mercoledì 22 giugno 2011

Prove INVALSI: che sciagura!


Bocciato l'Invalsi: le prove somministrate ieri agli studenti che stanno affrontando l'esame di terza media sono risultate prima sbagliate - quelle di matematica - e poi è successo il patatrac quando l'Ente di ricerca si è accorto di aver spedito le cosiddette "mascherine" per la correzione delle prove anch'esse sbagliate . L'errore era sia su due quesiti di matematica che su uno di italiano.
Contemporaneamente, tanto per completare il quadro di un paese che sembra sfaldato, questa mattina i lavoratori dell'Invalsi erano in presidio sotto al Ministero dell'Istruzione: rivendicano stabilità lavorativa, perché all'Invalsi lavorano soltanto 22 persone a tempo indeterminato. Quarantasei sono i ricercatori che lavorano con un contratto a tempo determinato, e una decina quelli impiegati con contratti co.co.co.

Le due cose sono collegate? La precarietà va a braccetto con cialtroneria? Nessuno si sente di dirlo, il perché si verifichino errori - già accadde due anni fa la stessa storia - viene attribuito a un malfunzionamento del sistema. Tra l'altro, come si legge nella nota inviata ieri sera intorno alle 20 dalle Invalsi a tutte le scuole medie, sono stati alcuni istituti ad accorgersi dell'errore sulel amscherine. Ma a volerla raccontare tutta già subito dopo la fine degli esami, ieri mattina, alcune scuole avevano inviato un quesito all'Invalsi, accorgendosi che una domanda di matematica era sbagliata: erano sbagliate le misurazioni dei lati del triangolo. 

"E l'Invalsi ci dovrebbe valutare?"

"E' davvero incredibile, e questo sarebbe l'ente che ci deve valutare? - dice sotto anonimato (lavora in uan scuola privata) una presidente di Commissione di una scuola media - abbiamo corretto tutte le prove fino a ieri sera. Un lavoro estenuante, che tra l'altro non viene retribuito.Senza contare che ci viene chiesto di svolgerlo con assurdi burocratisimi - continua la professoressa - dobbiamo prima correggere il fascicolo, poi il foglio risposte dello studente, e poi metterci a digitare le risposte sulla mascherina del computer. Tre passaggi che potrebbero essere sicuramente snelliti".

E pltretutto stamattina, tornati a scuola per avviare gli orali, i prof si sono trovati con una brutta sorpresa: la mail del responsabile Invalsi per la prova nazionale, Roberto Ricci, che prodigandosi in scuse, avvertiva dell'errore. Sarebbe stato necessario ricontrollare le prove degli studenti che hanno ottenuto un punteggio uguale o minore a 21 per la parte di italiano. Se le risposte corrette del gruppo A fossero state 16, allora si sarebbe dovuto ricalcolare il punteggio, altrimenti no. Stessa cosa nella parte di matematica: su due domande (la D2 e la D9) sarebbe stato necessario controllare quante risposte giuste erano state barrate. Se lo studente avesse risposto esattamente a tre domande su quattro, allora sarebbe stato necessario ricalcolare il punteggio.

Rifare tutto da capo.

Ovviamente stamattina i professori si sono messi le mani nei capelli. Così è andata alla nostra "testimone:" "Cosa ho fatto? Ho inviato i miei colleghi a fare gli orari, e io mi sono messa a ricorreggere le prove con la segretaria. Certo, è un po' strano correggere delle prove senza sapere perché sono sbagliate. Abbiamo solo avanzato delle ipotesi, rendendoci conto che correggendo alcuni test emergono delle costanti: probabilmente l'Invalsi ha sbagliato, nella parte di matematica, attribuendo punteggio pari a 0 a chi ha dato tre risposte esatte invece di 1.". E non si tratta di un errore da poco: "C'è stato il caso di uno studente che ha aumentato il suo punteggio di 5. In media tutte le prove che rientravano in quei casi sono migliorate".

Visto che da due anni la prova Invalsi "fa media" come tutte le altre prove, il "flop" appare ancora più grave: gli studenti avrebbero rischiato un abbassamento del loro voto per un mero errore di calcolo.

