Cgil: “Evitare a tutti i costi la svendita di Iris”
«La svendita del ramo energia di Iris va evitata a tutti i costi». A sostenerlo è Giovanni Comparone, segretario generale della Filctem-Cgil Friuli Venezia Giulia. «Vendere – sostiene – sarebbe una scelta dissennata, visto e considerato anche il forte rischio di non arrivare all’incasso di 90-100 milioni inizialmente prospettato dalla proprietà».
Il sindacato di categoria della Cgil, quindi, ribadisce la sua posizione a favore del progetto multiutility regionale: «Un progetto – spiega Comparone – che la Cgil ha sempre sostenuto, assieme alle altre organizzazioni sindacali, sin da quando la proprietà della multiutility isontina, con una improvvisa ed inspiegabile scelta e nonostante l’interesse di importanti aziende della regione, ribaltò il proprio orientamento e decise di procedere alla vendita di un bene di primaria importanza per il territorio isontino. Il rischio evidente è quello di disperdere un patrimonio di conoscenze e di professionalità e una leva fondamentale per l’economia del territorio, solo per fare cassa e con incassi largamente inferiori alle cifre inizialmente previste: siamo convinti che questo pericolo possa essere scongiurato, anche grazie al controllo democratico dei cittadini, i veri proprietari di Iris, attraverso i propri rappresentanti, di maggioranza e di opposizione, eletti nei consigli comunali».
Da qui l’appello a rivedere la scelta di vendere e a «impegnarsi nella ricerca delle possibili aggregazioni per realizzare una unica grande multiutility regionale, avviando un progetto industriale forte, capace di intrecciare in una proposta complessiva l’interesse dei lavoratori, dei cittadini e dell’imprenditoria del territorio». La Filctem , infatti, resta convinta che «la soluzione migliore per i lavoratori, per i cittadini e per il territorio sia quella delle aggregazioni, anche se l’incasso dovesse essere in linea con gli obiettivi iniziali».
Se vendita dovesse essere, comunque, la cessione dovrà rispettare alcuni punti fermi: «Il mantenimento della clausola sociale a tutela dei lavoratori, escludendo qualunque forma di vendita “a pezzi”, precise garanzie per il miglioramento degli attuali livelli di qualità dei servizi forniti, il mantenimento in provincia o comunque in regione della sede ai fini fiscali».