giovedì 23 aprile 2009

Energie biorinnovabili: quali verità?


Le energie rinnovabili sono forme di energia prodotte o generate da fonti il cui utilizzo non limita le risorse naturali per le generazioni future o che per loro caratteristica endogena si rigenerano o non sono "esauribili" nell'ambito di una scala dei tempi "umani". Da un punto prettamente scientifico tale definizione non ha particolare significato, atteso che dai postulati necessari per definire il primo principio della termodinamica (per cui nulla si crea o si distrugge) tutte le forme di energia sarebbero da considerarsi rinnovabili; da un punto di vista sociale, e quindi politico, si crea la distinzione in uso oggi fra fonti di energia considerate rinnovabili (il sole, il vento, ecc...), il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro, e quelle non rinnovabili, le quali sia per avere lunghi periodi di formazione di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi umana (e quindi anche il nucleare con l'uranio-235), sono limitate nel futuro. Pure il "risparmio energetico" è da considerarsi come una fonte di energia "rinnovabile", perché consumando di meno si aumentano le "riserve" di energia disponibile. e in questo senso tutte le amministrazioni locali dovrebbero agire per una maggiore incentivazione e sensibilizzazione in merito. Va ricordato che, in questo contesto, l'assimilazione fatta a livello legislativo tra gli impianti di termovalorizzazione, che producono energia da rifiuti, e gli impianti che producono energia da fonti rinnovabili, non solo è priva di fondamenti scientifici ma anche penalizzante per lo sviluppo stesso delle energie rinnovabili, perché attribuisce agli inceneritori le agevolazioni economiche previste per le fonti rinnovabili.