lunedì 28 ottobre 2013

Storie di CENTRALI e adempimenti istituzionali.




AL SINDACO
del COMUNE DI TURRIACO

Chiedo se, sul documento http://aia.minambiente.it/DomandeAIADocumenti.aspx?id=582, il COMUNE ha presentato le debite osservazioni. Ciò nei trenta giorni fissati legislativamente (ex art. 29 quater comma 4 del d.lgs. n°152/2006): se sì, ne chiedo copia, se no, chiedo le motivazioni, anche per iscritto.

Altresì chiedo se sul documento DVA-2013-0023995.pdf (in allegato) il COMUNE ha presentato puntuali osservazioni, nei 45 gg dalla pubblicazione di legge (ex art. 20 d.lgs.152/2006): se sì, ne chiedo copia, se no, chiedo le motivazioni, anche per iscritto.

Distinti saluti.

martedì 22 ottobre 2013

QUESTIONE di SALUTE e LAVORO. INTERROGAZIONE al SINDACO e NOTA all'ASS2 Isontina.

Allo scrivente CONSIGLIERE COMUNALE consta che:
-l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) della Regione Friuli Venezia Giulia in giugno ha pubblicato il “Biomonitoraggio dell’inquinamento da gas fitotossici nella Regione Friuli Venezia Giulia tramite licheni come bioindicatori”; 
-  questo studio rileva il campionamento eseguito in 72 stazioni, distribuite in tutta la Regione, tra marzo 2011 e ottobre 2012;
-  secondo i dati analizzati i peggiori valori si manifestano in concentrazione elevate in prossimità della centrale termoelettrica di Monfalcone;
- vi siano sette classi di alterazione dei licheni, l’ultima con un'anomalia molto alta che indica di un inquinamento predominate;
-  dai dati, Monfalcone è nella classe 6 “alterazione alta” mentre , per capirci,Trieste , con la nota
Ferriera ,è nella classe 5, “alterazione media”;
- secondo i tecnici dell’ARPA l’origine delle alterazioni ambientali
registrate a Monfalcone, è legata alle emissioni della centrale a carbone del Gruppo A2A;
 -    scarseggiano le informazioni su molti inquinanti come i metalli, e loro ricadute territoriali (Turriaco e hinterland);
- già a suo tempo l'Enel, allora proprietario dell'impianto, ha commissionato uno studio di biomonitoraggio lichenico sui metalli pesanti, poi concluso nel 2001, depositato  al Comune di Monfalcone: lì si segnala la presenza di arsenico e cadmio, in prossimità dello sforamento del limite di concentrazioni naturali, oltre alla presenza di sostanze nocive;

- il cd. pinnacolo, cioè i fumi della centrale, si estendono, in virtù delle correnti atmosferiche,  fino ben oltre il comune di Turriaco, interessando il nostro territorio, con apparente rilievo inquinante;
 Tutto ciò premesso
interroga il SINDACO per sapere:
- se è stato coinvolto sugli studi succitati, o altri, allo scrivente sconosciuti, e di cui si chiede copia;
-       se intende valutare la possibilità di monitorare l'inquinamento atmosferico del proprio territorio, in comune accordo con altri limitrofi;
-       quali misure urgenti ha fino ad ora ha adottato, sul tema (inquinamento), a salvaguardia della salute della popolazione locale;
-       in caso di riconversione della centrale monfalconese, quale sia il Suo parere/progetto/intendimento di merito
-       in caso di chiusura come intenda occuparsi di salvaguardare le maestranze lì impiegate;
-        per quale oggettiva regione NON è stata mai convocata la COMMISIONE MANDAMENTALE sulla valutazione della centrale di Monfalcone, e quali iniziative (fornire copia) avrebbe messo in campo per sollecitare ( come affermato verbalmente) la riunione di questa specifica assise, deliberata, all'unanimità, da questo consiglio comunale.

 

Spettabile
ASS 2 ISONTINA
PREVENZIONE e PROTEZIONE
per il tramite del SINDACO di Turriaco.
Allo scrivente CONSIGLIERE COMUNALE consta che:
-  l'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) della Regione Friuli Venezia Giulia in giugno ha pubblicato il “Biomonitoraggio dell’inquinamento da gas fitotossici nella Regione Friuli Venezia Giulia tramite licheni come bioindicatori”; 
-  questo studio rileva il campionamento eseguito in 72 stazioni, distribuite in tutta la Regione, tra marzo 2011 e ottobre 2012;
 -  secondo i dati analizzati i peggiori valori si manifestano in concentrazione elevate in prossimità della centrale termoelettrica di Monfalcone;
 - vi siano sette classi di alterazione dei licheni, l’ultima con un'anomalia molto alta che indica di un inquinamento predominate;
 - dai dati, Monfalcone è nella classe 6 “alterazione alta” mentre, per capirci, Trieste, con la nota Ferriera, è nella classe 5, “alterazione media”;
 - secondo i tecnici dell’ARPA l’origine delle alterazioni ambientali registrate a Monfalcone,  è legata alle emissioni della centrale a carbone del Gruppo  A2A;
 -    scarseggiano le informazioni su molti inquinanti come i metalli, e loro ricadute territoriali (Turriaco e hinterland);
 - già a suo tempo l'Enel, allora proprietario dell'impianto, ha commissionato uno studio di biomonitoraggio lichenico sui metalli pesanti, poi concluso nel 2001, depositato  al Comune di Monfalcone: lì si segnala la presenza di arsenico e cadmio, in prossimità dello sforamento del limite di concentrazioni naturali, oltre alla presenza di sostanze nocive;

