venerdì 14 maggio 2010

Salviamo il Teatro, la Conoscenza e la Cultura.



RICEVIAMO e volentieri PUBBLICHIAMO. 
Il Governo ha costruito su misura un decreto legge che si è dimostrato un vero e proprio attentato ai lavoratori delle Fondazioni Lirico-sinfoniche, al Sindacato, alla Democrazia. Non si capisce la necessità di un provvedimento di urgenza che mortifica il confronto con le parti sociali e delegittima il Parlamento.

Secondo quello che ormai non si può non riconoscere come un disegno distruttivo, dopo i tagli alla Scuola, all’Università, alla Ricerca,  ora è la volta del Teatro e della Lirica, una delle poche eccellenze che rappresentano l’Italia nel mondo.

Il decreto Bondi (quel ministro che definisce gli artisti come “accattoni” ed ultimamente anche “irresponsabili”), spacciato come rimedio ai presunti sprechi del sistema Opera, non prevede un solo articolo che colpisca chi negli anni  ha gestito le Fondazioni creando pesanti perdite economiche.

 Chi leggerà il testo del decreto troverà solo un ossessivo accanimento nei confronti dei dipendenti delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
Saranno bloccate le assunzioni fino al 2013 (dal 2013 si potranno assumere solo i posti liberatisi nel 2012, tutti i posti che si renderanno disponibili da oggi  alla fine del 2012 resteranno a tempo determinato); se non si accetterà il nuovo contratto nazionale (assolutamente penalizzante per i lavoratori) entro 365 giorni dala firma del decreto saranno decurtati gli stipendi,  saranno impoveriti gli organici, con la conseguente  sparizione dei corpi di ballo e non ci sono garanzie per il futuro trattamento pensionistico dei tersicorei a prescindere dall’anzianità di servizio.
Viene di fatto impedito al teatro di tramandare se stesso attraverso la molteplicità delle sue peculiari figure professionali artistiche,tecniche ecc.

Ne consegue che tanti giovani, oggi impegnati in lunghi e articolati percorsi di studio e formazione, non potranno trovare gli sbocchi occupazionali attesi.
Possiamo immaginare che il passo successivo di questa azione demolitrice riguarderà la chiusura delle scuole di alta formazione musicale e coreutica (conservatori, accademie ecc.) con ulteriori perdite di posti di lavoro.

 Considerato che i dipendenti dei teatri d'opera sono anche il prodotto finito dello spettacolo, si capisce molto bene che il Decreto - in sfregio a quanto pomposamente dichiarato - colpisce consciamente soprattutto qualità , produttività e occupazione.

La campagna mediatica che ha preceduto e che sta accompagnando questo provvedimento d’urgenza  ricalca lo stesso percorso di tutte quelle leggi alle quali questo Governo ci sta abituando. Giornalisti, opinionisti e pseudo-intellettuali    hanno divulgato dati falsi e tendenziosi che offendono chi ascolta e chi legge, ancor prima dei diretti interessati.



Tra questi teniamo a chiarire ancora una volta che:

-l’orario di lavoro dei professori d'orchestra è di 28/30 ore settimanali, oltre le numerose ore di studio individuale non retribuite ma necessarie per garantire standard elevati; si lavora anche di domenica; gli orari di lavoro vengono stabiliti settimanalmente e questi orari possono anche essere variati fino alle 13 del giorno precedente;
-gli strumenti musicali sono di proprietà dei professori, possono costare anche svariate migliaia di euro e richiedono spese continue (a carico dei musicisti) per il loro mantenimento, basti pensare al costo delle corde degli strumenti ad arco;
- nei Teatri, oltre ai tanto vituperati professori d'orchestra, lavorano anche tante altre persone che contribuiscono al risultato finale delle produzioni : tecnici (elettricisti, attrezzisti, fonici, maestri delle luci, sarte, falegnami,) maestri collaboratori (con orario settimanale che arriva fino a 39 ore), ballerini (che ogni giorno si esercitano per ore e la sera si esibiscono nello spettacolo) artisti del coro, archivisti, direttori di palcoscenico. Negli ultimi anni, grazie ad un già vigente blocco delle assunzioni, tante di queste persone hanno visto protrarre la loro situazione di precariato che perdura   da anni e con il nuovo decreto lo sarà a vita.
- lo stipendio medio “da favola” che percepisce un dipendente delle Fondazioni lirico-sinfoniche va dai 1000/1200 euro di un impiegato amministrativo o del settore tecnico, 1500 per un artista del coro per arrivare agli stipendi da 1700/2000 dell'orchestra a seconda delle categorie. Nessuno ha mai ricevuto cud da 70.000 euro l'anno come ha sostenuto recentemente qualcuno.
Non è dato sapere, però, qual è il lauto compenso di chi amministra non sempre con la giusta competenza questo meraviglioso mondo del Teatro che vorrebbero sottrarci e sottrarvi.
Chiediamo dunque alla società civile di starci vicino  per  quello che rappresentiamo per l’Italia di ieri, di oggi e soprattutto di domani.
Abbiamo bisogno del sostegno del nostro Pubblico che già numerosissimo partecipa agli spettacoli che produciamo, Pubblico a cui ma ora chiediamo di sostenere anche la nostra volontà di impedire che venga soppressa la Cultura e ciò che noi rappresentiamo per l’Italia di ieri, di oggi e soprattutto di domani.
Dostoevskij diceva che “la bellezza salverà il mondo” ed il Teatro è il luogo dell’esaltazione dell’ideale estetico ed etico, in quanto sede delle arti.

Allora salviamo il Teatro, la Conoscenza e la Cultura!!


                                      I lavoratori del Teatro “G.Verdi “ di Trieste

Trieste, 10 Maggio 2010