Consiglieri: stop alle violazioni di legge |
Con una sentenza innovativa, i giudici del TAR Puglia hanno affermato la legittimazione ad agire in giudizio dei consiglieri comunali per impedire che il Consiglio agisca in violazione della legge. |
Nel caso di specie, il sindaco di un comune pugliese aveva nominato i componenti del cda e del collegio sindacale di una società a totale partecipazione pubblica: tutti uomini. Contro i decreti sindacali di nomina, alcuni consiglieri hanno proposto ricorso al TAR per violazione del principio di pari opportunità, chiedendone l'annullamento. I giudici amministrativi hanno dato ragione ai ricorrenti, sancendo che ogni consigliere comunale può difendere il proprio interesse a che l'organo politico non violi ripetutamente la legge; in questo modo il consigliere agisce anche per la tutela della propria immagine. Si tratta di una sentenza priva di qualsiasi fondamento normativo. L'ordinamento giuridico italiano, infatti, non contempla alcuna norma che attribuisca ai consiglieri tale legittimazione processuale ed inoltre il concetto di diritto all'ufficio è ampio ma non al punto da ricomprendere anche quello del diritto al ripristino della legalità. |