I due stilisti sotto inchiesta per evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato: in ballo 370 milioni di euro
di Leo Sisti
Evasione fiscale con annessa truffa allo Stato. Sono queste le due ipotesi di reato nell’inchiesta della Procura di Milano che coinvolge Dolce e Gabbana, ovvero D&G. E che è ormai in dirittura d’arrivo. È vicina cioè la conclusione dell’indagine preliminare, con il suo possibile sbocco: la richiesta del pm Laura Pedio, al gip, di un rinvio a giudizio. In pratica, potrebbe essere il processo per gli stilisti più amati dalla rockstar Madonna, dall’attrice Jennifer Lopez o dal portiere interista Julio Cesar. Per Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ovvero D&G, è un brutto colpo, sotto due aspetti. Da una parte il profilo penale, appena descritto. Dall’altra il profilo fiscale, che è l’antefatto del primo, e che potrebbe costare alla coppia ben 370 milioni di euro, da pagare all’erario. Per capire qualcosa di una complessa vicenda, partiamo da lontano. Da quando nel 2004 Dolce e Gabbana decidono di spostare dall’Italia al Lussemburgo il cuore dei loro interessi. In una parola, i marchi della “ditta”, la polpa: royalties riscosse sulle vendite di occhiali, borse, abiti, profumi, orologi, scarpe, profumi o mutande. Marchi che trasmigrano quindi dalla “D&G srl” di Milano per planare in Lussemburgo, nella “Gado sarl” (“Gado” è l’acronimo di Gabbana e Dolce), controllata da un’altra società lussemburghese, la "Dolce e Gabbana Luxembourg sarl". Con un suo prezzo, ovvio. Così la “D&G” cede la proprietà dei marchi alla consorella del Gran Ducato per 360 milioni di euro.
di Leo Sisti
Evasione fiscale con annessa truffa allo Stato. Sono queste le due ipotesi di reato nell’inchiesta della Procura di Milano che coinvolge Dolce e Gabbana, ovvero D&G. E che è ormai in dirittura d’arrivo. È vicina cioè la conclusione dell’indagine preliminare, con il suo possibile sbocco: la richiesta del pm Laura Pedio, al gip, di un rinvio a giudizio. In pratica, potrebbe essere il processo per gli stilisti più amati dalla rockstar Madonna, dall’attrice Jennifer Lopez o dal portiere interista Julio Cesar. Per Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ovvero D&G, è un brutto colpo, sotto due aspetti. Da una parte il profilo penale, appena descritto. Dall’altra il profilo fiscale, che è l’antefatto del primo, e che potrebbe costare alla coppia ben 370 milioni di euro, da pagare all’erario. Per capire qualcosa di una complessa vicenda, partiamo da lontano. Da quando nel 2004 Dolce e Gabbana decidono di spostare dall’Italia al Lussemburgo il cuore dei loro interessi. In una parola, i marchi della “ditta”, la polpa: royalties riscosse sulle vendite di occhiali, borse, abiti, profumi, orologi, scarpe, profumi o mutande. Marchi che trasmigrano quindi dalla “D&G srl” di Milano per planare in Lussemburgo, nella “Gado sarl” (“Gado” è l’acronimo di Gabbana e Dolce), controllata da un’altra società lussemburghese, la "Dolce e Gabbana Luxembourg sarl". Con un suo prezzo, ovvio. Così la “D&G” cede la proprietà dei marchi alla consorella del Gran Ducato per 360 milioni di euro.