mercoledì 30 maggio 2012

Turriaco. Il volere del Sindaco è l'antidemocrazia! Si DIMETTA!

Il punto 1 dell’ordine del giorno del consiglio comunale del 28 maggio prevedeva l'approvazione del verbale della seduta precedente. Dopo l'avvenuta lettura del citato punto, da parte del Sindaco, il consigliere Petean rilevava una carenza nella trascrizione di un suo intervento; quello del consiglio precedente svoltosi il 30 aprile.   Relativamente all'approvazione della variante al P.R.G.C. -  la n°12 -  l’osservazione attuale mirava a integrare l’allora sua esposizione verbale atteso che il testo della delibera consiliare riportatava insufficientemente quanto affermato dal consigliere stesso che invece aveva anche affermato, rivolgendosi al professionisra redattore del piano urbanistico: “Se le case che attualmente si possono ristrutturare, sfitte, nonché le aree edificabili ancora esistenti sodisferebbero le esigenze di incremento degli abitanti di Turriaco previsti nel piano per un decennio fino a 3090 , pur rimanendo nell'equilibrio dei servizi ad oggi offerti”. L'Ing.Nonino, estensore della variante al P.G.R.C., rispondeva, e senza esitazione in modo affermativo. Alla richiesta del consigliere Petean di integrare e precisare nel verbale quanto da lui dichiarato, appunto nella seduta del 30 aprile, il Sindaco riteneva non opportuno accogliere tale richiesta.  Al contempo, sempre sul punto 1. dell'approvazione dei verbali precedenti, interveniva, per l’IdV, Pier Ugo CANDIDO, e per la lista civica, Livio SPANGHERO, significando come da sempre i due gruppi consiliari avevano richiesto la registrazione delle sedute  (e pure la videoregistrazione proponendo nel 2009 un minuzioso regolamento), onde garantire, poi, che quanto discusso fosse fedelmente corrisposto da quanto scritto in atti. Candido, oltre alle ricorrenti omisssioni, rilevava altresì il fatto di aver più volte evidenziato che gli interventi a lui riferiti dovevano essere pedissequamente riportati in delibera. Troppo spesso si è invece assistito a produzioni cartacee squilibrate, e a favore sempre del Sindaco. Gli interventi meritori di Idv e Il Paese in comune, che in atti risultano sempre sofferenti di deficit testuali, vengo tradotti, e ridotti, a “frasette” di circostanza che decontestualizzano il vero dibattito: la logica è quella di rendere, all'ignaro lettore, banali e ridicoli  gli interventi di questa parte dell'opposizione. L'unica, per dire la verità. Il Sindaco, nonostante i sostanziali rilievi mossi, e nel silenzio di tutta la maggioranza, ha cassato ogni osservazione di Idv e Il paese in comune: il verbo, che vale a Turriaco, è solo il suo. Ad altri nulla di democraticamente è concesso, specie se si discorre di edilizia,urbanistica e lavori pubblici, veri nervi scoperti di questa amministrazione "Brumat". San Canzian d'Isonzo, purtroppo, docet!

I capigruppo consiliari
 

Duilio PETEAN
Pier Ugo CANDIDO

lunedì 28 maggio 2012

Turriaco: NO al democratico CONFRONTO in aula!

Turriaco
Consiglio comunale del 28 maggio 2012

Il virus dell'ANTIDEMOCRAZIA si sta territorialmente diffondendo!!!!
  
A Turriaco il Sindaco Brumat emula l'episodio di San Canzian d'Isonzo e applica la cesura agli interventi dell'opposizione. Mentre si trattava del PUNTO 1 dell'odg dell'odierno consiglio comunale (APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA PRECEDENTE, quindi figuratevi che rilievo d'argomento) Idv e lista civica il Paese in comune hanno semplicemente chiesto di correggere alcuni processi verbali erroneamente riportati a testo di delibera o deficitanti del senso reale espresso dai consiglieri stessi. Per tutta risposta il Sindaco non ha accolto la richiesta tagliando corto - al solito - dicendo che Lui si ricorda che è stato detto colà. Vabbè. Questo è il senso della partecipazione e del democratico rispetto/confronto che vige a Turriaco, ma non solo lì. Che tra quelle righe si sia toccato qualche "nervetto" scoperto a noi ancora sconosciuto?

San Canzian d'Isonzo: NO al democratico CONFRONTO in AULA!


mercoledì 23 maggio 2012

lunedì 21 maggio 2012

Accadde a Turriaco. Perchè la maggioranza avrebbe INUTILMENTE banalizzato, e polemizzato, il problema dell'ETERNIT in campo di calcio?

