 13 agosto 2009

mercoledì 12 agosto 2009

Accade ad Agosto.




dal Messaggero Veneto 12 agosto 2009
Turriaco: «Su Iris i Comuni devono esercitare un maggior controllo»


TURRIACO. «Leggendo gli atti costitutivi delle varie aziende consorziate che negli anni sono confluite in Iris Spa, viene subito all’occhio il principio base per cui, per la natura sociale dell’ente, ogni utile ricavato nella gestione sarebbe dovuto essere utilizzato per opere di pubblica utilità. In parole povere, ogni guadagno sarebbe dovuto essere reinvestito in asili, scuole, parchi, giardini, fognature, strade, marciapiedi e altre opere di utilità sociale. Va da sé, quindi, che anche oggi la natura di Iris Spa, che rappresenta la summa attualizzata delle vecchie aziende consortili, dovrebbe essere quella di un patrimonio pubblico, che investe, nel sociale e per il sociale, i propri utili. Inoltre, essendo appunto un’azienda pubblica, ogni decisione sul futuro di questa dovrebbe essere assunta dai consigli comunali, che poi altro non rappresentano che i cittadini, esercitando indirizzo e controllo sulla suddetta propria partecipata». In merito al futuro e alla realtà di Iris, interviene il consigliere comunale di Turriaco di Italia dei valori, Pier Ugo Candido, che, come già durante la campagna elettorale, segnala l’esigenza di un maggior controllo degli azionisti, cioè i Comuni, su Iris in quanto spesso le vicende aziendali risultavano avulse da un contesto istituzionale e amministrativo con decisioni assunte senza sentire i Comuni e i consigli comunali. «In questi giorni l’occasione per riaffermare questi principii assoluti e imprescindibili sono l’apparente “svendita” e la privatizzazione del settore energia di Iris, attraverso la messa a gara europea di Iris – Isogas concorrendo con alta probabilità – dice Candido – a consegnare servizi pubblici essenziali come il gas e l’energia elettrica in provincia di Gorizia a multinazionali, con intero capitale privato e per di più anche straniere. Vanno quindi sensibilizzati tutti i consigli comunali isontini affinché le decisioni su Iris – sollecita – vengano riportate nell’alveo istituzionale».

venerdì 7 agosto 2009

Cambio della guardia.


Avvicendamento al vertice della struttura organizzativa del Comune di Turriaco. Al dott. Giuseppe Manto, segretario comunale, è seguita, dal 5 agosto 2009, la dott.ssa Maria Grazia De Rosa. Al dott. Manto va il ringraziamento, del gruppo consiliare dell'Italia dei Valori, per il lavoro svolto nella nostra municipalità. Alla dott.ssa De Rosa vanno gli auguri di altrettanto buon operato.

A sostegno delle forze dell'ordine. Intervento alla Camera dei Deputati.


Atto Camera

Ordine del Giorno 9/2561-A/142 presentato da GIOVANNI PALADINI (IdV)

La Camera,
premesso che:

