venerdì 23 settembre 2011

Trasparenti alla trasparenza.

L’Idv: la maggioranza teme la trasparenza

TURRIACO Ciò che in altre amministrazioni comunali viene licenziato con estrema facilità a Turriaco diventa sempre, o quasi, un macigno insormontabile. Ad affermarlo sono il gruppo consiliare dell'Idv e quello di Paese in Comune, che nel mirino hanno le videoriprese delle sedute del Consiglio comunale. L’Italia dei Valori, col sostegno della Lista Il Paese in Comune, aveva già presentato alla fine di giugno 2009 uno stringato regolamento che in quattro pagine disciplinava la trasmissione via web delle sedute dell'assemblea. Secondo Idv e Paese in Comune, il regolamento era uno strumento semplice, però efficace, che dava grosse opportunità all’ente per dare un'innovativa comunicazione sulla propria azione di governo locale. «Il cittadino da casa avrebbe potuto toccare con mano - affermano i capigruppo dell'Idv Pier Ugo Candido e di Paese in Comune Duilio Petean - e verificare in diretta la bontà dell’agire dei propri rappresentanti comunali». L’operazione proposta era inoltre a costo zero, oltre che rispettosa delle normative vigenti in materia. «Evidentemente la cultura della trasparenza nell’azione amministrativa è un tabù - attaccano Candido e Petean -, sia per il sindaco Alessandra Brumat sia per l’attuale maggioranza che aveva cassato, senza entrare nel merito, la proposta». Troppa modernità per Turriaco? La questione secondo Idv e Paese in Comune in realtà è un'altra: quella della trasparenza. «La prova del nove dell’avversione alla massima trasparenza - affermano i due capigruppo - si ha anche con il regolamento, approvato di recente in aula, dello svolgimento dei lavori del Consiglio comunale, che “taglia fuori” l’opposizione, limitando i tempi di discussione, consultazione ma, soprattutto di accesso amministrativo agli atti, apponendo limiti risibili e poco opportuni». (la.bl.)
Rassegna stampa IdV FVG

giovedì 22 settembre 2011

Siamo FUSI, o no?


La legge regionale n° 11 dell’agosto 2011, quella per l’assestamento di bilancio, ha introdotto, con il suo comma 32 dell’art. 10, l’art.28 bis nella legge regionale n° 1/2006 prevedendo le modalità di incentivazione, con fondi regionali, di percorsi di fusione tra Comuni. La fusione non dovrà essere toutcourt ma potrà essere promossa anche dalla diffusione di una cultura sovracomunale, incentivando  percorsi di sviluppo del territorio e di potenziamento dei servizi tra più enti locali. Un percorso, quello voluto dal legislatore regionale, apportante contributi ai Comuni sulla base di fondi specifici, imputati poi all’esclusività del bilancio regionale.
L’obiettivo pare sia quello di sensibilizzare la cittadinanza sulla fusione e sugli effetti relativi, per migliorare  e integrare le infrastrutture delle sedi e dei servizi, e per creare un unico ente comunale, onde garantire all’utenza un’offerta migliore. Tempo fa tra San Canzian d’Isonzo e Turriaco s’era sviluppata una serie di discussioni di merito con un’ampia platea di favorevoli alla fusione tra le due municipalità. Senza preclusioni di sorta l’Italia dei Valori di Turriaco aveva  proposto di recuperare, ma non come alternativa, solo come opportunità di continuità ad un comune sviluppo territoriale, il rilancio del “sistema” CITTÀ’ MANDAMENTO, magari limitandolo solo ai piccoli Comuni, escludendo quindi Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano ambiziosi , invece, di essere, senza averne tutti i presupposti, una CITTÀ’COMUNE.
Ora v’è la prova dei fatti. Si può chiedere alla Regione un contributo per le FUSIONI tra enti entro il 15 febbraio di ogni anno.
Alla luce anche delle predette novità legislative, che aprono questi nuovi e significativi orizzonti in un panorama di serie ristrettezze finanziarie per gli enti locali, quale miglior occasione per le pulsanti anime politiche locali per verificare, e attuare, questo loro progetto di fusione tra municipalità contermini?