 

E’ di questi giorni il deposito delle motivazioni della sentenza del Tribunale di Torino sul caso del gruppo industriale “Eternit”.
L’eternit, noto anche come cemento-amianto o fibrocemento, è una miscela di cemento ed amianto nel rapporto di 6:1 che, se opportunamente trattata, si presta alla produzione di svariati manufatti.
Fin dagli anni Trenta venne stretta un’intesa per il controllo del mercato mondiale dell’amianto tra tre società: la Saiac Ag, ossia il cartello europeo, la Turner & Newall Limited del Regno Unito e la Johns-Manville Corporation degli Stati Uniti.
Nel 1962 la Commissione della Comunità economica europea emana la Raccomandazione n. 2188 con la quale si invitavano gli Stati membri ad adottare una lista europea di malattie professionali con la previsione dell’asbestosi. Tale raccomandazione è stata di fatto disattesa dall’Italia fino al 1975, anno in cui il tumore polmonare, considerato quale complicanza dell’asbestosi, verrà inserito dall’istituto assicuratore fra le malattie indennizzabili.
Sin dal 1972 la pericolosità dell’amianto iniziava ad essere percepita non solo dai tecnici, ma anche dalla stampa e dai cittadini. Questa crescente diversa sensibilità fu resa manifesta da un articolo che comparve negli Stati Uniti il 21 gennaio 1973  sul supplemento domenicale del New York Times; nell’articolo si faceva diretto riferimento alle malattie amianto-correlate, alla lunga latenza del mesotelioma, all’assenza di una cura, alla possibilità di essere colpiti da una malattia anche per brevi esposizioni, all’aumento del rischio collegato ad un’esposizione prolungata nel tempo.
Solo con l’emanazione del decreto legislativo 277/91 e delle successive modifiche intervenute entrano a far parte dell’ordinamento giuridico italiano i valori limite soglia ponderati, così come previsti dalla direttiva CEE n. 47750 del 1983 relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi connessi con l’esposizione all’amianto. Solo alla fine della X legislatura fu finalmente approvata la legge 27 marzo 1992, n. 257. Con questo atto si giungeva finalmente alla cessazione delle produzioni contenenti amianto e si stabiliva inoltre che, a parziale compensazione del danno subito, i lavoratori esposti all’amianto potessero andare in pensione prima del pre­visto a causa della aspettativa di vita signi­ficativamente inferiore alla media.
Nel processo Eternit gli imputati sono stati tratti a giudizio e condannati per omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e disastro doloso.
Uno degli aspetti più importanti della sentenza riguarda il riconoscimento di posizioni tutelabili per i residenti dei Comuni di Cavagnolo e Casale Monferrato non esposti professionalmente, ma pure affetti da mesotelioma pleurico ed il riconoscimento del danno da esposizione, ovvero il danno ricollegabile al timore dei residenti nei comuni medesimi, attualmente sani, di contrarre in ragione dell’esposizione ambientale ad amianto una patologia asbesto-correlata. 
L’Italia dei Valori da tempo si sta occupando in modo significativo delle problematiche connesse agli infortuni sul lavoro ed, in particolare, al tema dell’esposizione all’amianto.
Il disegno di legge A.S. 2573 del 2011 dà all’articolo 1 una defini­zione dei lavoratori esposti ed ex esposti e dei cittadini esposti ed ex esposti all’a­mianto, considerando dunque come persone a rischio anche coloro che, pur non manipolando l’amianto, ne sono venuti a contatto per motivi abitativi, familiari o ambientali.
L’articolo 2 prevede, con una formula­zione delle norme che si ritiene più chiara e idonea, la conferma dell’istituzione, presso l’INAIL, del Fondo per le vittime dell’a­mianto, finalizzato all’erogazione di una pre­stazione economica aggiuntiva alla rendita diretta o alla liquidazione della rendita ai su­perstiti. Il finanziamento del Fondo è ora a carico, per tre quarti, del bilancio dello Stato e, per un quarto, delle imprese, responsabili della mancata realizzazione della anagrafe dei lavoratori esposti, della scarsa attività di vigilanza sia nei confronti dei lavoratori che dei cittadini e, più in generale, di una grave situazione di inquinamento ambientale che causa migliaia di decessi.
E’  inoltre necessario e doveroso prevedere una forma di risarcimento soprattutto per quei lavoratori che, ai sensi della legge n. 257 del 1992, non hanno avuto il ricono­scimento di alcun beneficio previdenziale. Occorre ricordare, infatti, che, sulla base di quanto disposto dalla suddetta legge, possono accedere ai benefici previdenziali solo quei lavoratori che, presentata la domanda all’INAIL (e, in seguito alle modifiche apportate alla legge, anche all’Istituto di previdenza per il settore marittimo – IPSEMA), otten­gono la certificazione del riconoscimento di esposizione all’amianto per un periodo supe­riore ai dieci anni. Si prevede inoltre che i benefici previden­ziali di cui all’articolo 47 si applichino anche ai lavoratori che siano stati esposti all’a­mianto per un periodo inferiore ai dieci anni con le seguenti modalità:
