560 MILIONI IN MENO A COMUNI E REGIONI PER IL SOCIALE
In Lombardia un ulteriore decurtazione del 53%.
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In Lombardia un ulteriore decurtazione del 53%.
L’Italia sta attraversando un difficile momento economico, in questa situazione le famiglie cercano di contenere i danni, i consumi si riducono, le industrie hanno difficoltà di mercato, aumentano la cassa integrazione e la disoccupazione. Per mesi il Governo ci ha invitato a fare "esercizi di spirito positivo " non non è stato sufficiente, non preoccupandosi della situazione drammatica che andava peggiorando ossessionato da problemi giudiziari del premier e nel mettere il bavaglio o opposizioni sociali e mezzi di informazione.
La Legge finanziaria, non si è preoccupata delle ricadute della situazione economica sulle famiglie più fragili. I capitoli di spesa socio-assistenziale da erogare a regioni e comuni subiscono una sforbiciata pesante di 560 milioni di euro (-19%) rispetto all'anno precedente. Tutte le voci di spesa del sociale gestite localmente sono ridotte in modo evidente con l’unica eccezione del Fondo per le non autosufficienze.
La riduzione più consistente si registra nel Fondo nazionale per le politiche sociali che, nelle quota destinata a regioni e comuni (la parte più rilevante va all’INPS) e con cui questi ultimi finanziano tutte le attività per anziani, minori e disabili, si riduce addirittura del 50% rispetto al 2008.
Tocca il minimo storico anche il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (L. 431/1998) che si riduce di 44 milioni ma che dal 2001 al 2009 è sempre sceso (fatta eccezione del 2006, qual maledetto Governo Prodi !) passando dai 362 milioni del 2000 ai 162 del 2009. Con queste risorse gli enti locali aiutano i nuclei familiari più poveri a pagare il canone di locazione. La costante riduzione del finanziamento non fa che rendere ancora più pesante una situazione che vede, soprattutto delle aree metropolitane, il numero delle domande di contributo in costante aumento nel tempo e, parallelamente, la costante diminuzione del grado di copertura del contributo erogato.
Il Fondo nazionale per l’inclusione sociale degli immigrati è addirittura scomparso nel breve volgere di due anni. Nel 2007 lo stanziamento era di 50 milioni, nel 2008 era di 100 milioni poi frettolosamente ridotto a 5 per poi azzerare lo stanziamento nel 2009. Scomparso. Tagli importanti si registrano anche nel Fondo nazionale per il servizio civile, nel Fondo per le politiche giovanili e in quello per le Pari opportunità.
Ma anche i temi più cari all’attuale Governo( e alla gerarchie ecclesiastiche non sono risparmiati) - i fautori divorziati del family day colpiscono anche il Fondo per le politiche per la famiglia che subisce un taglio del 31%.
Buona parte di queste risorse sono destinate ai comuni che le utilizzano per finanziare i servizi sociali. La riduzione dei finanziamenti per i comuni è assai rilevante; è come se per un anno venisse del tutto cancellato il Fondo nazionale per le politiche sociali. Il risultato complessivo di questa pesante riduzione dei finanziamenti statali per il sociale che si assomma drammaticamente a quello avvenuto anche nel 2008 avrà un impatto dirompente sulle politiche sociali dei comuni che devono far fronte ai rilevanti tagli subiti anche negli altri settori. Il risultato sarà una riduzione dei servizi sociali, del livello di copertura della popolazione fragile ed un aumento delle quote di partecipazione alla spesa a carico dell’utente. Esattamente il contrario di quello che dovrebbe accadere nei momenti di crisi economica.
Si tratta di un vero e proprio paradosso; proprio nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale per compensare una grave crisi economica queste risorse vengono ridotte e contribuiscono ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie italiane più fragili. Ma mentre il titanic affonda il premier parla di clima avvelenato, senza accorgersi che tanti sono già morenti.
Alla Regione Lombardia, quella del binomio Formigoni - Comunione e Liberazione per l’anno 2010 sono stati assegnati un totale di 73 milioni di Euro con un decremento netto di 21 milioni rispetto all’anno prima. Tale riduzione ha avuto ricadute pesanti anche sul nostro Ambito territoriale che ha subito una decurtazione del 53% sulla quota di Fondo Nazionale Politiche Sociali assegnato dalla Regione (solo € 665.365 per il 2010 , a fronte di € 1.428.641 per il 2009).
Anche le scelte operate a livello regionale in materia di ripartizione dei trasferimenti statali per le politiche sociali ci penalizzano, in quanto nel 2010 la Regione Lombardia ha deciso di trattenere per sé una quota parte del Fondo Nazionale notevolmente superiore rispetto all’anno precedente (34.327.562,56 € nel 2010 a fronte di 12.240.901,87 € nel 2009, con una differenza di 22.086.660,69 € pari ad un incremento del 180%), depauperando, di fatto, i Comuni di risorse certe finalizzate ai Piani Sociali di Zona, e contraddicendo i principi della sussidiarietà nonché del federalismo.
