giovedì 31 marzo 2011

Ogni bel gioco stufa: la triste ATTUALITA'. Il processo di Milano & il rubygate.


PREMESSA: Dopo le puntate di  ANNO ZERO è bene ricordare alcuni punti salienti del nostro codice penale vigente relativi alla vicenda intercettazioni, e pubblicazione sui giornali di parte di corrispondenza riservata.



Art. 615-ter.
Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico.
Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni:
1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
2) se il colpevole per commettere il fatto usa violenza sulle cose o alle persone, ovvero se è palesamente armato;
3) se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del sistema o l'interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.
Qualora i fatti di cui ai commi primo e secondo riguardino sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è, rispettivamente, della reclusione da uno a cinque anni e da tre a otto anni.
Nel caso previsto dal primo comma il delitto è punibile a querela della persona offesa; negli altri casi si procede d'ufficio.
Sezione V
Dei delitti contro la inviolabilità dei segreti
Art. 616.
Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza.
Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prenderne o di farne da altri prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta , ovvero, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime, è punito, se il fatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516.
Se il colpevole, senza giusta causa, rivela, in tutto o in parte, il contenuto della corrispondenza, è punito, se dal fatto deriva nocumento ed il fatto medesimo non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a tre anni.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa.
Agli effetti delle disposizioni di questa sezione, per "corrispondenza" si intende quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica, ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza.

Art. 618.
Rivelazione del contenuto di corrispondenza.
Chiunque, fuori dei casi preveduti dall'articolo 616, essendo venuto abusivamente a cognizione del contenuto di una corrispondenza a lui non diretta, che doveva rimanere segreta, senza giusta causa lo rivela, in tutto o in parte, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a euro 516.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

Art. 621.
Rivelazione del contenuto di documenti segreti.
Chiunque, essendo venuto abusivamente a cognizione del contenuto, che debba rimanere segreto, di altrui atti o documenti, pubblici o privati, non costituenti corrispondenza, lo rivela, senza giusta causa, ovvero lo impiega a proprio o altrui profitto, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione fino a tre anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032.
Agli effetti della disposizione di cui al primo comma è considerato documento anche qualunque supporto informatico contenente dati, informazioni o programmi.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

L'elencazione serve UNICAMENTE a focalizzare i punti salienti che riguardano aspetti penali della vicenda RUBYGATE. Altre congetture e/o equivocazioni - di cui siamo stati edotti - riferite ai contenuti di questa INFORMAZIONE di SERVIZIO non sarebbero quindi assolutamente pertinenti.

mercoledì 30 marzo 2011

Il NECESSARIO recupero di CITTA' MANDAMENTO.