Italia dei Valori – Lista Di Pietro
Pier Ugo CANDIDO consigliere comunale

mercoledì 21 settembre 2011

Trasparenti nelle trasparenze.

                        
Ciò che in altre amministrazioni comunali viene licenziato con estrema facilità a Turriaco diventa sempre, o quasi, un macigno insormontabile. Il caso eclatante è quello delle videoriprese delle sedute del consiglio comunale. L’Italia dei Valori, col sostegno della Lista Il Paese in comune, aveva già presentato alla fine di giugno 2009 uno stringato regolamento, che in quattro pagine disciplinava la trasmissione via web delle seduta istituzionali. Uno strumento regolamentare semplice però efficace, che dava grosse opportunità all’ente per diffondere innovative comunicazioni sulla propria azione di governo locale. Il cittadino da casa avrebbe potuto toccare con mano e verificare in diretta la bontà dell’agire dei propri rappresentanti comunali. Non sempre il cittadino, infatti, è al corrente di ciò che accade nel Comune: spesso l’informazione di rito è insufficiente, anche se attestata con la pubblicazione all’albo pretorio, ora online. L’operazione proposta era ovviamente a costo zero e avveniva nel rispetto delle normative vigenti. Evidentemente la cultura della trasparenza nell’azione amministrativa è un tabù sia per il Sindaco, che per l’attuale maggioranza che aveva cassato senza merito la suddetta proposta. Troppa modernità per Turriaco? La prova del nove dell’avversione alla massima trasparenza,  e accesso amministrativo, si ha anche con il recente regolamento sullo svolgimento dei lavori del consiglio comunale che “taglia fuori” l’opposizione limitandone i tempi di discussione, consultazione ma soprattutto di accesso amministrativo, apponendo limiti risibili e poco opportuni. Per non parlare, per continuare, della circostanza che vedi gli scriventi da febbraio 2011 in attesa della trasmissione di documentazione di rilievo sullo stato delle attività, e di alcuni capannoni, di IRIS SpA in Ronchi dei Legionari. Oppure delle ricorrenti peripezie per avere un semplice accesso ad atti, in particolare quelli di natura edilizia e/o urbanistica. Se le cose non cambieranno in tempi stretti – sono state avanzate diverse proposte migliorative – di questi incidenti istituzionali non resterà che informare anche il sig. Prefetto: ciò a garanzia e tutela del più ampio contributo democratico nelle istituzioni, ancorché proveniente da un’opposizione di consiglio comunale.

Gruppi consiliari
IL PAESE IN COMUNE Duilio Petean
ITALIA dei VALORI - LISTA DI PIETRO Pier Ugo Candido

sabato 17 settembre 2011

MiniComuni addio?