Ma oltre al danno si è aggiunta la beffa: perché stamattina è arrivata un'ulteriore nota del dottor Ricci per assicurare che, entro le 13,30, sarebbe stata inviata a tutte le scuole una "mascherina" (si tratta di una schermata del computer che permette di inserire direttamente i dati e calcola automaticamente il punteggio finale corretto) per alleviare un po' il lavoro degli insegnanti. Alle 15 non era ancora arrivata. "Noi non ci abbiamo creduto, e abbiamo iniziato stamattina di buona lena a correggere mano - spiega ancora la Presidente di Commissione - ma non ci sempbra serio questo modo di agire".

Lavoratori del Miur in rivolta

Difficile capire se il ritardo nel fornire la mascherina sia stato determinato dal fatto che metà del personale dell'Invalsi stamattina era davanti al Miur. L'Ente di ricerca, infatti, si trova in un periodo di difficoltà: tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo andranno in scadenza i contratti di ben 46 ricercatori, più della metà del personale assegnato all'Istituto, vigilato e finanziato dal Ministero dell'Istruzione. "Molti di noi sono precari storici, lavoriamo all'Invalsi da dodici e anche quattrodici anni - dice una delle ricercatrici che stamattina era al presidio - per ottenere questi contratti a tempo determinato abbiamo superato dei concorsi. Ma ora il nostro avvenire sembra incerto più che mai". I lavoratori sono stati accolti dal ministero, e hanno ricevuto vaghe rassicurazioni sulle prospettive dell'Ente. "Ma a noi sembrano solo parole, non riusciamo a capire in un quadro di crisi così generalizzato, e con una manovra finanzairia molto pesante alle porte, dove pensano di trovare i soldi".

Certo appare un po' strano che l'Ente di ricerca su cui maggiormente ha puntato questo governo, insistendo con la necessità di avviare una valutazione nazionale, imponendo a tutte le scuole di sottoporsi a test che sono invisi a moltissimi insegnanti e genitori, poi tenga a "pane e acqua" i suoi ricercatori. Viene da chiedersi se ci sia almeno un settore di ricerca su cui il governo investe. La risposta è evidentemente: no.
E proprio sulla nomea non proprio positiva dell'Invalsi nel mondo della scuola, la ricercatrice dice: "Molti di noi credono al discorso della valutazione del sistema di istruzione, come un servizio per il miglioramento e l crescita del sistema stesso. Ma siamo dispiaciuti del fatto che sulla valutazione manchi un serio dibattito nel paese. E' chiaro, però, che questa polemica ci riguarda e non ci riguarda. noi, come ricercatori, siamo impegnati anche su molti altri fronti, e tra le nostre rivendicazioni chiediamo anche una maggiore autonomia rispetto al Miur".

lunedì 20 giugno 2011

Questione AMIANTO: non esistono i NONOSTANTE!

Per chi scrive è evidente che quanto si tratta di AMIANTO non esistono deroghe di sorta.
Se nel campo sportivo di Turriaco era effettivamente presente l'AMIANTO - come i fatti lo dimostrerebbero - ogni azione doveva essere fatta secondo precisi canoni, nel rispetto della sicurezza, incolumità e salute pubblica.
Non è questione di POLEMICA, come viene titolato, ma di spendersi utilmente affinchè sull'AMIANTO non si speculi, teorizzandone dismissioni senza poi adoperarsi effettivamente per questo.
Il PUBBLICO dev'essere d'esempio per quei privati a cui sono dedicati BANDI specifici di rimozione amianto.

martedì 14 giugno 2011

Che cosa cambia dopo il REFERENDUM del 12 e 13 giugno.