Il dipartimento regionale EE.LL.& WELFARE dell’Italia dei Valori - Lista Di Pietro ritiene prioritario, anche per Monfalcone, il recupero del PROGETTO CITTA’ MANDAMENTO, di cui la città dei cantieri è attualmente comune capofila. Nato sperimentalmente attorno agli anni ’90 per la volontà, e la lungimiranza di qualche amministratore locale, avrebbe dovuto, negli anni a seguire, fare “sistema locale” creando organicamente le basi per l’omogeneizzazione di tutti i servizi pubblici con una rete intercomunale di fruitori. In estrema sintesi, ad esempio, il cittadino, primo beneficiario delle utilità che ne sarebbero derivate, avrebbe potuto, in qualsiasi delle nove municipalità aderenti, ricevere gli stessi servizi, migliorati, propri del Comune di residenza e altri di cui ne era sprovvisto; ciò favorendo un congruo contenimento di costi pubblici a carico dello stesso cittadino. In sostanza migliori servizi unificati per costi sociali contenuti. Purtroppo, aldilà di qualche rara eccezione, i progetti applicativi di CITTA’MANDAMENTO di fatto sono rimasti pressoché sulla carta. E’ inequivocabile che, per operare, oggi, il soggetto pubblico, sia esso Stato o Ente locale, deve oramai orientarsi verso risorse ed obiettivi territoriali, che siano universalmente riconosciuti tali oltre ad essere condivisi e condivisibili: progetti attuabili su base locale a totale beneficio della comunità d’afferenza. E’ il territorio, quindi, che andrebbe maggiormente coinvolto o quantomeno rivalutato. I vari soggetti sociali, che ruotano attorno all’ente locale -  questo dovrebbe delegare loro, e per materia, vari processi organizzativi e esecutivi -  diverrebbero attuatori in misura semplice, flessibile e cooperativistica di modelli di servizi legati ai reali e specifici bisogni/contesti di riferimento. Il progetto mandamentale era appunto ritagliato perfettamente per queste specificità, in un territorio costituito da nove comuni del basso isontino. Caratteristica precipua che, ad esempio, una Città comune o una Città Unica – due o tre comuni uniti - non ha e mai potrà avere. Il concetto di  Città comune o similare, contrapposto al modello di sviluppo mandamentale, di fatto cristallizzerebbe, solo differenziandoli, gli attuali costi delle varie “macchine comunali”, in tutte le molteplici sfaccettature, e accentuerebbe i già presenti campanilismi elevandoli a potenza: due o tre comuni in uno solo, gli eletti, e sei, gli esclusi! Nel panorama mandamentale v’è già sufficiente contezza di antagonismi ancestrali per non amplificarli con altre forme amministrative disordinate di gestione della “cosa pubblica”. Per ricorrere ancora ad esempi: ad oggi si consumano competizioni tra “quello” e “quell’altro” comune, seppur afferenti allo stesso territorio; tra associazioni che si moltiplicano e si prodigano a alzare la voce più di altri in nome della difesa della stessa cultura locale. Insomma il minimo comune denominatore, lo stesso territorio o la stessa cultura locale, diventa motivo di divisione quando invece dovrebbe unire. Aldilà di questa digressione esemplificativa sarebbe utile e molto semplice mettere insieme le forze ottimizzandone gli sforzi: un fazzoletto di terra com’è quello mandamentale non può permettersi dispersioni e divagazioni operative. Gli enti locali, e i loro rappresentanti, superino l’impasse attuale, causato da un lato, forse, dall’eccessiva burocratizzazione del progetto e dall’altro da una visione ristretta e campanilistica di Città Mandamento. Per favorire un’inversione di tendenza ogni primo cittadino non dovrebbe più limitarsi alla “cura” territoriale del proprio “ambito elettorale” ma spingersi oltre e fare “rete” col comune contermine. Ognuno potrebbe così addivenire a ruolo di compartecipe nella gestione ottimale, e su larga scala, di servizi pubblici, superando ogni logica di stretto confine, a beneficio, ovviamente, della  collettività: questa sì unica.

4000 visualizzazioni!

Un bel risultato per il nostro BLOG!

L.A.R.E.M. Gorizia: c'è! Presentazione ufficiale di martedi' 22 marzo 2011.

Laboratory for Research in Economics and Management.
Founded in 2006 to carry out research and consulting projects on strategic and operational management issues of interest to both private and public sector organizations.
Laboratory for Research in Economics and Management (LAREM)
Department of Economics and Management
Udine University (Gorizia Campus)
Via Diaz 5 - 34170 Gorizia, Italy
Phone (+390481) 580-311 secretariat, -346 direct; fax (+390481) 580-320

sabato 26 marzo 2011

Avviso al folto pubblico.

Per un DISGUIDO INFORMATICO il BLOG in questi giorni non era attivo.
Ora è di nuovo funzionante. 

Ci si scusa di un tanto.

lunedì 21 marzo 2011

domenica 20 marzo 2011

Liste & pensieri.

Gli iscritti, e simpatizzanti, dell'ITALIA dei LAVORI - LISTA DI PIETRO di Turriaco confidano acchè le costituende le liste del partito, per le prossime amm.ve locali,  possano essere RAPPRESENTATIVE, CONDIVISE e AUTOREVOLI: come nelle caratteristiche precipue di IdV.

martedì 8 marzo 2011

8 marzo 2011. Dimissioni.

COMUNICAZIONE

Il Presidente del Circolo IdV Mandamentale ha rassegnato le dimissioni. Il blog e l'indirizzo e-mail di riferimento saranno a breve disattivati.