mercoledì 3 giugno 2009

Alfano & de Magistris come candidati IdV.


«Una persona coraggiosa e onesta». Così il consigliere comunale di opposizione Donatella Gironcoli ha presentato ai goriziani Luigi De Magistris, il magistrato dell’inchiesta «Why not» sospeso dall’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella e oggi candidato alle europee nelle fila dell’Italia dei Valori. Nel corso dell’incontro organizzato all’Auditorium della Cultura friulana di via Roma, De Magistris alle domande poste sia dai responsabili delle redazioni goriziane dei quotidiani locali, sia da quelle del pubblico presente. Robarto Covaz per Il Piccolo, Vincenzo Compagnone per Il Messaggero veneto e Igor Devetak per il Primorski dnevnik hanno sviscerato ogni possibile tema: dal caso Noemi al processo Mills. «Tutto questo gossip, non scalfirà la figura del premier», ha osservato il candidato che a Gorizia è arrivato insieme a Sonia Alfano, presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia e anche lei candidata con Di Pietro.I due ospiti hanno ricordato che il turno elettorale europeo è trattato alla stregua di un referendum sulla popolarità di Berlusconi e non per quello che in realtà è. L’Italia snobba il parlamento di Strasburgo. A dirlo sono soprattutto i dati relativi ai nostri parlamentari: allo stesso temo i più pagati e i più assenteisti. Sonia Alfano ha ricordato che il nostro Paese detiene il poco invidiabile record d’infrazioni per il mancato rispetto delle decisioni prese a Strasburgo e che attraverso i finanziamenti europei che vanno negli appalti pubblici viene nutrito il sistema mafioso.L’appuntamento elettorale è servito per parlare anche di informazione («L’unica libera è quella dei blog su internet»), della propaganda portata avanti dall’attuale Governo, di immigrazione, di istruzione, di lavoro. «Sono state poste domande molto colplesse - ha ricordato Donatella Gironcoli - dalla destinazione fondi europei alla questione morale. A livello locale De Magistris si è dichiarato contrario alla sospensione del trattato di Schengen. In generale direi che entrambi sono due persone di grandissimo spessore, dei candidati che è quasi un peccato mandarli in Europa. Sarebbe molto meglio farli lavorare per l’Italia in Italia: l’impressione che danno di loro è di una grande capacità e voglia di fare».