Che cosa cambia con la vittoria dei «sì» ai quattro quesiti referendari? Con il voto gli italiani hanno bocciato il ritorno dell'Italia all'energia nucleare, dopo 20 anni di inattività, il trasferimento anche ai privati della gestione della rete idrica e la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, e infine la richiesta da parte del presidente del Consiglio e dei ministri del rinvio di udienze in tribunale in processi in cui figurano imputati, opponendo propri impegni istituzionali, quali il legittimo impedimento allo svolgimento delle udienze.
NUCLEARE - In particolare, quanto al nucleare, gli elettori hanno bloccato il progetto del governo di avviare la costruzione di nuove centrali atomiche nei prossimi anni. La consultazione si è celebrata su un quesito diverso da quello originario, reso inattuale dall'abrogazione delle norme sul rientro nella produzione di energia dall'atomo intervenuta con il decreto Omnibus. Il quesito è stato infatti rinnovato dalla Corte di Cassazione (e in questa forma ritenuto definitivamente ammissibile dalla Consulta) sui comma 1 e 8 dell'articolo 5 dello stesso decreto. La prima norma, abrogata dal referendum prevedeva che, per acquisire ulteriori evidenze scientifiche relativamente alla sicurezza nucleare, non si procedesse più alla definizione e attuazione del programma sugli impianti nucleari (moratoria). Il comma 8 dettava una nuova disciplina dei contenuti e modalità di adozione della Strategia energetica nazionale: avrebbe dovuto essere adottata entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge. Con la rinuncia al nucleare, l'Italia direbbe addio, secondo le stime, a 30 miliardi di investimenti di cui il 70% gestito da aziende italiane. Sulla questione l'esecutivo ha dovuto però stravolgere i propri piani dopo il disastro nucleare della centrale giapponese di Fukushima e nel decreto Omnibus ha approvato anche delle norme che di fatto hanno fermato la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano.
ACQUA - Uno dei due quesiti sull'acqua riguardava le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, l'altro la determinazione delle tariffe del servizio idrico. La norma del governo Berlusconi (Legge 133/2008, il cosiddetto «decreto Ronchi») puntava alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, compresa la gestione dell'acqua (anche se si precisa che la proprietà pubblica del bene acqua dovrà essere garantita) e prevedeva che la gestione dovesse essere conferita attraverso gare, mentre le gestioni in house (cioè pubbliche) improrogabilmente dovessero cessare, a meno di cedere parte del capitale ai privati. Il governo voleva così mettere definitivamente sul mercato le gestioni di 64 Ambiti territoriali ottimali (ATO, aree in cui è suddiviso il servizio idrico a livello nazionale) su 92 che non hanno ancora proceduto ad affidamento o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime, infatti, cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011 o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplinava le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l'affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015. A detta degli esperti tecnici di settore, ora «il vero dopo-referendum lo devono decidere i Comuni. Loro sono i proprietari delle aziende in quasi tutte le città, quindi saranno le amministrazioni comunali a dover dire se faranno gare e/o affidamenti diretti».
LEGITTIMO IMPEDIMENTO - Il quarto dei quesiti riguardava il legittimo impedimento, ovvero l'istituto giuridico che permette a premier e ministri imputati in un processo di giustificare, in alcuni casi, la propria assenza in aula, a causa di impegni istituzionali segnalati alla Magistratura e da questi riscontrati. Con il «sì», i cittadini abrogano una legge voluta dal centrodestra in questa legislatura per una rapida applicazione, più volte avvenuta, nei processi al premier Silvio Berlusconi, dopo che la Corte costituzionale aveva bocciato per incostituzionalità precedenti leggi del centrodestra per la sospensione dei processi a premier e alte cariche dello Stato. La stessa legge sul legittimo impedimento è stata oggetto di intervento della Consulta che l'ha corretta, obbligando a introdurre il potere del Tribunale di sindacare sulla reale esistenza del legittimo impedimento sollevato. «Volete voi che siano abrogati l`articolo 1, commi 1, 2, 3, 5, 6 nonché l`articolo 1 della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante »disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza?», era il testo.

REFERENDUM ABROGATIVI del 12 e 13 giugno.Sì, sì, sì, sì: l'ITALIA s'è desta!

IL POPOLO E' e RIMANE SOVRANO!

lunedì 13 giugno 2011

Assessore dai! Con l'amianto NON si scherza: l'amianto NON fa voti!


