martedì 23 novembre 2010

DIMISSIONI e RIMPASTI. Il consiglio comunale del 22 novembre 2010.

Oggetto: Consiglio comunale del 22 novembre 2010 /punto 1 odg - Surroga consigliere dimissionario e convalida elezione 1° dei non eletti e punto12 odg - Comunicazioni del Sindaco - INTERVENTO

Le dimissioni del Vicesindaco, e in primis amico e consigliere Mario SCHIAVON, non hanno una genesi in fattori determinati dalla vita politico-partitica di Turriaco. Questo è oltremodo ovvio, ancorché evidente, nonostante che alcune argomentazioni diffuse a mezzo stampa, previamente a questo consiglio comunale, potessero portare altrove. E’ chiaro che chi volesse “lucrare” sulle circostanze di questo atto, sulla sua natura e carattere prettamente personale, e sui motivi non politici dello stesso sarebbe uno sprovveduto.

Invero ha rilievo politico la nomina del nuovo Vicesindaco, anticipata alla comunità e quindi ai consiglieri comunali meramente sul quotidiano locale di riferimento: questo la “dice lunga”, e purtroppo ancora una volta, su come la democrazia partecipata, che passa anche per una corretta e preventiva informazione istituzionale, sia concetto di cui il primo cittadino, e la sua ensemble, sia sprovvisto.

La vicenda, di cui prendiamo atto e che affrontiamo istituzionalmente oggi, ha comportato quindi l’inaspettata, e penso da nessuno auspicata, fuoriuscita del cuore e cervello di questo esecutivo.

La nomina del dott. Enrico Bullian a Vicesindaco segna definitivamente l’indebolimento politico della giunta e di tutta la maggioranza.

Da un lato perché dimostra, e conferma, che l’assurda tesi sostenuta in campagna elettorale – da chi oggi localmente ci governa – sulla cosiddetta “purezza della razza politica turriachese” (spiego ai più per evitare gli ennesimi e strumentali fraintendimenti dai banchi della maggioranza: nelle liste della attuale maggioranza consiliare potevano candidarsi solo persone con rigoroso e immacolato albero genealogico turriachese, residenti e viventi a Turriaco) si è sgretolata; per fortuna dato il suo evidente anacronismo.

Dall’altro perché il partito della Rifondazione (?) Comunista con la sua risicata e esogena attuale rappresentanza schiaccia il partito maggioritario, quello Democratico (PD), che attesta una sostanziale regressione di posizioni storicamente “conquistate” non potendo, volendo, essendo in grado di esprimere né in via autorevole né autoritaria un candidato Vicesindaco.
Da oppositori guardiamo con attenzione, quella di chi è osservatore privilegiato, questa fenomenologia politico-partitica (Milano docet?) significando, in tutte le sedi, in primis qui oggi in consiglio comunale, l’assoluta incongruità tra quanto proclamato in campagna elettorale e poi fatto: ciò che viene, sempre più spesso, a reale esistenza sconfessa ogni proposito, ridotto quindi a slogan puramente elettoralistico, di questa maggioranza.

LA VENDITA di IRIS SpA. Intervento in Consiglio comunale.


Oggetto: Consiglio comunale del 22 novembre 2010 – PROPOSTA di DELIBERAZIONE CONSILIARE: Approvazione dell’operazione societaria per la costituzione di Ambiente NEWCO  per la gestione del ramo ambiente di IRIS………-  Testo discussione e dichiarazione di voto.

