martedì 21 aprile 2009

Rigore, libertà e solidarietà


Da "IL PICCOLO" del 4 aprile 2009

«Il Cavaliere non ha la maggioranza del Paese ma governa perché il centrosinistra non trova una coalizione credibile»Il suo obiettivo, dice, è solo quello di costruire una valida alternativa a Berlusconi ed al Pdl. Ma, nella missione dell’opposizione, Antonio Di Pietro vuole continuare ad essere protagonista. Sul campo e non dagli spalti.Cosa dovrà succedere perché il centrosinistra riesca a ribaltare l’attuale situazione politica?Il governo Berlusconi non ha la maggioranza del paese. Governa perché non c’è un’altra coalizione che ce l’ha. Anzi, il centrosinistra ha ancora meno consenso. Quindi, è una guerra tra minoranze. Il motivo per cui il modello Berlusconi avanza è, in realtà, una sommatoria di diversi motivi.Primo, un sistema di informazione grazie al quale Berlusconi riesce a vendere fumo per arrosto e a rinviare a domani gli impegni sulle cose da fare, senza mai rendere conto di quello che ha fatto ieri. La vicenda dei 500 milioni di euro per il piano casa è emblematica: quei soldi portano la mia firma, quelle di Bersani e di Ferrero. Lui ha solamente spostato il capitolo di spesa, dicendo di averli finanziati.Noi dell’Italia dei valori stiamo tentando di recuperare la credibilità fra gli elettori puntando su un programma fatto di rigore, libertà e solidarietà. Così, il nostro partito vuole costruire una nuova alleanza.Stiamo proponendo un nuovo modello, in cui noi dell’Idv vogliamo essere protagonisti. Io sono un giocatore, ma l'allenatore ancora non c'è. Sarò felice di averne uno che ci aiuti a trovare un’alternativa all’attuale governo. Ma non vogliamo portare avanti un’opposizione preconcetta. Non siamo un partito solo anti-berlusconiano, tant’è che di recente abbiamo firmato e votato un provvedimento preparato dalla maggioranza, quello sul federalismo fiscale.Quanto alle prossime elezioni Europee, in Friuli Venezia Giulia, Pressburger rappresenta un anelito di Europa che è un esempio di buona candidatura. Abbiamo fatto un passo indietro: non portiamo parlamentari in Europa, ma persone provenienti dalla società civile.È una strategia rischiosa, no?I nostri elettori non hanno targhette del Pd o del Pdl, ma ci scelgono perché vedono in noi persone che fanno il loro dovere. Ogni partito deve preoccuparsi di dare fiducia, non di ciò che fanno gli altri. Sono ottimista, alla luce di come ci siamo comportati in meno di un anno di opposizione al governo Berlusconi.Siamo stati chiari. Abbiamo detto no quando dovevamo e, allo stesso modo, ci siamo schierati con il sì quando l’abbiamo ritenuto giusto. Ci siamo impegnati a informare l’opinione pubblica e a fare il nostro dovere in Parlamento.Con il governo Prodi c’era una sensazione di immobilismo dovuta anche a una maggioranza risicata. Berlusconi ha il vantaggio di averne una forte, ma attenzione. Avrà molti altri voti ancora se le cose continueranno ad andare così. E se non ci sarà qualcuno che possa fare il Savonarola della situazione. Io Savonarola? Non era mica uno stupido, ha fatto una brutta fine ma forse è meglio finire così, facendo qualcosa che resta nella storia.Dopo l’inchiesta «Mani pulite», sarebbe spettato alla politica rilanciare la società italiana verso l’etica. Sono stati i politici i cattivi maestri che hanno rieducato le città alla furbizia, alla scorciatoia. È stato il pastore a rovinare il gregge. Poi i pastori se la prendono con i magistrati.