venerdì 29 giugno 2012

TARSU ILLEGITTIMA, nonostante le NON risposte del Sindaco (leggi Responsabile Ufficio Tributi).

Leggo la nota di risposta del Comune di Turriaco (GO) - a firma dott. Paolo BISANZI -  e, logicamente, non sono assolutamente d’accordo.

Consiglio i cittadini, pertanto, di proporre i ricorsi alla Commissione tributaria, entro 60 giorni dalla notifica, eccependo:

-          se la notifica avviene per posta, l’inesistenza della notifica stessa, come ben argomentato dalla sentenza allegata, che conferma la mia tesi esposta sin dal 2009;
-          in ogni caso, la nullità della cartella stessa perché richiede il pagamento della TARSU che non esiste più, sollevando anche la questione di incostituzionalità, come esposto nelle precedenti INTERROGAZIONI.

Pier Ugo CANDIDO
CONSIGLIERE COMUNALE IdV Lista Di Pietro

Qui sotto:
NOTA DEL DOTT. PAOLO BISANZI - responsabile Ufficio Tributi Turriaco (Go)






giovedì 28 giugno 2012

La riforma "Fornero" è legge, ahinoi!

Licenziamenti più facili, stretta sulla flessibilità in entrata, nuovi ammortizzatori sociali, servizi per l’impiego. Sono tra le principali misure contenute nel ddl Fornero, la riforma del mercato del lavoro, che ha avuto ieri il via libera definitivo dalla Camera dei deputati cui il testo era stato trasmesso lo scorso 1° giugno dal Senato. Ecco le principali novità in sintesi.
LICENZIAMENTI. Salta il reintegro automatico in caso di licenziamento individuale (salvo che per i licenziamenti discriminatori). In caso di licenziamenti disciplinari ed economici si prevede il reintegro solo nei casi più gravi di illegittimità del licenziamento e solo un’indennità risarcitoria nei casi meno gravi. Il giudice potrà ordinare il reintegro del lavoratore solo sulla base dei contratti collettivi e non anche sulla base della legge. Introdotto un rito specifico per le controversie sui licenziamenti.
CONTRATTI. Il primo contratto a termine che può essere stipulato senza causale può durare un anno. Le pause obbligatorie fra un contratto e l’altro passano dagli attuali 10 giorni a 60 giorni per un contratto di meno di 6 mesi e dagli attuali 20 a 90 giorni per uno di durata superiore.
APPRENDISTATO. Questo tipo di contratto diventa quello tipico per l`accesso al mercato del
lavoro (nonché per l`instaurazione di rapporti a tempo indeterminato).
PARTITE IVA. Se il reddito annuo lordo di chi ha una partita Iva è di almeno 18mila euro si presumerà che la partita Iva sia vera. Scattano invece i cosiddetti indicatori di rischio che fanno supporre che la partita Iva sia falsa: la durata della collaborazione non deve superare otto mesi; il corrispettivo pagato non deve essere superiore dell’80% di quello di dipendenti e co.co.co; il lavoratore non deve avere una postazione fissa in azienda.
CO.CO.PRO. In arrivo una sorta di salario base per i co.co.pro. Verrà calcolato facendo riferimento ai salari minimi dei dipendenti per figure analoghe.
TIROCINI. Decreti legislativi dovranno fissare i principi fondamentali e i requisiti minimi dei tirocini formativi e di orientamento, e individuare sanzioni amministrative, fino a 6.000 euro nel caso in cui manchino gli elementi qualificanti del tirocinio.
VOUCHER. I voucher dati dal datore di lavoro al lavoratore devono essere “orari, numerati progressivamente e datati” per evitare eventuali abusi. Le attività lavorative possono essere svolte a favore di un singolo committente per compensi non superiori a 2mila euro. Via libera ai voucher in agricoltura per le attività di carattere stagionale ma: nelle aziende sopra ai 7mila euro di fatturato potranno essere utilizzati da pensionati e da studenti under 25 in regola con gli studi; sotto questo tetto dei 7mila euro invece potranno essere ‘arruolate’ tutte le categorie comprese le casalinghe purché non siamo iscritti negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli.
ASPI. La nuova assicurazione sociale per l’impiego parte nel 2013 e sostituirà a regime, nel 2017, l’indennità di mobilità e le varie indennità di disoccupazione. Ne potranno usufruire oltre ai lavoratori dipendenti anche gli apprendisti e gli artisti. Diventano più cari i contributi per i lavoratori a termine. Il lavoratore che perde il posto potrà usare i fondi dell’Aspi per avviare un’attività autonoma o un’impresa o associarsi in cooperativa. La misura è sperimentale e la sperimentazione durerà tre anni.
POLITICHE ATTIVE LAVORO. Il lavoratore che rifiuta di partecipare a iniziative di politiche attive proposte dai centri per l`impiego o non vi partecipi regolarmente senza un giustificato motivo oppure che rifiuta un impiego con una retribuzione superiore almeno del 20% rispetto all’indennità perde l’assegno.
JOB ON CALL. Per attivare il job on call (lavoro intermittente) basterà un sms, o un fax o la posta elettronica certificata, alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio.
PADRI. Un giorno di congedo è obbligatorio mentre gli altri due giorni sono facoltativi “previo accordo con la madre e in sua sostituzione”.
DIMISSIONI. IN BIANCO. Aumentano le misure per contrastare il fenomeno. Predisposte due modalità per certificare l’autenticità delle dimissioni firmate “in bianco” dalla lavoratrice e rafforzato il diritto al ripensamento.
DEDUCIBILITA’ AFFITTI. Il taglio della deducibilità a fini Irpef dei redditi da locazione passa dall’attuale 15% al 5%. Salvi i contratti di cedolare secca.
TAGLIO LINEARE MINISTERI. Nel caso in cui le risorse individuate a copertura della riforma del mercato del lavoro non dovessero essere sufficienti, dal 2013 ci sarà un nuovo “taglio lineare” delle dotazioni finanziarie dei ministeri.