all'articolo 24, commi 74 e 75, del provvedimento in esame, si autorizza la proroga del piano di impiego delle Forze armate nel controllo del territorio in concorso con le Forze di polizia. Il piano di impiego può essere prorogato per due ulteriori semestri incrementando l'attuale contingente di 3000 militari di ulteriori 1250 unità, interamente destinate a servizi di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alla Forze di polizia;
il Governo spesso è intervenuto con provvedimenti specifici in alcuni casi particolarmente pubblicizzati proprio sulla questione sicurezza e sono state prese iniziative che hanno suscitato non poche perplessità, anche a livello europeo;
anche il Presidente della Repubblica nell'atto di promulgare la legge sulla sicurezza, ha espresso non poche perplessità e preoccupazioni sull'istituzione di «associazioni tra cittadini per segnalare alle forze di polizia anche locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio», ne ha sollecitato la definizione di limiti e compiti e ed ha espresso anche rilievi sull'uso dello spray al peperoncino a scopo di autodifesa, anche eccependo che l'uso di tale spray da parte dei componenti di tali associazioni confligge con la disposizione che vorrebbe tali associazioni formate da «cittadini non armati»;
resta fondamentale garantire il potere dissuasivo della legge, mantenere la certezza comune secondo cui chi infrange la legge è destinato ad assumersene le responsabilità, per questo è fondamentale investire su quei comparti che garantiscono quotidianamente con il loro lavoro la sicurezza dei nostri concittadini; è necessario investire su quelle professionalità che a rischio spesso della propria incolumità e della propria vita si impegnano a garantire la sicurezza delle nostre città e dei nostri paesi; verso questi uomini e donne abbiamo tutti un debito di riconoscenza morale;
la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza, e con loro tutte le forze dell'ordine, sono corpi formati da uomini e donne capaci, impegnati tutti i giorni sul territorio e a loro dobbiamo rispetto, non è accettabile mortificarli, non si può ricorrere a continui richiami retorici, servono interventi seri che dimostrino concretamente l'impegno ed il sostegno delle istituzioni nei loro confronti, servono investimenti concreti, non i richiami all'istituzione di fondi generici;
le misure economiche prese nei confronti delle forze dell'ordine e della sicurezza pubblica dal Governo comportano tagli per i prossimi tre anni per quasi tre miliardi di euro, prevedendo al contempo l'istituzione di fondi di carattere troppo generico;
tale situazione è aggravata dai tagli disposti al personale che si trova ad affrontare nuove e delicatissime funzioni nella gestione dell'ordine pubblico, senza avere né le risorse economiche necessarie a coprire i nuovi e ulteriori compiti loro attribuiti, né le risorse umane atte a garantire un'efficace copertura delle nuove funzioni;
la criminalità organizzata, problema gravissimo del nostro Paese, non si combatte certamente smantellando le forze dell'ordine sul territorio e finanziando le ronde;
da una parte si varano provvedimenti specifici sulla sicurezza, dall'altra contemporaneamente si tagliano i fondi alle forze dell'ordine;
i tagli finora attuati hanno già portato alla diminuzione di 40 mila unità nell'organico complessivo di forze dell'ordine e difesa, ci sono problemi gravi per la manutenzione dei mezzi per l'acquisto della benzina, nonché per l'acquisto delle divise ed anche dei giubbotti antiproiettile;
si evidenzia come le riduzioni paiano aver colpito con particolare gravità anche il settore dei consumi intermedi, entro cui ricadono voci critiche, come quelle della formazione e dell'addestramento del personale militare, nonché la manutenzione dei sistemi d'arma, con effetti a medio e lungo termine sulle capacità e la sicurezza del personale in missione non difficili da immaginare,

impegna il Governo:

ad intervenire in tempi rapidi per delineare interventi concreti ed efficaci a sostegno delle forze dell'ordine delineando un piano organico di misure volte al potenziamento di uomini e strutture, indicando in maniera chiara le risorse economiche da mettere a disposizione delle forze dell'ordine;
ad adottare gli opportuni provvedimenti finalizzati allo stanziamento di maggiori risorse per le forze dell'ordine, con particolare riguardo ai fondi per la manutenzione auto e alle indennità, nonché all'assunzione di ulteriore personale;
a rimodulare anche il settore degli investimenti, garantendo l'obiettivo del mantenimento delle attuali capacità operative, ritenute irrinunciabili per far fronte efficacemente alle crescenti e sempre più diversificate esigenze di presenza internazionale dell'Italia anche in funzione della sicurezza del nostro Paese.
9/2561-A/142. Paladini.

giovedì 6 agosto 2009

IRIS SpA story......

