lunedì 1 giugno 2009

"Ocio de soto!" Riflessioni a Turriaco.


Un lettore - Lucio Masat -di Turriaco pubblica il 26 maggio 2009 su Segnalazioni de Il Piccolo la seguente riflessione:

TURRIACO IMMUTABILE.


Cosa sta succedendo? Cinque candidati a sindaco di Turriaco. Cerco di interpretare e vedere quello che c’è all’interno di un fatto così anomalo per un piccolo Comune. Delle cinque liste quattro sono di estrazione partitica e perlomeno mirano a contarsi lasciando tutto invariato; però c’è una novità e questa è una lista civica che sembra voler esprimere un disagio. Chiedendo aiuto alla lirica mi sento di accostarla alla celebre romanza del Barbiere di Siviglia ”La calunnia”, caratterizzata da un crescendo musicale bellissimo. Solo che quel termine che trent’anni fa in un paese poteva essere una calunnia si è trasformato negli anni in una voce sussurrata, un sospetto di sostanza, e ora viene chiamato ”trasparenza” che etimologicamente vuol dire che c’è qualcosa di oscuro, di torbido, di non chiaro. Appare perlomeno molto sospetto che possa venir fuori soprattutto da gente che ha ben frequentato per tanti anni l’ambiente amministrativo del paese. L’attuale amministrazione è corsa ai ripari con due azioni: una, di carattere prettamente berlusconiano, enfatizzando i lavori fatti; l’altra con l’invito a compilare un questionario al quale hanno risposto quattro gatti (evidente disagio o protesta?). Ora io ritengo che a Turriaco tutto sommato si viva vene e allora per giustificare lo scendere in campo di questa lista, in evidente disaccordo con l’attuale amministrazione, chiedo ancora l’aiuto della lirica rossiniana, che appunto con un crescendo musicale trasforma il mormorio all’orecchio della gente in un ronzio, in una tempesta... in un colpo di cannone. Ci sarebbe un bel test da sottoporre a tutti gli amministratori che si propongono di guidare il paese: cosa si intende fare di quell’area grande, in centro del paese, denominata ex Marchese, che con acume e molta lungimiranza per oltre cinquant’anni le passate amministrazioni hanno mantenuta verde, con l’evidente intento di realizzare qualcosa di importante e utile alla comunità? Comunque tranquilli, turriachesi, anche questo momento passerà, niente cambierà a meno che non si voglia tradurre in dialetto bisiaco la nota frase «c’è chi può e chi non può.. io può», che suonerebbe «ocio de soto».