martedì 26 giugno 2012

DDL LAVORO: IDV PRESENTA PREGIUDIZIALE COSTITUZIONALITA'

Roma, 25 giu - "Il rilievo costituzionale del diritto del lavoro costituisce una delle manifestazioni più significative ed importanti di quella caratterizzazione in senso sociale dello Stato democratico che trova nella Carta costituzionale la sua espressione fondamentale;  il ddl governativo non si limita a modificare singole disposizio ni o singole discipline regolate dal diritto del lavoro, ma lo novella nella sua totalità, intervenendo su ogni suo aspetto e in alcuni casi introducendo discipline ex novo che sostituiscono le previgenti: dalle tipologie contrattuali agli ammortizzatori sociali, dai fondi di solidarietà alla materia dei licenziamenti e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, limitandosi a citare alcuni ambiti e discipline a titolo di esempio;  si tratta, quindi, di un corpus normativo unitario, come emerge già dal titolo del provvedimento che contiene l'espressione "riforma del mercato del lavoro", nonostante la contestuale presenza del distico che la precede ("Disposiz ioni in materia di") possa trarre in errore chi si appresti a leggerlo;  spetta dunque al Parlamento, anche mediante la valutazione attenta di un bilanciamento tra principi costituzionali, verificare se il ddl nel suo insieme rispetta i numerosi principi contenuti in Costituzione in materia di lavoro e attua i diritti fondamentali che essa riconosce e garantisce alle lavoratrici e ai lavoratori;  il ruolo centrale assegnato dalla Costituzione al lavoro emerge dal fatto che questo è posto come valore base dell'ordinamento nazionale (art. 1 Cost.). La Carta costituzionale, nel momento in cui afferma che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, sancisce l'importanza centrale del lavoro nell'ordinamento costituzionale. Il lavoro viene configurato come un vero e proprio diritto sociale, in quanto costituisce la fonte del sostentamento per l'individuo e la sua famiglia e lo strumento tramite il quale l'individuo afferma la sua dignità sociale e sviluppa la sua persona (artt. 2 e 3 Cost.);  l'art. 4, comma 1, Cost. riconosce ad ogni cittadino il diritto al lavoro. La norma deve essere letta in connessione con l'art. 3, comma 2, che stabilisce il principio dell'uguaglianza sostanziale, e va intesa come obiettivo da raggiungere mediante l'impegno e l'utilizzo  di tutti gli organi operanti in seno allo Stato repubblicano . Pur non essendo assimilabile ad un diritto soggettivo, il diritto al lavoro mantiene una fondamentale valenza di parametro costituzionale e qualitativo del buon andamento dell'attività generale della politica di Governo. Esso è inteso anche come diritto alla realizzazione da parte dello Stato di tutte le condizioni utili per agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro;  l'art. 35, comma 1, Cost. conferma che la tutela del lavoro assume per lo Stato repubblicano valenza primaria essendo un suo compito fondamentale;  l'art. 36 Cost. sancisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, che sia in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Sulla base di esso la giurisprudenza ha individuato nelle retribuzioni stabilite dalla contrattazione collettiva il trattamento minimo inderogabile che deve essere riconosciuto ai lavoratori, anche nel caso in cui ad essi non si applichi alcun contratto collettivo. Lo stesso articolo riconosce come irrinunciabili il diritto al riposo settimanale e alle ferie annuali retribuite ;  l'art. 38, comma 2, Cost. sancisce che ai lavoratori devono essere preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchia, disoccupazione involontaria. Ai compiti previsti da questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato;  gli artt. 39 e 40 Cost. assicurano la libertà sindacale e il diritto di sciopero;  l'art. 41 Cost. sancisce la libertà dell'iniziativa economica privata, vietandone però lo svolgimento in contrasto con l'utilità sociale o in modo da cagionare danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana. La collocazione della norma all'intern o