lunedì 20 aprile 2009

Un TRAVAGLIO travagliato. Cronaca stampa


dal MESSAGGERO VENETO del 18 aprile 2009
«Io devo scappare a Pordenone (lapsus in luogo di Monfalcone) ma prima vorrei ricordarvi che quelli dell’organizzazione hanno pagato di tasca loro per l’affitto della struttura e per pubblicizzare questo incontro, non prevedendo che alla promozione avrebbe provveduto direttamente e gratuitamente il vicesindaco, quindi vi invito a mettervi la mano sul cuore, e sul portafoglio, se volete lasciare un piccolo contributo». Questo l’unico riferimento di Marco Travaglio sull’ormai arcinoto caso costituito dall’“appello” del vicesindaco di Gorizia e vicario provinciale del Pdl Fabio Gentile che aveva invitato i goriziani a boicottare l’incontro di ieri dopo aver definito «vergognosa» la puntata di Annozero, di cui Travaglio è ospite fisso, dedicata al terremoto dell’Abruzzo. Ebbene, parte della curiosità in vista dello show di Travaglio era proprio sull’eventuale replica alla sortita del vicesindaco e quasi fuori tempo massimo, dopo gli applausi finali, la “ribattuta” è arrivata: «Alla promozione di questo incontro ha provveduto il vicesindaco di Gorizia», ha chiosato il protagonista di Annozero, anche se riesce difficile credere che le motivazioni del pienone stiano tutte nella querelle a distanza con Gentile. Fatto sta che il successo di pubblico di questo “Travaglio day” è stato davvero superiore a tutte le aspettative, anche degli stessi organizzatori. Alle 18, pochi minuti prima che il giornalista torinese salisse sul palco, la sala dell’auditorium era strapiena in ogni ordine di posti: completamente piene anche le scalinate, dove il pubblico si è assiepato alla meno peggio sedendosi sulla moquette e fregandosene della comodità pur di poter vedere e ascoltare dal vivo quello che – sommando notorietà del personaggio e portata delle polemiche che spesso lo accompagnano – è probabilmente, oggi, il giornalista italiano più riconoscibile e discusso, più amato e odiato. All’interno della sala, insomma, non entrava più uno spillo, ma il “popolo di Travaglio” ieri non si accontentava ed era davvero dappertutto: a decine, per esempio, si sono assiepati sui divanetti seguendo il monologo sui televisori e grazie agli altoparlanti della zona bar. Ma se almeno mezzo migliaio di persone, più o meno, è riuscito a entrare, almeno altri 200 goriziani sono rimasti fuori, visto che già prima delle 18 la struttura era stata riempita oltre la capienza e dunque gli organizzatori avevano provveduto a chiudere gli ingressi. Per lunghi minuti sono rimasti all’esterno, visibilmente contrariati, sperando di poter entrare o augurandosi che Marco venisse a elargire almeno un saluto. Poi si sono dovuti rassegnare.
da IL PICCOLO del 18 aprile 2009
«Mi pare che il boicottaggio non abbia funzionato». Marco Travaglio ha scelto l’ironia per cominciare il suo intervento ieri all’Auditorium. Destinatario il vicesindaco Gentile, che aveva invitato i «cittadini liberi» a disertare l’appuntamento. Un migliaio i goriziani che si sono presentati anche con un'ora di anticipo dinanzi alle porte d'entrata per assistere al monologo del cronista di Anno Zero: metà di essi è dovuto restare all'esterno. C'è stata anche una contestazione, immediatamente zittita dai presenti: quella di Andrea Faccio, che si è presentato come singolo cittadino. Le proteste di Faccio si sono manifestate quando Travaglio ha virato il proprio discorso sull'argomento Protezione civile: «Ci è stato detto durante questi giorni di emergenza in Abruzzo che abbiamo la migliore macchina dei soccorsi al mondo – ha detto Travaglio – e che il disastro è stato gestito nel modo più consono possibile, quando invece le falle c'erano e solo Anno Zero le ha evidenziate».«Vai a fare demagogia da un'altra parte e abbi rispetto per il lavoro della Protezione civile – è insorto Faccio sventolando un ticket – ti regalo un biglietto aereo per l'Abruzzo: parti e vai a vedere che opera svolgono i soccorritori prima di parlare». Le considerazioni di Faccio sono state subito fischiate dalle centinaia di presenti, mentre Travaglio esortava il pubblico a non agitarsi.«Ero qui nel novembre 2007 – ha ricordato Travaglio – e oggi come allora c'è sempre una certa difficoltà a calare nel concreto il tema della legalità: ci sono però dei momenti come questo in cui è più semplice far emergere questo concetto. Oggi infatti è su tutti i giornali il tema della mancanza del rispetto delle regole, alla base del dramma degli edifici crollati all'Aquila, ma i fenomeni di devianza contagiano tutti i settori della nostra società. Ecco che quindi in Italia si assiste ad un fenomeno, quello dell'evasione fiscale, che non ha pari nel mondo: ovunque se non paghi le tasse vieni additato come il peggiore dei ladri qui chi tenta di farla franca viene visto come un furbo. Intanto l'azione pubblica per fermare questo malcostume è del tutto inefficiente: l'Italia è oggi a tutti gli effetti un paradiso fiscale. Solo lo 0,8 % degli evasori infatti sono condannati in tutti e tre i gradi di giudizio, e di questi solo il 2% realmente pagherà. A questo punto si capisce perchè ognuno di noi, di fatto, mantiene sulle proprie spalle un altro italiano che le tasse non le paga».