da: Il Piccolo - Monfalcone

TURRIACO. TIMORI ANCHE PER L’OCCUPAZIONE

Dall’Idv no alla vendita a privati del ramo energia di Iris spa

Critico il consigliere comunale di Turriaco del gruppo Italia dei Valori, Pier Ugo Candido sulle attuali vicende di Iris.
«Leggendo gli atti costitutivi delle varie aziende consorziate (Ciag, Cisar, Cafo eccetera), che poi negli anni sono confluite in Iris spa, viene subito all’occhio il principio base per cui, per la natura sociale dell’ente, ogni utile ricavato nella gestione doveva essere utilizzato per opere di pubblica utilità», afferma Candido che sostiene che, quindi ogni guadagno doveva essere reinvestito in asili, scuole, parchi, giardini, fognature, strade, marciapiedi e altre opere di utilità sociale.
«Va da sé quindi che anche oggi la natura di Iris spa, che rappresenta la summa attualizzata delle vecchie aziende consortili, dovrebbe essere quella di un patrimonio pubblico».
Candido Lamenta inoltre il fatto che, essendo un’azienda pubblica, ogni decisione sul sui futuro dovrebbe essere assunta dai consigli comunali esercitando indirizzo e controllo sulla suddetta propria partecipata».
Il consigliere comunale dell’Italia dei valori sottolinea come, già durante la campagna elettorale, aveva segnalato l’esigenza di un maggiore controllo degli azionisti, cioè i comuni, su Iris spa in quanto spesso le vicende aziendali risultavano avulse da un contesto istituzionale e amministrativo con decisioni assunte senza sentire i Comuni.
«In questi giorni – prosegue il consigliere dell’Idv - l’occasione per riaffermare questi principi assoluti e imprescindibili sono l’apparente “svendita” e la privatizzazione del settore energia di Iris, attraverso la messa a gara europea di Iris–Isogas concorrendo con alta probabilità a consegnare dei servizi pubblici essenziali come il gas e l’energia elettrica in provincia di Gorizia, a delle multinazionali, con intero capitale privato e per di più anche straniere».
Candido manifesta preoccupazione per il livello occupazionale che potrebbe derivare da questa possibile azione di mercato e per l’abbassamento della qualità del servizio pubblico.
«Vanno quindi sensibilizzati tutti i consigli comunali isontini - conclude - affinché le decisioni su Iris vengano riportate nell’alveo istituzionale, il Consiglio comunale appunto, garantendo sempre lo spirito di investimento sociale che inizialmente ha mosso la nascita di quest’azienda-servizi e garantendo al contempo gli attuali livelli occupazionali in caso di operazioni di vendita di rami d’azienda o riconversioni commerciali».
Elisa Baldo

mercoledì 5 agosto 2009

C'eravamo tanto amati.


dal Espresso on line
Paolo Guzzanti, parlamentare del centrodestra eletto con il Pdl e poi passato al Pli, prima in un post e poi in risposta a un commento sul suo blog apre un nuovo capitolo sugli scandali sessuali di Berlusconi. Oltre a specificare di essere «tra quelli che pensano e anzi sanno che davvero tutto è politico, che la vita privata di una persona pubblica è pubblica e che si risponde di tutto», Guzzanti scrive di aver lasciato Berlusconi anche «per il suo atteggiamento puttaniero di disprezzo per le donne, tutte le donne, essendo un gran porco e una persona che ha corrotto la femminilità italiana schiudendo carriere impensabili a ragazze carine che hanno imparato solo quanto sia importante darla alla persona giusta al momento giusto, sollecitate in questo anche dalle madri, quando necessario. Quest'uomo ai miei occhi corrompe la gioventù e mina le basi della società minando il rispetto nei confronti della donna». Continua l'onorevole: «Ciò è avvenuto (l'abbandono del Pdl da parte di Guzzanti, ndr) in concomitanza delle voci, che io ho potuto verificare come purtroppo attendibili (non prove, ovviamente, altrimenti le avrei presentate io), secondo cui un famoso direttore ha mostrato e fatto leggere a un numero imprecisato di persone (deputati e deputate di Forza Italia per lo più) i verbali che tutti i direttori di giornale hanno, ma che avrebbero deciso di non usare su sollecitazione del Presidente Napolitano. Si tratta di trascrizioni da intercettazioni avvenute nell?ambito dell?inchiesta di Napoli e poi fatte distruggere da Roma, in cui persone che ora ricoprono cariche altissime si raccontano fra di loro cose terribili che la decenza e la carità di patria mi proibiscono di scrivere, anche se purtroppo sono sulla bocca di coloro che hanno letto i verbali. Io ne conosco almeno tre. Dunque io non ho molti dubbi su quato è accaduto ed accade». Poco oltre, in risposta a un lettore che gli chiedeva ulteriori chiarimenti, Guzzanti va oltre: «Io dico, e lo confermo, che le cose che mi sono state raccontate da più fonti (e io sono uno dei mille e più di mille raggiunto dai dettagliati resoconti di chi ha letto) sono assolutamente disgustose: rapporti anali non graditi, ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino, discussioni sul prossimo set, consigli fra donne su come abbreviare i tormenti di una permanenza orizzontale pagata come pedaggio. I dettagli sono centinaia e non sono io che li nascondo, perché io sono soltanto uno cui alcuni lettori dei verbali (persone serissime, uomini e donne, tutti della stessa area di centro destra) hanno raccontato ciò che hanno letto, ovviamente con una massiccia concordanza dei dettagli stessi. Il giorno in cui un magistrato, lette queste mie parole, volesse interrogarmi per sapere da chi ho avuto queste relazioni e chi fosse il giornalista che ha fornito il materiale in lettura, farei il mio dovere e farei i nomi».