del testo costituzionale e vicina alle norme sul lavoro indica il tentativo della Carta di individuare un equilibro tra il fattore lavoro e quello capitalistico della produzione , teso al necessario sviluppo economico nel continuo miglioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori;  le disposizioni costituzionali indicate ai punti precedenti non esauriscono l'intero tessuto di principi e garanzie concernenti il lavoro, le lavoratrici e i lavoratori, ma ne rappresentano la trama e la vascolarizzazione profonda;  il ddl del Governo, nella sua struttura complessiva, non è compatibile con i predetti principi, diritti e doveri costituzionali;    sul versante delle tipologie contrattuali non opera né una semplificazione né una riduzione. Sono conservate le cinque principali tipologie di rapporti subordinati (a tempo indeterminato; a tempo determinato; a tempo parziale; di inserimento; di apprendistato) e quelle di lavoro parasubordinato, come il contratto a progetto, le partite IVA e la somministrazione;  il lavoro a tempo indeterminato, pur essendo ancora indicato come il contratto di lavoro subordinato normale, continua ad essere eroso dalle altre tipologie contrattuali, in particolare quelle che pur essendo di fatto subordinate, nella forma non lo sono. Tale erosione si manifesta nella certificazione di una precarietà che non risiede nell'onere del lavoratore di adattarsi a cambiare più lavori, ma nel mantenimento di un sistema che priva il lavoro della giusta retribuzione e non garantisce continuità e adeguatezza di versamenti contributivi e coperture assicurative. Nel ddl ciò avviene, ad esempio: attraverso l'eliminazione della causalità nei contratti a tempo determinato; l'aumento del rapporto tra lavoratori dell'azienda e apprendisti, nonché la possibilità di continuare ad assumerne di nuovi anche se non vengono stabilizzati quelli già impiegati; la conservazione del lavoro intermittente; l'equiparazione dei contributi nel lavoro a progetto ma non delle prestazione  dovute rispetto agli altri lavoratori (ad esempio la maternità, la copertura della malattia e dell'infortunio); l'allentamento dei criteri di presunta subordinazione, ma soprattutto l'individuazione di un livello reddituale molto basso (al di sotto di 18 mila euro annui lordi, pari a poco più di 750 euro mensili) superato il quale non possono operare le azioni di conversione delle false partite IVA e al contempo, in caso di conversione, l'obbligo per il giudice di dichiarare la sussistenza di un contratto di lavoro a progetto, anziché subordinato a tempo indeterminato;  sul versante dei licenziamenti individuali e collettivi si procede nella direzione della riduzione di garanzie al lavoratore attraverso l'introduzione o il rafforzamento di elementi vessatori, che è possibile desumere da: la decorrenza del licenziamento economico fin dalla sua comunicazione in caso di insuccesso della procedura di conciliazione e il riconoscimento dell'ASpI subordinato al successo della conciliazione; la tutela reale nel caso di insussistenza di licenziamenti motivati da ragioni economiche rimessa alla discrezionalità del giudice e non prevista esplicitamente come sanzione per l'illegittimità del licenziamento; l'insussistenza del fatto posto a base del licenziamento economico che deve apparire 'manifesto' perché possa essere riconosciuta l'illegittimità; il riconoscimento dell'indennizzo e non del reintegro,  in caso di licenziamento illegittimo, in caso di presenza di vizi formali nella procedura o di carenza di motivazione; l'indennità risarcitoria parametrata, in presenza di un riconosciuto licenziamento illegittimo, a quanto il lavoratore ha fatto o avrebbe potuto fare per procurarsi un nuovo lavoro;  sul versante degli ammortizzatori sociali viene smantellato l'attuale sistema, per crearne uno la cui unica ragione sociale dichiarata non viene realizzata perché non raggiunge l'obiettivo dell'universalità , non include effettivamente i lavoratori discontinui e non migliora le prestazioni: la c.d. mini ASpI viene riconosciuta per la metà delle settimane su