venerdì 21 maggio 2010

Federalismo: le ragioni di un sì


Carissimi,

l'Italia dei Valori ha espresso parere favorevole al decreto legislativo sul "federalismo demaniale". Poiché non sempre l'informazione fa comprendere le ragioni e il lavoro che sono dietro alla nostra posizione, ritengo opportuna qualche breve riflessione di ordine politico e tecnico.

* Il voto sul "federalismo demaniale" non cambia la nostra posizione nei confronti del governo: continueremo la nostra opposizione intransigente senza sconti. Ma sulle riforme, il federalismo è il completamento di quella fatta dal centrosinistra nel 2001, l'IdV ha accettato il confronto in Parlamento perché si tratta di scrivere le regole nell'interesse di tutti i cittadini per rendere più moderno il nostro Paese
* La bozza di decreto arrivata dal Governo è stata riscritta in Commissione ed il testo è stato sostanzialmente migliorato perché, se da un lato trasferisce i beni dello Stato a Regioni ed Enti Locali, dall'altro prevede controlli continui e puntuali per evitare la cattiva gestione del patrimonio trasferito.
* Nel decreto abbiamo ottenuto l'inserimento del richiamo all'art.5 della Costituzione: il federalismo demaniale si attua nel rispetto del principio di unità e indivisibilità della Repubblica, senza aggravi per il debito pubblico, anzi cercando di ridurlo. Infatti, in caso di eventuale vendita di beni trasferiti agli enti territoriali, il 75% del ricavato va al ripianamento del debito dell'Ente locale e il 25% allo Stato per ridurre quello statale. E' una norma di buon senso che può portare solo benefici costringendo alla migliore utilizzazione e valorizzazione dei beni assegnati.
* Sono esclusi dai trasferimenti porti e aeroporti di rilevanza nazionale, il patrimonio culturale ( il Colosseo o gli scavi di Pompei, per esempio, resteranno allo Stato); le reti di interesse nazionale, ivi comprese quelle stradali, ferroviarie ed energetiche; i fiumi e i laghi di interesse sovraregionale e, ovviamente, il demanio militare e quello immobiliare utilizzato dalle Amministrazioni Statali, centrali e periferiche. Quindi tutti i beni di interesse strategico non sono oggetto di assegnazione, ma rimangono demanio e patrimonio dello Stato.

· L'IdV ritiene che il trasferimento di beni, non ben utilizzati o in qualche caso addirittura abbandonati dallo Stato, costituisca una opportunità per le amministrazioni locali che potranno così soddisfare al meglio le istanze dei cittadini i quali, a loro volta, controlleranno da vicino la destinazione che i beni trasferiti riceveranno.

Sono convinto che, proprio in un momento di forte crisi dell'Italia, crisi economica e di valori, sia necessaria una scossa. Dare più responsabilità ed autonomia ai territori può essere la scelta vincente. L'IdV vigilerà affidando agli eletti il controllo per il miglior utilizzo dei beni, contrastando ogni forma di speculazione ed accaparramento. Ma tutta la classe dirigente deve essere preparata per spiegare ai cittadini i motivi della nostra scelta.

Un caro saluto

Antonio Di Pietro