Dalla modifica dell'art. 16 del D.L. 138/2011, che dovrebbe diventare legge nei prossimi giorni, emerge che nei mini-Enti dal 2013 dovranno necessariamente gestire in forma associata tutte le funzioni e tutti i servizi pubblici loro spettanti. In capo ai singoli Comuni, quindi, non dovrebbe residuare alcun tipo di compito.
La forma indicata dal Legislatore per la gestione associata è l'unione di Comuni, disciplinata dall'art. 32 del Tuel. Tuttavia, vi sono alcune deroghe alla disciplina generale: il consiglio dell'unione sarà formato solo dal Sindaco e da due consiglieri per ogni Comune aderente (l'autonomia statuaria dell'unione, quindi, è stata molto compressa) ed il Legislatore potrà stabilire l'elezione diretta dei suoi organi. Il Presidente, poi, potrà essere uno dei componenti del consiglio e non necessariamente il Sindaco: durerà in carica per due anni e mezzo, rinnovabili. La giunta dell'unione sarà nominata dal presidente ed i suoi componenti dovranno essere necessariamente sindaci. Lo Statuto dovrà essere approvato dal Consiglio dell'unione e non dai Consigli comunali.
A queste unioni potranno aderire anche i Comuni con popolazione superiore a mille abitanti, scegliendo se delegare soltanto la gestione delle funzioni fondamentali o tutte le funzioni e i servizi. I singoli consigli comunali avranno poteri di indirizzo dell'unione attraverso la redazione di un documento programmatico di indirizzo: sarà l'unione invece che approverà l'unico bilancio redatto.
Le unioni dovranno raggiungere la soglia minima di 5 mila abitanti, 3 mila nelle zone montane: l'ambito delle stesse sarà fissato dalle Regioni, entro i sei mesi successivi alla entrata in vigore della legge di conversione, su proposta dei Comuni; con propria deliberazione, inoltre, le Regioni potranno stabilire soglie demografiche diverse.
La loro nascita effettiva avverrà nella prima elezione successiva al 13 agosto 2012 nel primo Comune interessato dal rinnovo del Consiglio comunale. Da tale data decadranno tutte le Giunte dei comuni aderenti all'unione, ivi comprese quelle dei Comuni che avranno delegato tutte le proprie funzioni amministrative. A decorrere da questa data, per tutte le funzioni trasferite, passeranno all'unione tutti i dipendenti e tutti i rapporti giuridici dei singoli Comuni. Inoltre, cesserà automaticamente la partecipazione dei mini enti a convenzioni e consorzi: l'unica possibilità di deroga è che essi, alla data del 30 settembre 2012, gestiscano in modo associato, tramite convenzioni, tutte le loro funzioni ed i loro servizi. Ciò dovrà essere dimostrato dai singoli Comuni tramite un'attestazione da trasmettere al Ministero dell'Interno.
Invece, i Comuni con popolazione compresa tra i mille e cinque mila abitanti, dovranno obbligatoriamente gestire in forma associata due delle sei funzioni fondamentali entro la fine del 2011; entro al fine del 2012 l'obbligo si amplierà a tutte e sei le funzioni fondamentali. Per le gestioni associate dovrà essere raggiunta la soglia demografica minima di 10 mila abitanti, ma la Regione potrà deliberare una soglia differente entro due mesi successivi alla conversione del decreto.
Tutte queste disposizioni si applicheranno anche alle Regioni a statuto speciale.

martedì 13 settembre 2011

Giovani GENITORI: ecco le novità INPS.

L'INPS, con circolare n. 115 del 5 settembre 2011 informa che è stata istituita la "Banca dati per l'occupazione dei giovani genitori", cui possono iscriversi i giovani genitori di figli minori, in cerca di un occupazione stabile, finalizzata a consentire l'erogazione di un incentivo di € 5.000 in favore delle imprese private e delle società cooperative che provvedano ad assumere a tempo indeterminato le persone iscritte alla banca dati stessa. La creazione della Banca dati è prevista dal Decreto del Ministro della Gioventù del 19 novembre 2010 pubblicato nella G.U. 27 dicembre 2010, n. 301 e, si legge nella circolare, possono iscriversi coloro che possiedano, alla data di presentazione della domanda, congiuntamente i seguenti requisiti: età non superiore a 35 anni; essere genitori di figli minori; essere titolari di un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o lavoro in somministrazione o lavoro intermittente o lavoro ripartito o contratto di inserimento o collaborazione a progetto o occasionale o lavoro accessorio o collaborazione coordinata e continuativa. L'incentivo può essere riconosciuto alle imprese private e alle società cooperative e spetta per l' assunzione a tempo indeterminato, anche parziale, ovvero per la trasformazione a tempo indeterminato (anche con orario parziale) di un rapporto a tempo determinato. L'Istituto precisa inoltre che per poter usufruire del beneficio l'assunzione non deve costituire attuazione di un obbligo, ai sensi della legge 68/1999 in favore dei disabili e il datore di lavoro non deve aver effettuato, nei sei mesi precedenti l'assunzione, licenziamenti per giustificato motivo oggettivo o per riduzione del personale, fatta salva l'ipotesi in cui l'assunzione sia finalizzata all'acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse e non deve avere in atto sospensioni dal lavoro o riduzioni dell'orario di lavoro per crisi aziendale, ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione industriale, salvo il caso in cui l'assunzione sia finalizzata alla acquisizione di professionalità sostanzialmente diverse. Il lavoratore assunto non deve essere stato licenziato, nei sei mesi precedenti l'assunzione, dalla medesima impresa ovvero da impresa collegata o con assetti proprietari sostanzialmente coincidenti.