- il cd. pinnacolo, cioè i fumi della centrale, si estendono, in virtù delle correnti atmosferiche,  fino ben oltre  il comune di Turriaco, interessando il nostro territorio, con apparente rilievo inquinante;

 Tutto ciò premesso per il tramite del Signor SINDACO del Comune di Turriaco:

CHIEDE
 all'ASS 2 Isontina Dipartimento di Prevenzione e Salute ambientale,  
- se è stata coinvolta sugli studi succitati, o altri, allo scrivente sconosciuti, e di cui chiede copia;
- se ha monitorato, o intende monitorare, secondo le proprie competenze, l'inquinamento atmosferico del proprio territorio, o le ricadute territoriali, in termini di prevenzione/protezione;
 - quale verifiche, di competenza, sono state effettuate sui lavoratori impiegati in A2A, stabilimento di Monfalcone.

Distinti saluti.

domenica 20 ottobre 2013

Comune di Turriaco. Rischio aeroportuale & omissioni. IL CASO.

E' un mistero il perchè il Comune di Turriaco non abbia predisposto, e deliberato, ancora il Piano di Rischio per incidente aereo. Un atto che è, e rimane, obbligatorio, per le adiacenze comunali di tutte le piste italiane. Mappare, accatastare le localizzazioni e verificare il rischio terzi: perché non si fa? Chi, nel malaugurato caso, dovrà assumersi l'eventuale responsabilità? A nessuno fa specie questo atteggiamento pilatesco dell'istituzione comunale? Un piano che è essenziale. Fondamentale a garantire la sicurezza delle operazioni di volo e la tutela, la salvaguardia per i cittadini, per chiunque operi, sia presente o comunque svolga una attività lavorativa nell'intorno delle piste di volo. Ma cosa accade quando il Comune persevera nel non adottare il piano di rischio per incidente aereo il suo territorio? Cosa accade quando ENAC, nonostante la stringente normativa esistente, e varie segnalazioni, non vincola e vigila sull'utilizzo, sulla modalità esecutiva delle misure a tutela dei cittadini, della popolazione? L'articolo 707 del Codice della Navigazione Aerea è stato modificato da tempo, con il D.Lgs n. 151 del 15 marzo 2006. Anche il Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli Aeroporti è stato aggiornato, anche recentemente. L'analisi sul modello del rischio incidentali è stato definito e reso trasparente: - modello probabilistico degli incidenti, - modello di localizzazione degli incidenti, - modello per le conseguenze degli incidenti. ENAC è stata circostanziata: “Si precisa che nella redazione dei piani di rischio oltre a seguire le indicazioni contenute al paragrafo 6 del capitolo 9 del Regolamento, massima attenzione va posta sulle attività sensibili quali: - insediamenti ad elevato affollamento (centri commerciali, alberghi, stadi, …); - nuove edificazioni che se coinvolte in un eventuale incidente possono creare pericolo di incendio o comunque di amplificazione del danno sia all’ambiente che all’aeromobile stesso, quali ad esempio distributori di carburante, depositi di liquidi infiammabili, industrie chimiche e consistenti insediamenti ubicati lungo le direzioni di atterraggio e decollo ed in prossimità dell’aeroporto in aree ancora sostanzialmente libere. In occasione della presentazione dei piani di rischio l’ENAC si riserva la facoltà di verificare la presenza di opere, impianti ed attività che possono costituire pericolo per la navigazione aerea ai sensi dell’articolo 711 del Codice della Navigazione ai fini della loro eliminazione. Rientrano tra tali pericoli ad esempio distributori di carburante e depositi di liquidi e gas infiammabili e/o esplosivi. Insomma la catalogazione è esaustiva, ma a Turriaco pare non serva: a poco servirà pure la ricorrente, e fantastica, giustificazione “Abbiamo norme locali più severe!” Come dire “So guidare l’automobile a cosa mi serve la patente?”.

giovedì 17 ottobre 2013

Questione A2A: la "sfida", per la SALUTE, corre sul web!

Si valuti:

http://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2012/09/SEN-2.pdf

http://collettivodifesalitoralecarsico.noblogs.org/files/2012/11/2012119912470.A2Atavolo.pdf

http://collettivodifesalitoralecarsico.noblogs.org/files/2012/11/DSA-DEC-2009-0000229.pdf