DISCUSSIONE

Parto signor Sindaco da una delle Sue ultime argomentazioni : “Sono troppi i punti di domanda” per significare che se lo sono per Lei figuriamoci per noi.
Nei fatti.
Leggendo l’intricata e corposa documentazione, che da sempre accompagna ogni operazione societaria di IRIS SpA & c., emerge da un lato una certa difficoltà interpretativa atteso che gli atti relativi sono forse più propriamente ascrivibili alle capacità di tecnici della privatizzazione pubblica che a quelle di un consigliere comunale, viste anche le limitate tempistiche d’esame degli atti: parlo ovviamente solo per me, gli altri colleghi dicano la loro: se vogliono! Dall’altro lato si evince che il processo di “scatole cinesi”* avviato più d’un anno fa ha condotto con alta probabilità alla completa dismissione di un patrimonio pubblico. Quel patrimonio pubblico frutto di un lungo percorso di “ cooperazione” tra enti locali bisiachi e isontini, che oggi, con queste radicali operazioni societarie, viene letteralmente cancellato: spariscono d’un sol colpo le storie, ricche di spirito consorziale, di CIAG, CISAR, ENAM per ricordarne la sequenza temporale di venuta ad esistenza.
Fa specie che gli attori di questa operazione di natura squisitamente commerciale siano purtroppo politicamente figli di chi anni fa aveva lungimirantemente voluto un servizio pubblico di acqua, gas, raccolta rifiuti e energia su base consorziale con tutti gli evidenti benefici all’utenza: costi calmierati con tariffe semplici e trasparenti!
Oggi è proprio l’utenza a passare in secondo piano insieme ai padri di quella che è definibile una preziosa collaborazione d’utilità pubblica. E non ci saranno “figliol prodighi”, nel senso che non si tornerà più indietro. Qui si dismette tout court applicando a testa bassa le logiche del Governo centrale e pure le rigide e quantomai stravolgenti normative. Si cita in atti più volte il D.L. 78 /2010 convertito in L.122/2010 ed ancora il D.L. 112/08 diventato L.133/08: tutte leggi berlusconiane. E tutti zitti!
Ed ancora.
Non si è mai visto che il Comune – il controllore – venga svuotato periodicamente delle proprie prerogative di vigilante pubblico privilegiato sulle proprie partecipate - il controllato. IRIS SpA prepara gli atti e il Comune ne propone o approva i testi senza nemmeno curarsi di correggere evidenti errori di forma e merito.
In questo contesto fossi questa maggioranza, acclarata una certa sua fidelizzazione ad IRIS SpA e suoi percorsi privatizzanti, mi sentirei quantomeno moralmente a disagio oltre che istituzionalmente impacciato. Per fortuna non sono in questa condizione e con IRIS SpA, a parte qualche utenza, non ho niente a che fare!
I cittadini certamente sapranno ben valutare questa pesante eredità che parte di questo consiglio comunale, con il proprio voto favorevole, e già con quelli precedenti, consegna all’avvenire comunitario privatizzando storici servizi pubblici. Servizi “profumatamente” pagati negli anni dai cittadini che adesso vengono svenduti o fatti oggetto di semplici operazioni di maquillage.
Nel merito.
Il richiamo in atti all’art. 14 cm. 32 del D.L. 78/2010 mi pare sia fuorviante.
Il prodotto legislativo -  D.L. 78/2010 e D.L. 112/08 - di berlusconiana fattura, è frutto di una stessa matrice. Nella documentazione si fa un uso strategico, e allarmistico, delle norme citate usandole  “ad usum delphini” per favorire l’operazione societaria odierna, come tutte quelle che l’hanno preceduta. L’uso di locuzioni del tipo “appare compatibile” (punto 2.2.2 pag. 8 del Documento riservato soci Iris) non fornisce assolutamente un quadro di certezza su ciò che si compirà. Anche la fumosa rappresentazione dei due livelli di gestione del piano rifiuti (regionale e provinciale) non fa che contribuire alla non chiarezza dell’intero impianto documentale.

Le anticipo in questa sede la mia dichiarazione di voto così agevolo quella economia di tempi procedurali da Lei sempre lamentati in ogni assise e ad ogni intervento della minoranza: ciò secondo me a detrimento di un sereno dibattito consiliare.

DICHIARAZIONE di VOTO

Ho già manifestato, nel corso di precedenti deliberazioni e anche pubblicamente in varie sedi, l’espressa contrarietà a dismissioni di patrimoni pubblici, in specie quello di IRIS, e sue articolazioni funzionali, che storicamente ha retto, sul territorio, le sorti di una socialità del servizio pubblico riservando tra l’altro, un’attenzione particolare, e professionalmente elevata, all’utenza: società meramente capitalistiche non riusciranno mai ad assicurare questo. Come affermato da molti, e in diverse sedi e circostanze, fa specie che sia proprio il Comune di Turriaco, così come oggi rappresentato anche in quest’assise, a fare quest’operazione di valore sostanzialmente commerciale.
Come capogruppo consiliare Italia dei Valori - Di Pietro esprimo il mio  voto contrario a quanto espresso in oggetto della proposta di deliberazione consiliare ora in votazione.

