mercoledì 22 aprile 2009

Acqua, acqu, acq, ac, a......A.A.A. vendesi!


Deviando l'attenzione sulla lotta ai cd. fannulloni nella PA, come catalogati in peius dagli agitatori di folle, ma più correttamente indicati come dipendenti pubblici, il 6 agosto 2008 - periodo notorio di ferie ma accompagnato da sempre da una fervida attività legislativa - in Italia è stata promulgata la legge n°133 contenente l'articolo 23bis. Lì l’acqua , ebbene sì l'acqua, e non quella minerale delle bottiglie, viene classificata come un bene di rilevanza economica, espropriandola ai Comuni, e quindi ai cittadini ; l'obbligo sarà la messa in gara d'appalto del servizio di fornitura pubblica dell'acqua Questa semplice regola sottometterebbe l'acqua alle regole dell'economia capitalistica diventando MERCE DA VENDERE, mentre ai Comuni rimarrebbe solo l'onere della gestione degli impianti.: le tubature insomma. In sostanza una cosa analoga ad Alitalia, gli italiani pagano i debiti mentre gli incassi della vendita dell'acqua finiscono in mano di società private. E su questo tranne l'IDV Lista Di Pietro nessuno "ha mai aperto bocca"! In diversi Comuni italiani, la gestione dell'acqua è passata ormani a società multinazionali triplicando ovviamente il costo dell'acqua: è successo ad Aprilia (Latina). Se paghi puoi bere e vivere, se non paghi ti chiudono i rubinetti e muori! I casi dei devastanti effetti che la privatizzazione dell'acqua ha avuto in vari Paesi del mondo sono innumerevoli e accaduti ben prima del 6 agosto; ciononostante in ITALIA s'è voluto legiferare in questa direzione, garantendo così introiti enormi a pochi privati espropriando di fatto gli italiani di un bene cui è associato il diritto fondamentale di tutti: la vita.