L'oltretomba....


"Il ministro per i Beni culturali e' a conoscenza del fatto che nella villa La Certosa, la residenza sulla costa sarda di proprieta' del presidente del Consiglio Berlusconi, sono state ritrovate una trentina di tombe fenicie? E se ne e' a conoscenza, da quanto tempo lo sa?". Queste ed altre domande sono state rivolte sia al ministro della Cultura sia al capo del governo con un'interrogazione firmata dal vicepresidente del gruppo Idv del Senato Fabio Giambrone.

lunedì 3 agosto 2009

Pd e dintorni: riflessioni di mezz'estate.



IL PARTITO CHE NON C'E' di Edmondo Berselli -L'Espresso.
Un equivoco incombe sul Pd e può soffocarlo. L'equivoco si iscrive nella parola 'partito'. Perché se lo scopo principale della dirigenza democratica consiste nell'articolare le strutture di una forza politica tradizionale, la parabola del Pd si è già interrotta.

Non si fa un partito compatto con il vuoto intorno. Non serve a nulla cercare il 'terzo uomo', o donna che sia, fra scelte coatte e lotte personali che risalgono alla Fgci. Serve a poco la caccia al giovane, soprattutto se i giovani sono inclini al populismo vernacolare di Matteo Renzi o politichine miracolate dalle circostanze come Debora Serracchiani (molti di loro, i cosiddetti 'piombini', sembrano 'giovani' specializzati nel fare 'il giovane' come in un film di Nanni Moretti).

Nonostante le rassicurazioni di Franceschini, e qualche salvataggio in corner alle amministrative, il Pd è un progetto pericolante. In primo luogo perché non ha ancora trovato la sua leadership. Secondariamente perché non è riuscito a declinare una cultura e a individuare un insediamento sociale e politico coerente ed espansivo.

Quanto al primo punto, classe dirigente e leadership, le implicazioni sono evidenti. I due principali candidati alla segreteria, Franceschini e Bersani, rappresentano esattamente ciò che sono: il primo, un frammento di cultura cattolica di cui è arduo individuare i confini, ma di cui si vedono facilmente i limiti (definiti da una posizione cristiano-sociale scarsamente orientata all'azione di governo).

Per ciò che riguarda Bersani, gli si può dare atto di una buona volontà nel colorare il compromesso socialdemocratico all'emiliana con la tradizione solidarista del mondo cattolico. Tuttavia, nonostante il sostanziale sostegno di Romano Prodi, quello di Bersani resta un progetto fin troppo tradizionale, difficilmente in grado di schiodare coalizioni di interessi finiti sotto la sigla berlusconiana.