* nel senso letterale del termine: scatole artigianali cinesi che hanno una grande includente altre più piccole. Ciò a bontà delle mie affermazioni in tutta risposta alla pregiudiziale osservazione del consigliere Maurizio Zorba che malamente l’ha interpretata nel senso di artificio e/o raggiro.

venerdì 19 novembre 2010

Turriaco.Consiglio comunale.

Lunedì 22 novembre ore 20.00
presso la sala consiliare di piazza Libertà a Turriaco.

giovedì 18 novembre 2010

Comparto unico: siamo alla deriva?

Comunicato stampa



Il coordinamento regionale IdV ritorna sulla questione del comparto unico.

Il primo dato sostanziale è che ad oggi rimane ancora in un quadro d'assoluta incertezza la questione sulla costituzione della massa salariale - pari 602.159.002, 21 milioni di € secondo i datori di lavoro. La funzione pubblica regionale, emissaria dei poteri forti degli enti locali, non ha ancora dettagliatamente specificato tela dato complessivo. Aritmenticamente, calcolando il famigerato 3,2% del "brunettapensiero", è banale arrivare ai 19.269.088,07 € stabiliti come tranche totale d'aumento se la base è quella minima di un'indefinita massa salariale. Il secondo dato emergente è quello per cui non si comprende perchè i dipendenti di Comuni, Province e delle altre articolazioni giuridiche degli ee.ll. debbano prendere, da gennaio a novembre 2009, un aumento, tradotto in mera vacanza contrattuale, uguale all'1,1 %. Va significato a chi non è del mestiere, e paiono tanti seduti qua e là, che un indice di riferimento per gli aumenti annuali è rappresentato da sempre dal tasso di inflazione programmata: guarda caso per il 2009, l'intero anno 2009, è del 1,5%. L'1,1% suddetto è molto al di sotto dell 1,5%.Anche la Corte dei Conti nella certificazione data al recente contratto, quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007 e 2008-2009, del personale dirigente del comparto unico regionale ha rilevato come l'atteggiamento datoriale sia parco in tema di aumenti, anzi addirittura al di sotto dei parametri percentuali di riferimento: nel biennio 2006-2007 è stato apllicato il 3,41% rispetto al 4,85% dato dalle direttive regionali e nel biennio 2008-2009 c'è stato un 3,07%inferiore al 3, 2%, che è il tasso di inflazione programmta per le due annualità. Queste considerazioni proiettano indubbiamente un quadro sconfortante che vede quindi, facendo un'utile trasposizione dei dati della giurisizione pubblica contabile, la Regione, supportata anacronisticamente da discutibili posizioni sindacali, perseguire una strategia del massimo ribasso e risparmio. Strategia che passa attraverso la "mortificazione" delle attività del personale dipendente che in costanza di vacanza contrattaule ha sempre e comunque assicurato livelli d'efficienza altissimi. Ciò rappresenta un duro attacco, e da più lati, al sereno regime contrattuale regionale, che dal lontano 2001 regge le sorti giuridiche ed economiche dei lavoratori di tutte le autonomie locali.

martedì 16 novembre 2010

Turriaco sott'acqua.

Comune di Turriaco

Gruppo consiliare Il Paese in comune

Gruppo consiliare Italia dei Valori - Di Pietro

COMUNICATO STAMPA

A Turriaco il caso degli allagamenti, purtroppo ricorrenti, e del mancato funzionamento delle pompe idrauliche, in gestione a Irisacqua, rappresenta l’eclatanza del mancato raccordo tra controllore e controllato in sede di cura d’interessi pubblici. La candida affermazione per cui il Comune si sentiva rincuorato dalle assicurazioni di Iris sul fatto che le verifiche tecniche agli impianti di sollevamento erano state eseguite, non è sufficiente a risolvere le problematiche venute alla luce e fa emergere drammaticamente il problema dell’insufficiente controllo, e gestione, dell’amministrazione in tema di sicurezza idrogeologica. La cementificazione selvaggia e l’intombamento degli storici canali di scolo naturale delle acque piovane aggiungono al malfunzionamento dei suddetti apparati idrici, che dovrebbero essere adeguatamente manutenuti, una serie di disagi continui alla collettività: ogni rilevante precipitazione “meteo” diventa allora emergenza. C’è da aggiungere, in merito allo sviluppo armonico e alle scelte di carattere programmatorio sull’edilizia e urbanistica, che se gli organismi pubblici non sono previamente e fattivamente vigili sul proprio territorio, e sullo sviluppo dello stesso, danni alla comunità si possono sempre potenzialmente verificare. Quelli che la cospicua quantità d’acqua ha provocato, un po’ ovunque in bisiacaria, allagando scantinati, taverne, sottointerrati e garage hanno scosso non poco la cittadinanza che ora chiede, giustamente, un congruo risarcimento e l’individuazione delle responsabilità. Nel merito i gruppi consiliari Italia dei Valori, che anche recentemente è intervenuta sul tema del rischio e dissesto idrogeologico locale, e il Paese in comune interrogheranno il Sindaco Brumat onde comprendere le ragioni degli evidenti deficit tecnico-organizzativi e l’imputazione delle responsabilità.