cui sono stati versati i contributi, producendo un taglio rispetto al valore dell'indennità di disoccupazione con requisiti ridotti attualmente corrisposta; la previsione di copertura figurativa delle settimane lavorate nel biennio mobile, cumulata alla riduzione della durata di erogazione dell'indennità, produce un peggioramento significativo dei diritti previdenziali. I collaboratori a progetto non vengono inclusi strutturalmente nel sistema e i requisiti di accesso e le modalità di calcolo dell'indennità non estendono la sua applicazione e fanno diminuire gli importi spettanti. Pur procrastinato al 2017, l'abbassamento delle tutele nei confronti di chi oggi beneficia dell'indenni tà di mobilità è fortissimo, specie per i lavoratori più anziani. Il mantenimento di condizioni agevolate di finanziamento degli ammortizzatori sociali per alcuni settori non garantisce un sistema universale finanziato in eguale misura da tutti anche attraverso l'estensione delle tutele. Infine, per quanto riguarda gli ammortizzatori in deroga la previsione di spesa è insufficiente, avuto anche riguardo al perdurare della crisi e al venire meno, dal 2012, del concorso economico e funzionale delle Regioni, l'intesa con le quali scade nel 2012 e non è previsto il rinnovo;  sul versante dei fondi di solidarietà il sistema è discriminatorio in quanto esclude dalla loro copertura i lavoratori occupati in imprese con meno di 15 dipendenti. In tal modo il sistema non riesce ad essere universale, senza che sia possibile supplire all'esclusione attraverso il ricorso al modello alternativo previsto al comma 14 dell'articolo 3, consistente  in un adeguamento di quanto oggi è previsto in alcuni settori, come l'artigianato. Infatti, l'universalità delle tutele in costanza di rapporto di lavoro non viene assolto dalla riproposizione di un'esperienza di fonte pattizia che era giustificata proprio per l'assenza di uno strumento pubblico cui ricorrere. Inoltre il diritto all'erogazione dell'ASpI viene fatto derivare dall'avvenuta preventiva erogazione di un intervento integrativo da parte dell'ente bilaterale. Infine si realizza un trasferimento di risorse dai fondi interprofessionali, che sono uno strumento di politica attiva del lavoro, ad uno strumento di politica passiva;  gli elementi che precedono, esemplificativi ma non esaustivi, letti unitariamente appalesano una violazione del tessuto organico rappresentato dalle disposizioni della Costituzione precedentemente indicate;  la valutazione del ddl come corpus normativo unitario non consente di salvarne l'impianto  mediante la valorizzazione degli aspetti positivi che è possibile cogliere in singole disposizioni o commi;  inoltre lo stesso comportamento del Governo ha impedito di poter salvare nel ddl le parti che non pongono problemi di costituzionalità;  infatti, il Governo ha alterato il procedimento legislativo che richiede l'approvazione dei disegni di legge articolo per articolo e con votazione finale (art. 72 Cost.), mediante l'escamotage di accorpare gli originari 77 articoli di cui si componeva il ddl in soli 4 articoli, su ciascuno dei quali ha posto al Senato questioni di fiducia il 30 e 31 maggio 2012;  la scelta del Governo di annunciare la posizione della questione di fiducia sul provvedimento anche alla Camera dei deputati, senza consentire nessuna modifica al testo licenziato dal Senato, rafforza le ragioni di incostituzionalità, in quanto sottrae al Parlamento la funzione legislativa che è esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70 Cost.), in una materia caratterizzata da diritti fondamentali ed indisponibili;  lo strumento della posizione della fiducia, pur essendo una prerogativa del Governo (art. 94 Cost.), in uno con le altre scelte consentite dai regolamenti, si presta anche ad un uso distorto che finisce col diventare incompatibile con la Costituzione e la funzione legislativa.    delibera    di non procedere all'esame del disegno di legge".  Lo comunicano in una nota congiunta gli onorevoli dell'Idv, Donadi, Di Pietro, Paladini, Formisano, Evangelisti, Borghesi.