TURRIACO //L'amministrazione comunale di Turriaco ha provveduto a rimuovere le lastre di amianto danneggiate all'interno dello stadio sportivo. Un fatto, quello della presenza dell'amianto, che era stato segnalato dai consiglieri dell'Italia dei Valori e del Il Paese in Comune Pierugo Candido e Duilio Petean. E proprio i due consiglieri hanno reso noto l'avvenuta rimozione, riuscendo però a scatenare una piccola polemica anche su questo. Chiedono infatti «se le lastre rimosse contenevano effettivamente amianto, la data, e l'ora, di rimozione delle lastre», e se «le rimanenti lastre sono state "trattate" secondo i rigidi protocolli di specie o giacciono pericolosamente in loco, mettendo a repentaglio la salute degli ignari avventori». L'interrogazione richiede anche tutta una serie di informazioni, tra cui il Piano di lavori, il nome della ditta che ha rimosso le lastre, e l'informazione all'autorità pubblica. A rispondere è l'assessore ai Lavori pubblici Fabrizio Kranitz. «La rimozione delle lastre è avvenuta la scorsa settimana - spiega - e ha riguardato dei settori danneggiati, non per via di elementi meteorologici ma per un atto di vandalismo. In pratica, le lastre erano coperte da una vernice protettiva, che preservava il materiale dal contatto esterno. A causa dei danneggiamenti l'isolamento è venuto meno, e abbiamo provveduto a rimuovere il tutto». Le altre piastre invece sono perfettamente a norma, e comunque verranno sostitute nel piano già previsto di smaltimento sull'amianto. «Tutto si è svolto assolutamente nella norma per quanto riguarda le indicazioni e le modalità di smaltimento» specifica l'assessore. I due consiglieri però non rinunciano all'ultima stoccata: ricordano che «non è mai arrivata risposta all'interrogazione, di fine febbraio, su presunti immobili di Iris Spa, e sue articolazioni funzionali, adibiti a capannoni e presenti in comune di Ronchi dei Legionari».

  • RIMOZIONE A NORMA?
  • VERNICIATURA?




Al SINDACO di Turriaco


Circa le preoccupanti affermazioni dell'assessore Kranitz -  IL PICCOLO del 5 giugno 2011 - sulla rimozione e preventiva verniciatura delle lastre di amianto del campo sportivo MININ si interroga la SV per sapere:

- quando le lastre sono state verniciate, con quale materiale e se effettivamente il materiale era stato incapsulato a norma di legge;
- come è a conoscenza l'assessore che il danneggiamento è la conseguenza di un atto vandalico e se vì è specifica denuncia all'autorità giudiziaria ( di cui si chiede copia);
- se l'assessore era informato sulla situazione di degrado segnalataci, che si protaeva da più di un anno, esponendo potenzialmente gli ignari avventori presenti sugli spalti al rischio connesso all'amianto, lì presente e in stato di pessima conservazione, atteso che la zona è naturalmente ventosa: di lì appunto l'installazione delle paratie di protezione contenenti presumibilmente amianto e irrimediabilmente danneggiate e mai manutenute.


Pier Ugo CANDIDO
Duilio PETEAN

sabato 11 giugno 2011

Sindaco & IRIS SpA: pratiche inevase.

Giace inevasa da parte del Sindaco di Turriaco e di IRIS SpA, e dal lontano 28 febbraio, la sottoriportata INTERROGAZIONE. C'è da chiedersi, e in molti lo stanno facendo, cosa si cela dietro questo atteggiamento apertamente in violazione alla Legge 241/'90 e sue successive modificazioni. E senza ancora entrare nel merito.
Turriaco 28 febbraio 2011
Al SINDACO di Turriaco

Al PRESIDENTE di IRIS SpA
tramite il Comune di Turriaco

Sul Numero unico carnevale 2011 "SERPENTADE", presente in questi giorni nella maggior parte delle edicole mandamentali,  emerge con dovizia di particolari e minuziosa elencazione di dettagli descrittivi  una situazione riguardante delle attività svolte in un capannone in zona artigianale di Ronchi dei Legionari, locale che sembra affittato a IRIS SpA (vedi allegato).

Alla luce di ciò detto interroghiamo i destinatari della presente per:

- sapere se effettivamente esiste un capannone in zona artiginale a Ronchi dei Legionari affittato da IRIS SpA o sue articolazioni funzionali (es. Newco Ambiente, Irisacqua etc.etc.);

- conoscere l'importo dei canoni d'affitto annuali/mensili versati e l'intestatario della proprietà dell'immobile;

- conoscere il dettaglio delle attività ivi poste in essere;

- avere copia delle certificazioni ISPESL, d'agibilità, della prevenzione incendi, quelle di cui al d.lgs. 81/'2008, compresi i Piano dei rischi e atti correlati, nonché quelle rilasciate dall'ASS n°2 relativamente all’immobile di cui sopra.


Avvertiamo IRIS SpA di essere rispettoso dei termini vigenti in materia di accesso agli atti amministrativi circa le risposta alle interrogazioni ad anch’essa rivolte.
                             I CONSIGLIERI COMUNALI
f.to Duilio PETEAN
f.to Pier Ugo CANDIDO