La tentazione meno brillante, per il Pd, consisterebbe nel cercare soluzioni personaliste in assenza di personalità vere. Tanto per dire, si può giurare sulla capacità di amministratore di un uomo come Sergio Chiamparino. Ma nessuno può scommettere sulla sua qualità politica in senso lato. Sotto questa luce il 'Chiampa' vale, per capirci, Piero Fassino. Provata capacità professionale su una base migliorista.

Pensare allora di quadrare il cerchio di un congresso con l'invenzione di una leadership, o piuttosto di una candidatura, significa perdere di vista l'obiettivo di fondo. Che per il Pd consiste ancora nella costruzione di un movimento, proprio così, di un movimento politico, sociale e d'opinione, ben prima che di un partito strutturato.

Non ce l'ha fatta Veltroni, a confezionare questo post-partito, anche se il Lingotto era sembrato il romanzo di formazione, e di fondazione, di un movimento originale. Ma non c'è in gioco soltanto il 'Bildungsroman' della sinistra moderna, nei prossimi quattro mesi. C'è in ballo la chance di un'alternativa culturale al berlusconismo: ma per crearla occorre scappare fuori dal circuito dell'ovvio. E soprattutto dall'idea che il Pd sia già fatto e occorra soltanto sistemare le poltroncine.

No, al momento il Pd non esiste. Per farlo nascere non bisogna pensare a un partito, ma a una cultura. Ci vuole, e non sembri una bestemmia politica, la fantasia e la capacità di fare una Forza Italia di sinistra. Un non partito, certo. Uno strumento laico, secolarizzato, versatile, per lasciare al passato gli ideologismi della memoria politica. E con l'idea, finalmente, di passare all'attacco della destra, senza inibizioni, senza condizionamenti.

Succederà a Turriaco.

Mafia!


di Luigi DE MAGISTRIS.

Il fatto di aver espletato per circa quindici anni le funzioni di Pubblico Ministero in territori caratterizzati da una radicata e forte presenza della criminalità organizzata mi pone come osservatore privilegiato tanto da poter giungere alla conclusione che solo una parte dello Stato intende effettivamente lottare contro le mafie.

La mafia, dopo la stagione delle stragi politico-mafiose degli anni 1992-1993, ha deciso di adottare la strategia politico-criminale tipica della ’ndrangheta, ossia quella di evitare il conflitto armato con esponenti delle Istituzioni e di penetrare, invece, in modo capillare, nel tessuto economico-finanziario ed in quello politico-istituzionale.

L’infiltrazione nell’economia e nella finanza è talmente diffusa in tutto il territorio nazionale che le mafie contribuiscono ormai, in buona parte, al prodotto interno lordo del nostro Paese tanto da far sì che non si possa più distinguere tra economia legale ed economia illegale. Le mafie hanno enormi capitali da investire che rappresentano il provento della gestione del traffico internazionale di droga. Il riciclaggio avviene nel settore immobiliare, nelle finanziarie, nelle banche, nell’edilizia, nel commercio all’ingrosso ed al minuto, nelle società di calcio, nelle società che si occupano di ambiente, nella sanità, nei lavori pubblici; insomma, dove c’è denaro, dove c’è business, le mafie sono interessate.

E quando si controllano, illegalmente, settori nevralgici dell’economia nessun cittadino può dire che si tratta di problematiche a lui estranee, che non lo riguardano direttamente: difatti, se la criminalità organizzata controlla parte del ciclo dell’edilizia si comprende perché gli edifici si frantumano alla prima scossa di terremoto; se la criminalità organizzata gestisce i traffici di rifiuti tossico-nocivi si capisce perché in Italia c’è un’emergenza ambientale e sanitaria senza uguali nell’Unione Europea. La mafia, quindi, non è un problema solo di alcune regioni del Paese, non è un fatto per addetti ai lavori. E’ un’emergenza nazionale: criminale, politica, economica, sociale e culturale.

