venerdì 5 ottobre 2012

Storie di TRIBUNALI: Gorizia sì o Gorizia no?

Credo che siate tutti a conoscenza del fatto che la sede staccata di Palmanova non sia stata accorpata al Tribunale di Gorizia, nonostante la proposta iniziale del Governo, contenuta nello schema di Decreto Legislativo sul riordino della geografia giudiziaria, si fosse espressa in tal senso.
Anche il parere favorevole del Consiglio Superiore della Magistratura, non è servito ad evitare il pesante intervento dei politici udinesi (ergo: di tutti i politici regionali di ogni colore) perchè Palmanova venisse accorpata a Udine.
A parte l'incongruenza evidente di tale decisione basterebbe, a tal proposito, considerare che "...quattro Tribunali efficienti sono meglio di tre ...", le conseguenze che ne derivereranno al Tribunale di Gorizia potrebbero essere particolarmente gravi, con la prospettiva, in futuro non molto lontano, della sua possibile chiusura.
Per questo motivo il Consiglio dell'Ordine ha indetto una Pubblica Assemblea Generale degli Iscritti che si terrà
venerdì 5 ottobre 2012 alle ore 17.30
presso la Sala Storica dell'Unione Ginnastica Goriziana
sita in Gorizia Via Rismondo n. 2
per discutere di questo tema e le relative conseguenze sul tessuto socio-economico dell'intera Provincia.
Comprenderete l''importanza di questo evento e, pertanto, sono a pregarVi di partecipare compatti anche perchè inviteremo tutte le forze politiche a cui chiederemo ragione del loro comportamento.
Solo tutti uniti potremo forse ancora vincere questa battaglia.
Vi aspetto.
Il Presidente dell'Ordine
avv. Silvano Gaggioli


I rilievi mossi dall’Ordine degli Avvocati, ma non solo, sono legittimi e vanno sostenuti, ad ogni livello, perché trattasi del futuro prossimo del tessuto socioeconomico provinciale. Ancorché proiettarsi passivamente verso una dismissione ora del Tribunale, dopo dell’Azienda Sanitaria isontina, e a seguire di altre realtà, si potrebbe ragionare, su questi e altri temi, diversamente: in una regione di un milione, e poco più, di abitanti, è veramente impossibile strutturare, a parità di condizione tra i capoluoghi di provincia, aree omogenee d’intervento che possano prescindere dagli stretti confini provinciali? Si salverebbero così le peculiarità del proprio territorio, quelle oggi paiono così facilmente dismissibili.