venerdì 22 giugno 2012

Dissuadori che dissuadono!


La scorsa settimana, per un pronto soccorso, è intervenuta in paese l'ambulanza del 118: all'altezza dei dissuasori di via Marconi è letteralmente sobbalzata, con tutte le conseguenze che si possono immaginare.

Alla luce del suddetto fatto, e atteso che le vie d'accesso a Turriaco sono limitate, INTERROGO la S.V. per sapere:

- quale normativa
di specie, anche regolamentare, è stata applicata

rilevato che pare sia vietato l’impiego di dossi sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento.


Chiedo copia di tutti gli atti amministrativi relativi all'installazione dei predetti dossi artificiali.

Distinti saluti.



dott. Pier Ugo CANDIDO
_____________________
consigliere comunale



I
talia dei Valori Lista Di Pietro
gruppo consiliare

TURRIACO (GO)

sito: italiadeivaloriturriaco.blogspot.com
facebook: idvturriaco


Ricevimento: Lunedì o Mercoledì dalle 18.00 alle 19.00
previo contatto via e-mail o telefonico
sala mediateca palazzo comunale
piazza Libertà Turriaco (Go)

Opponiamoci!

http://www.facebook.com/groups/270799976328237/

giovedì 21 giugno 2012

Assemblea permanente ELETTI IdV FVG.

