Preconcetti. Gli italiani non sono certamente così. Anche se il
malcostume politico e la mancanza di etica in certi casi rafforzano
questi stereotipi. Prendete il caso del consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia. Dopo dodici anni ha abrogato la legge che vietava
la concessione di benefit e contratti ai parenti.
In altri paesi una norma del genere non avrebbe ragione di esistere,
perché per etica ed opportunità nessun politico si sognerebbe di
assumere parenti o versargli contributi pubblici. La nuova legge friulana è un indicatore importante dei vizi della politica e di un errato concetto della cosa pubblica.
Non ci sarebbe nulla di scandaloso o illegale a finanziare un
progetto presentato dal parente di un politico, è chiaro, ma è l’abuso
del potere conferito dai cittadini per amministrare che rende odiose
certe pratiche.
Diffuse non solo in politica, ma anche nella società, basti pensare
all’accesso alle professioni, spesso più facile per chi è ‘figlio
di...’. in questo modo selezione e meritocrazia vanno a farsi benedire,
con danni che si ripercuotono su tutto il tessuto sociale.
E’ un problema culturale più che politico, ma la politica, a tutti i livelli, non può più ignorarlo. Per
questo, anche a livello nazionale, servirebbe una regolamentazione del
fenomeno, un passaggio essenziale per tagliare non solo i costi della
politica, ma per depotenziare un metodo sotterraneo e scorretto che ha
provocato già troppi guai.