Quello che succederà sarà facile prevederlo, tagli ai servizi sociali, aumento delle tariffe, diminuzione sostanziale della qualità, con una conseguenza ulteriore nella perdita progressiva di altro posti di lavoro.
La Legge finanziaria, non si è preoccupata delle ricadute della situazione economica sulle famiglie più fragili. I capitoli di spesa socio-assistenziale da erogare a regioni e comuni subiscono una sforbiciata pesante di 560 milioni di euro (-19%) rispetto all'anno precedente. Tutte le voci di spesa del sociale gestite localmente sono ridotte in modo evidente con l’unica eccezione del Fondo per le non autosufficienze.
La riduzione più consistente si registra nel Fondo nazionale per le politiche sociali che, nelle quota destinata a regioni e comuni (la parte più rilevante va all’INPS) e con cui questi ultimi finanziano tutte le attività per anziani, minori e disabili, si riduce addirittura del 50% rispetto al 2008.
Tocca il minimo storico anche il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (L. 431/1998) che si riduce di 44 milioni ma che dal 2001 al 2009 è sempre sceso (fatta eccezione del 2006, qual maledetto Governo Prodi !) passando dai 362 milioni del 2000 ai 162 del 2009. Con queste risorse gli enti locali aiutano i nuclei familiari più poveri a pagare il canone di locazione. La costante riduzione del finanziamento non fa che rendere ancora più pesante una situazione che vede, soprattutto delle aree metropolitane, il numero delle domande di contributo in costante aumento nel tempo e, parallelamente, la costante diminuzione del grado di copertura del contributo erogato.
Il Fondo nazionale per l’inclusione sociale degli immigrati è addirittura scomparso nel breve volgere di due anni. Nel 2007 lo stanziamento era di 50 milioni, nel 2008 era di 100 milioni poi frettolosamente ridotto a 5 per poi azzerare lo stanziamento nel 2009. Scomparso. Tagli importanti si registrano anche nel Fondo nazionale per il servizio civile, nel Fondo per le politiche giovanili e in quello per le Pari opportunità.
Ma anche i temi più cari all’attuale Governo( e alla gerarchie ecclesiastiche non sono risparmiati) - i fautori divorziati del family day colpiscono anche il Fondo per le politiche per la famiglia che subisce un taglio del 31%.
Buona parte di queste risorse sono destinate ai comuni che le utilizzano per finanziare i servizi sociali. La riduzione dei finanziamenti per i comuni è assai rilevante; è come se per un anno venisse del tutto cancellato il Fondo nazionale per le politiche sociali. Il risultato complessivo di questa pesante riduzione dei finanziamenti statali per il sociale che si assomma drammaticamente a quello avvenuto anche nel 2008 avrà un impatto dirompente sulle politiche sociali dei comuni che devono far fronte ai rilevanti tagli subiti anche negli altri settori. Il risultato sarà una riduzione dei servizi sociali, del livello di copertura della popolazione fragile ed un aumento delle quote di partecipazione alla spesa a carico dell’utente. Esattamente il contrario di quello che dovrebbe accadere nei momenti di crisi economica.
Si tratta di un vero e proprio paradosso; proprio nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale per compensare una grave crisi economica queste risorse vengono ridotte e contribuiscono ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie italiane più fragili. Ma mentre il titanic affonda il premier parla di clima avvelenato, senza accorgersi che tanti sono già morenti.
Alla Regione Lombardia, quella del binomio Formigoni - Comunione e Liberazione per l’anno 2010 sono stati assegnati un totale di 73 milioni di Euro con un decremento netto di 21 milioni rispetto all’anno prima. Tale riduzione ha avuto ricadute pesanti anche sul nostro Ambito territoriale che ha subito una decurtazione del 53% sulla quota di Fondo Nazionale Politiche Sociali assegnato dalla Regione (solo € 665.365 per il 2010 , a fronte di € 1.428.641 per il 2009).
Anche le scelte operate a livello regionale in materia di ripartizione dei trasferimenti statali per le politiche sociali ci penalizzano, in quanto nel 2010 la Regione Lombardia ha deciso di trattenere per sé una quota parte del Fondo Nazionale notevolmente superiore rispetto all’anno precedente (34.327.562,56 € nel 2010 a fronte di 12.240.901,87 € nel 2009, con una differenza di 22.086.660,69 € pari ad un incremento del 180%), depauperando, di fatto, i Comuni di risorse certe finalizzate ai Piani Sociali di Zona, e contraddicendo i principi della sussidiarietà nonché del federalismo.
Quello che succederà sarà facile prevederlo, tagli ai servizi sociali, aumento delle tariffe, diminuzione sostanziale della qualità, con una conseguenza ulteriore nella perdita progressiva di altro posti di lavoro.
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