mercoledì 10 novembre 2010

Il comparto unico regionale. Vicende contrattuali e sorti dei dipendenti.

ITALIA DEI VALORI INTERVIENE SUL RINNOVO DEL COMPARTO PUBBLICO



De Lorenzi e Candido: ondivago il comportamento della funzione pubblica regionale






Italia dei Valori interviene su l’ormai annosa questione del rinnovo contrattuale relativo al biennio 2008-2009 del Comparto Unico – che interessa sedicimila dipendenti degli enti locali – che ormai pare arenata: “da un lato per presunte, e oramai ricorrenti, divisioni sindacali dall’altro per il solito e ingiustificato oltranzismo istituzionale e dei propri organismi rappresentativi, quali Anci, Upi e Uncem”.

“L’assessore Garlatti – afferma Pier Ugo Candido del Coordinamento Regionale IDV - “spara” cifre sulla massa salariale – che a detta sua sarebbe di 602 milioni di euro – da cui dovrebbe derivare la proposta d’aumento dello 3,2% che, calcolatrice alla mano, non corrisponde ai dati reali e presentati alle parti sociali. Ed ancora: l’assessore regionale, in consiglio e sulla stampa, afferma che ci sarebbero 30 milioni di euro per chiudere il contratto, anche considerando che spesa per il biennio e la spesa a regime non sono la stessa cosa. La domanda che ne deriva è: dove sono finite allora queste risorse? La proposta sindacale, quella del 7 di ottobre di tutti e sei i sindacati presenti al tavolo negoziale, prevede 20.800.000 di spesa a regime, 1.600.000 di differenza rispetto a quella datoriale”.

“Oltre a ribadire che i dipendenti degli enti locali non hanno mai avuto la quattordicesima – potrebbe rappresentare un gradito auspicio – secondo Candido - è assolutamente incondivisibile la gestione di questa trattativa negoziale che affronta solo a ridosso del 2011 le sorti contrattuali arretrate di migliaia di lavoratori, per altro accumulando, in itinere, altra vacanza contrattuale”

Per l’Italia dei Valori – prosegue l’esponente IDV - il perché di questa ondivaga posizione della funzione pubblica regionale è chiaro: “se il contratto regionale va rinnovato lo si fa col 3,2% su base nazionale, con un chiaro risparmio sugli arretrati. Se non va rinnovato, in una logica “brunettiana”, l’obiettivo è procrastinare sine die la partita per infilarsi nell’imbuto dei blocchi triennali contrattuali, stabiliti da una legge nazionale, la 122 del luglio 2010, sempre che questa si applichi alla regione FVG”.

Interviene anche il nuovo Segretario Regionale IDV, Giovanni De Lorenzi, “in questo contesto di regionalizzazione del contratto di lavoro c’è da chiedersi dov’è finita la riforma del pubblico impiego che si doveva incardinare col processo negoziale in atto, onde arrivare ad una chiara e precisa regolamentazione normativa di tutto comparto unico, senza fughe in avanti di nessuno”

“L’Italia dei Valori – chiude De Lorenzi - nel monitorare la partita contrattuale seguirà costantemente, con un proprio dipartimento tematico, le sorti delle miglia di dipendenti. In coerenza coi propri principi e dichiara il proprio sostegno a tutte le forze sociali che preordinano la concretezza dell’azione all’inutile demagogia di facciata”



Udine, 10 novembre 2010



Coordinamento Regionale Italia dei Valori Friuli Venezia Giulia