Nasce il tavolo delle idee


MESSAGGERO VENETO 16 giugno 2012 —   pagina 12   sezione: Regione

UDINE - L’Italia dei Valori si è riunita in assemblea a Udine. La prima degli eletti nei vari enti territoriali del Friuli Venezia Giulia, presieduta dal consigliere provinciale di Pordenone Fabio Gasparini. Un confronto che il segretario regionale, Giovanni De Lorenzi, ha fortemente voluto per realizzare un “tavolo di confronto” tra i rappresentanti nelle istituzioni locali. De Lorenzi ha spiegato che le aspettative del Partito rispetto a questo organismo «sono elevate. Si tratta di un tavolo delle idee di grande utilità per esercitare funzioni di interscambio tra i nostri amministratori e realizzare una filiera di rappresentanza nei vari livelli istituzionali, dai comuni al parlamento e rappresenterà, altresì, un primo centro di elaborazione programmatica dopo il confronto con la base che sarà sentita, attraverso delle assemblee provinciali, già dai prossimi giorni».

tratto da RASSEGNA STAMPA IDV FVG

martedì 12 giugno 2012

giovedì 7 giugno 2012

mercoledì 6 giugno 2012

IdV a MONFALCONE: esiste?

Ancora una volta si sarebbe persa un'occasione per stare zitti: gettare discredito sul proprio partito, e sui partner di governo locale, farfugliando analisi sistemiche sulle attuali circostanze politiche monfalconesi, ma non solo, è mero esercizio retorico, che ha riflessi non poco significativi per tutti gli iscritti del territorio mandamentale. Ciò che appare è solo forma ma senza contenuto. Se le dichiarazioni giornalistiche, di Sara Soranzio - fantomatica segretaria di una segreteria che non è mai stata statutariamante prevista, e nemmeno avvallata, dall'IDV -  e dell'eclettico FAFio Favretto, fossero confermate ci sarebbe di che preoccuparsi, atteso che questa visione onirica del contesto reale, e di quello futuro, stravirerebbe dai dati fattuali in cui pure delle dimissioni sono maturate, e poi venute in essere. Per quanto detto sopra non possiamo pertanto condividere l'analisi a tutto tondo sulla situazione isontina così come grossolanamente espressa da Soranzio, FAFvretto  e Natural. Se non si conosce il territorio - e il territorio deve riconoscerti - e non si calca la scena politica, vivendone tutti i momenti edificanti, non si può certo pretendere di capire i meccanismi che ne governano gli sviluppi e le varie prospettive. Queste loro conclusioni appaiono pertanto prive di ogni sensato fondamento. Prefigurando scenari apocalittici questi dissidenti IDV gettano ombre sull'operato del coordinatore e del coordinamento provinciale che può, forse, avere tante pecche tranne quella di muoversi irrispettosamente, con poca avvedutezza e senza sentire la base. Un coordinamento è stato infatti convocato proprio il giorno martedì 5 di giugno per discutere anche della situazione di IdV a Monfalcone. Se poi di BASE si vuole parlare ci si dovrebbe domandare se a Monfalcone ne esiste veramente una e che fine hanno fatto gli ultimi iscritti del 2011; forse Favretto e Soranzio ne sanno qualcosa?
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lunedì 4 giugno 2012

W l'ITALIA.

Complimenti a Stefano Fassina, che ha detto ciò che molti pensano nel Pd, ma che pochissimi hanno il coraggio di dire pubblicamente. Sarà stata un’iniezione di siero della verità, realismo politico, un lapsus freudiano o altro, ma Fassina ha centrato la questione: meglio il voto delle sciagurate misure recessive e antisociali del governo Monti. In Transatlantico sono molti quelli che a quattr’occhi ti dicono che non ne possono più di questo governo, di dover votare provvedimenti in cui non credono per tenere in piedi il governo.
La pazienza si sta esaurendo anche in coloro che, a destra e a sinistra, hanno anteposto la tenuta del governo alla politica. Fassina ha semplicemente preso atto di una realtà che è davanti agli occhi di tutti. Questo governo non ha più una maggioranza parlamentare in grado di fare le riforme e di esprimere una linea economica, politica e sociale univoca.
 La pseudo-coalizione che sostiene il governo Monti è divisa su tutto ed ogni provvedimento è il frutto di un compromesso al ribasso. Dunque siamo d'accordo con Fassina: prima si va a votare meglio è. Il Paese ha bisogno di una guida politica stabile, condivisa dalla maggioranza degli italiani, in grado di fare il bene del paese.