1)   il coefficiente moltiplicatore si ap­plica nella misura di 1,15 fino a cinque anni di esposizione;
2)   il coefficiente moltiplicatore si ap­plica nella misura di 1,25 dai cinque ai dieci anni di esposizione.
Inoltre, si prevede che il coefficiente mol­tiplicatore si applichi nella misura di 1,50 ol­tre i dieci anni di esposizione.
Lo stesso articolo prevede altresì la riaper­tura dei termini per presentare le domande ai fini del riconoscimento dei benefici previ­denziali. Infatti, dopo la scadenza del 15 giu­gno 2005 – termine ultimo previsto dal comma 5 dell’articolo 47 del decreto-legge n. 269 del 2003 – sono state presentate oltre 60.000 ulteriori domande. Il termine viene qui prorogato ai sei mesi successivi alla data di entrata in vigore della nuova norma­tiva. Inoltre a questo proposito si introduce un’importante distinzione tra i lavoratori ex esposti e quelli esposti: per i primi è pre­vista la riapertura dei termini, mentre per i secondi non è previsto alcun termine, dando così ad essi l’opportunità di presentare la do­manda in qualsiasi momento.
L’articolo 5 prevede l’assistenza legale gratuita per i lavoratori e i cittadini esposti ed ex esposti. 
Il disegno di legge A.S. 3298 del 2012 prevede l’istituzione di una Procura nazionale contro gli infortuni sul lavoro che è stata avanzata, oltre che anche da molte associazioni dei familiari delle vittime, dagli operatori del settore e, in particolare, dai magistrati di Torino che, in questi ultimi mesi, hanno portato a conclusione i processi per il rogo alla Thyssen e per i decessi causati dall’amianto (processo Eternit), sulla base del presupposto che le indagini sulle cause degli infortuni richiedono il coordinamento tra diverse specializzazioni, professionalità e diversi livelli di competenza, tali da far compiere al faticoso lavoro di prevenzione e contrasto meritoriamente portato avanti in questi anni, il necessario salto di qualità. In più di un’occasione si è levato alto il monito del Presidente della Repubblica, che, nel ribadire l’inaccettabilità degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche, ha richiamato le forze di Governo ad un maggiore impegno per dare concretezza a forme più adeguate di tutela, in modo da assumere tutte le misure necessarie per assicurare il rispetto delle norme poste a garanzia della vita e dell’integrità fisica dei lavoratori.
Già oggi, alcune delle maggiori procure hanno individuato sezioni specializzate, che peraltro incontrano anche i limiti posti dall’ordinamento giudiziario sulla permanenza nella medesima sede dopo un determinato numero di anni. A tale problematica specifica si propone di porre rimedio il disegno di legge A.S. 3154 recante una modifica dell’articolo 19 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, in materia di prolungamento degli incarichi di taluni magistrati specializzati. E’ necessaria una diversa e più efficace organizzazione giudiziaria.
Il  disegno di legge individua, a tale proposito, una Procura della Repubblica specializzata e con competenza estesa a tutto il territorio nazionale in grado di affrontare efficacemente le ipotesi di reato di maggiore gravità. Solo in tal modo sarebbero possibili indagini più rapide sfruttando le nuove e più sofisticate metodologie investigative e processuali, azioni sistematiche ed organiche di prevenzione, valutando l’eziologia professionale di importanti patologie su tutto il territorio nazionale e superando la frammentazione organizzativa attuale sul territorio che vede, ad esempio, rari rapporti tra procure ed Inail.
Una visione unitaria e coordinata del fenomeno ne consentirebbe un più efficace contrasto, favorendo anche l’apertura di scenari giudiziari finora inesplorati nel settore della sicurezza sul lavoro (le ipotesi di disastro, il delitto di omissione di cautele antinfortunistiche) e, soprattutto, offrendo un punto di riferimento ai tanti organi di vigilanza che operano in questo campo. Il che consentirebbe anche una applicazione più estesa della responsabilità amministrativa e delle relative sanzioni, anche interdittive. Un simile organo, potrebbe inoltre più agevolmente interloquire con le autorità giudiziarie di altri Paesi nei casi di maggiore complessità. Modelli europei per una procura nazionale non mancano, a cominciare dall’esperienza francese del Pôle de la santé.  