Attraverso, poi, la gestione illegale della spesa pubblica, il controllo dei finanziamenti pubblici (anche dell’Unione Europea), le mafie, in questi ultimi 17 anni in particolar modo, sono penetrate, in modo articolato e pervasivo, nella politica e nelle Istituzioni. Quando si riesce a controllare parte significativa della spesa pubblica - e mi riferisco soprattutto, in questo caso, alle regioni del Sud Italia, ma non solo - si condizionano appalti e sub-appalti in tutti i settori (ambiente, sanità, infrastrutture, informatica, formazione professionale, ecc.), si decide a chi affidare opere e lavori, quali progetti debbono essere approvati, si condiziona il mercato del lavoro decidendo insieme - criminalità organizzata, politica ed imprenditoria collusa - quali persone assumere ed alla fine si condiziona pesantemente la democrazia attraverso il voto di scambio che trova linfa con il vincolo delle appartenenze.

È nella gestione illegale della spesa pubblica, soprattutto attraverso la creazione di una miriade di società miste pubblico-private, che si realizzano anche le nuove forme di corruzione: non ci sono più, infatti, le valigette dei tempi di Chiesa e Poggiolini, ma le consulenze, i progetti, i posti nelle compagini delle società miste, le assunzioni, gli incarichi. E’ anche qui che avviene l’intreccio criminale tra controllori e controllati, è in questi segmenti che si radica il rapporto collusivo tra criminalità organizzata e pezzi delle Istituzioni: politici - che hanno realizzato anche le nuove modalità di finanziamento illecito dei partiti - funzionari e dirigenti di enti pubblici, magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine e dei servizi segreti. Spesso il collante di questi segmenti deviati - non residuali, purtroppo - delle Istituzioni sono centri di potere molto influenti: logge massoniche coperte, lobby, comitati d’affari, club di servizi, strutture talvolta con ampie radici nel mondo ecclesiastico.

Di fronte ad un cancro di tali dimensioni la lotta alle mafie a 360 gradi viene svolta da irriducibili: taluni magistrati ed appartenenti alle forze dell’ordine, singoli politici, esponenti della società civile. Siamo ancora troppo pochi e sotto assedio dei poteri forti e di quelli criminali. Lo Stato, nel suo complesso, invece, si accontenta del contrasto solo ad un certo «livello» di mafia: le estorsioni, il traffico di droga, gli omicidi. Quando si affronta, invece, il nodo fondamentale - quello che rappresenta la linfa vitale del sistema mafioso - i rapporti mafia-politica, mafia-economia e mafia-istituzioni, si rimane isolati: non è più lo Stato che agisce, ma servitori dello Stato.

E’ su questi temi che la storia d’Italia ha conosciuto la stagione degli omicidi politico-mafiosi, è su tali intrecci criminali che si stanno consolidando quelle che si possono chiamare le morti professionali di servitori dello Stato da parte di articolazioni dello Stato stesso: si tratta delle tecniche raffinatissime di neutralizzazione dei servitori dello Stato scomodi, ingombranti, deviati ed antropologicamente diversi per il sistema mafioso. Quello che è più grave è che tali nuove strategie - per nulla estemporanee - avvengono nel silenzio e, in taluni casi, anche con il contributo di chi dovrebbe essere tra i principali alleati di coloro i quali contrastano - non con chiacchiere o passerelle politico-istituzionali - le forme più pericolose ed insidiose delle mafie: quella dei colletti bianchi del terzo millennio.

Ed è su questi temi che ho trovato importanti le immediate prese di posizione congiunte, con riferimento alla lotta alle mafie, al Parlamento Europeo - nelle prime riunioni - tra parlamentari di Italia dei Valori e Partito democratico. Ed è per questo che tutte le forze democratiche del Paese debbono vigilare affinché le indagini in corso presso le Procure di Palermo e di Caltanissetta non subiscano interferenze che possono provenire non solo dalla politica, ma anche dall’interno dello stesso ordine giudiziario: non posso non ricordare che, in epoca assai recente, indagini giudiziarie molto rilevanti proprio sulla criminalità organizzata dei colletti bianchi non sono state fermate dalla mano militare dei Riina e Provenzano di ultima generazione ma dalla carta bollata del Consiglio Superiore della Magistratura che ha trovato convergenze parallele con la politica ed i poteri forti.