lunedì 12 settembre 2011

Un, due e tre: Province addio?

Un provvedimento di soli tre articoli che, se venisse approvato, cancellerà il termine "Province" da sette articoli della Costituzione, con la sola eccezione delle Province di Trento e Bolzano che resteranno in vita: il termine "Province" verrà sostituito con quello di "Città metropolitane" nella rubrica del Titolo V della Parte Seconda della nostra Carta costituzionale.
Il nuovo articolo 117 prevede che spetterà alle Regioni, di intesa con il Consiglio delle Autonomie Locali, emanare leggi istitutive di locali forme associative tra Comuni per "l'esercizio delle forme di Governo di area vasta"; inoltre, esse dovranno definire organi, funzioni e legislazione in materia elettorale. Questa legge regionale dovrà essere emanata entro un anno dall'entrata in vigore della riforma costituzionale: conseguentemente, al momento della cessazione dei Consigli provinciali in carica, le Province saranno formalmente soppresse e saranno istituite le Unioni di Comuni individuate con la legge regionale. Le Unioni così create erediteranno dalle ex Province tutti i rapporti giuridici, anche di lavoro, già esistenti; le Regioni sopprimeranno e non potranno più creare enti, agenzie ed organismi che svolgano funzioni di governo di vasta area.
Nell'articolo finale del provvedimento si precisa che "Dall'attuazione della presente legge costituzionale deve derivare in ogni Regione una riduzione dei costi complessivi degli organi politici e amministrativi". 
da IL SOLE24ORE

giovedì 8 settembre 2011

Politiche di CITTA' MANDAMENTO. Proposta di ordine del giorno

  IL CONSIGLIO COMUNALE di TURRIACO

Attesa la difficile congiuntura per cui la ricerca dell'equilibrio tra la necessità di assistenza legale  e gli stretti vincoli finanziari rendono quasi impossibile per un piccolo Ente Locale ogni utile resistenza in giudizio;

Rilevata la possibilità per Enti Locali di scegliere la gestione associata degli uffici legali, ancorchè anteposta o postposta alla scelta di funzionalizzare altri servizi su base comune con altri Enti locali contermini a Turriaco;

Considerata che la suddetta possibilità  potrebbe
concretamente diventare valido, e reale, strumento operativo per la gran parte dei "piccoli" Comuni afferenti alla cosiddetta convenzione di CITTA'MANDAMENTO, rilanciando l'idea di questo originario progetto soprattutto per le esigenze delle piccole municipalità dimensionalmente e funzionalmente associabili a quella di Turriaco;

Rilevato che
quest'operazione è legittimata dall'art. 2, comma 12, della L. 244/2007, secondo il quale Comuni e Province possono istituire, mediante apposite convenzioni (da stipulare ai sensi dell'art. 30 del Tuel) uffici unici di avvocatura cui affidare lo svolgimento di attività di consulenza legale, difesa e rappresentanza in giudizio degli enti convenzionati

Analizzata la prospettiva per cui tale scelta, che riguarderebbe soprattutto i piccoli enti di CITTA'MANDAMENTO, comporterebbe la firma di un accordo di convenzione con cui creare un ufficio legale che serva tutti gli enti convenzionati e sarebbe oprrativamente prodromica ad altre scelte sulla condivisione di servizi municipali;
Atteso che tale operazione comporterebbe un effettivo contenimento delle spese, abbattendo i costi per il ricorso a legali esterni;

Chiarito preliminarmente che in tali convenzioni dovrà essere preventivamente specificato il fine, la durata, le forme di consultazione degli enti contraenti, i loro rapporti finanziari e i reciproci obblighi e garanzie.