Il caso amianto sugli aeromoboli  MD80 nel 2012
Con Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07375 seguito da due esposti presentati alla Procura della Repubblica di Torino – al Dott. Guariniello – e alla Procura della Repubblica di Roma, si è voluto attenzionare il tema dell’amianto presente sugli aeromobili MD80 e l’evoluzione dell’esposizione all’amianto dei dipendenti della compagnia di bandiera.
Gli esposti sono stati sottoscritti oltre che dalla sottoscritta anche da alcune sigle sindacali tra cui AVIA (assistenti di volo italiani associati), UP (Unione Piloti), IPA (Italian Pilots Association), USB TRASPORTI, FAST CONFSAL.
La preoccupazione nasce – da quanto è dato conoscere – da quanto trovato durante le fasi di smontaggio di alcuni aerei dell’ex compagnia di bandiera Alitalia che si trovavano sui piazzali di Fiumicino dai tecnici che se ne sono occupati.
A bordo degli aerei e in alcune componenti meccaniche e strutturali sarebbero state trovate quantità di amianto tali da richiedere il fermo delle operazioni, in attesa delle operazioni di bonifica, così come previsto dalla normativa in materia, per poi procedere alla rimozione in sicurezza delle componenti d’amianto, fino al loro completo smaltimento in discarica.
In più, dal 1992, anno della cessazione dell’impiego dell’amianto in Italia, risulterebbe che le case costruttrici di aerei hanno segnalato alla compagnia di bandiera la presenza di amianto in alcune parti meccaniche, con l’invito ad una loro rapida sostituzione, ma non si hanno a tutt’oggi notizie di certificazioni Alitalia che attesterebbero la totale bonifica dell’amianto dagli aerei, preferendo negli anni Alitalia procedere con la sostituzione delle diverse componenti secondo la loro naturale scadenza.
Alitalia non ha mai richiesto l’applicazione per i propri dipendenti dei benefici previsti dalla legge per i lavoratori esposti all’amianto, nonostante si siano verificati decessi tra il personale per mesotelioma pleurico e nonostante recenti controlli sanitari sul personale aeroportuale e di volo registrino tassi di mesotelina fuori norma, superiori agli standard consentiti, perché non ci siano rischi per la salute.
I  controlli sugli aeromobili che vengono effettuati dal personale di volo e dal personale di terra tecnico che hanno la durata di circa un’ora prima di ogni volo, 50 minuti durante il transito degli aeromobili e 50 minuti al termine del volo o serie di voli, l’amianto contenuto nelle parti meccaniche, come per esempio nel sistema frenante, che è stato per anni disperso dagli aerei, durante le frenate d’atterraggio su piste e raccordi, con un conseguente inquinamento del sedime aeroportuale e che finivano poi nell’aria aspirata dai motori sulle piste di decollo, aria riciclata e respirata da tutti, personale navigante e passeggeri sono elementi che ci portano ad ipotizzare un’esposizione all’amianto significativa dei dipendenti.
Per non parlare poi delle relazioni dell’Istituto Superiore di Sanità  dalle quali emerge il possibile contributo del rilascio da tutti gli oggetti e materiali contenenti amianto presenti in passato all’interno degli aerei (coibentazioni, guarnizioni di vario tipo, materiali di isolamento, parti dell’impianto di condizionamento, dispositivi di protezione individuale) e delle recenti sentenze di svariati Tribunali del Lavoro che recentemente hanno riconosciuto agli ex lavoratori Alitalia, accertata la loro alta esposizione alle fibre di amianto, i benefici di cui all’articolo 13 della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, e quindi il diritto alla rivalutazione della posizione pensionistica.

24 maggio 2012: consiglio comunale a SAN CANZIAN d'ISONZO

martedì 8 maggio 2012

La mancata VITTORIA ha i suoi successi....

http://elezionistorico.regione.fvg.it/amministrative2012/000353_Com/Liste/000193_000521.html


La lista IDV di SAN CANZIAN ottiene una delle percentuali di RISULTATO più alte in ITALIA: 7,22%. Grandioso! E un consigliere comunale, ALESSANDRO ZORZET.

giovedì 3 maggio 2012

HONSELL è qui con NOI e per le nostre IDEE. A casa gli "arruffapopolo!".

Con la fierezza di chi ha raggiunto un bel risultato vedendo ieri HONSELL a Pieris - che  ha quindi mantenuto l'impegno assunto con IDV qualche giorno or sono -  dico che sostenere ENRICO BULLIAN non è un optional ma un vero differenziale di valore, come per tutta la coalizione.
Ringrazio i "Giorgio" per il fattivo contributo alla realizzazione dell'evento.
Gli ARRUFFAPOPOLO, invece, la prossima volta stiano a casa!

Pier Ugo Candido referente IDV San Canzian d'Isonzo (GO)

LA SQUADRA.Ecco per COSA, COME e per CHI votare!