Rilevato inoltre che può essere anche prevista la costituzione di uffici comuni che operino con personale distaccato dagli enti partecipanti, ai quali affidare l'esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti partecipanti all'accordo con la costituzione di un ufficio di avvocatura costituito ex novo; oppure, in alternativa, prevedere la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all'accordo a favore di uno di essi, il quale opererà in luogo e per conto degli enti deleganti;

IMPEGNA

il Sindaco, e la Giunta comunale, affinchè  pongano in essere tutti i comportamenti amministrativamente prodromici all'operazione "Uffici legali convenzionati tra piccoli Comuni di CITTA'MANDAMENTO" e successivamente quelli operativi e di merito onde attivare anche altri servizi pubblici, di pertinenza e competenza comunale, su scala condivisa con altri Enti con caratteristiche organizzative, funzionali e dimensionali simili al Comune di Turriaco e afferenti alla convenzione di Cittàmandamento.
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Pier Ugo CANDIDO
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Consigliere comunale
Italia dei Valori - Lista Di Pietro
Turriaco (GO)

giovedì 1 settembre 2011

Aboliamo le PROVINCE e il PORCELLUM!

http://www.italiadeivalori.it/referendum/

Firma e riprenditi la democrazia!


Una firma per cancellare la legge elettorale che ha rubato ai cittadini il diritto di scegliere chi dovrà rappresentarli. Oggi, in Italia, gli elettori non possono decidere chi mandare in Parlamento. Le scelte sono lasciate ai partiti, che premiano così i più fedeli e obbedienti. Certo non i più capaci.
Vogliamo cancellare questa legge:
• Perché nega il vincolo tra il parlamentare ed i cittadini, primi interpreti
dei problemi reali del territorio: gli eletti non sono scelti dal
popolo.
• Perché regala un premio di maggioranza anche a chi la maggioranza
non ce l’ha: altro che democrazia!

Per questo il suo stesso ideatore l’ha definita “una porcata”. Per questo tutti la chiamano “porcellum”. La Casta non cancellerà mai una legge che la rende onnipotente. Lo devono fare i cittadini con il referendum. Cancelliamo “la porcata”. Potremo così tornare a un voto in cui il popolo scelga davvero i propri rappresentanti in Parlamento ed il governo del Paese.

Firma e cancella gli sprechi.


Una firma per presentare un disegno di legge di iniziativa popolare e cancellare la parola “Province” dalla Costituzione. Oggi in Italia ci sono più di 110 Province, un “carrozzone” obsoleto che serve solo a far crescere gli sprechi della politica e le poltrone.
Vogliamo abolire le Province:
• Perché costano tanto: circa 20 miliardi di euro all’anno, con 4.000
persone solo tra amministratori ed eletti più uffici, auto blu, spese
di rappresentanza...

• Perché sono superflue: le loro funzioni si potrebbero assegnare a
Comuni e Regioni.

Sono 40 anni che tutti dicono di volerle eliminare ma nessuno si fa carico di iniziative concrete. In campagna elettorale tutti i partiti si dicono concordi, ma poi nulla si muove. Non possiamo più aspettare: la crisi non può colpire ulteriormente i cittadini senza toccare i privilegi della Casta. La buona notizia è che possiamo farlo: tutti insieme, possiamo migliorare questo Paese.

per FIRMARE la petizioni contattate: idvturriaco@gmail.com