mercoledì 5 settembre 2012

Rincari benzina: che fare? Alcuni consigli pratici

Benzina, nuovi aumenti: ecco come fare

Rincari benzina
*Ci risiamo! Dopo l’estate all’insegna dei supersconti (che tra l’altro sono terminati il 26 agosto), sono arrivati i nuovi rialzi, che hanno fatto schizzare il prezzo della verde a oltre 2€ al litro e il gasolio a quasi 1,80€ al litro.
Le Associazioni dei Consumatori hanno subito denunciato il fatto, sottolinenando che gli ulteriori aumenti porteranno le famiglie italiane a spendere circa 400€ in più all’anno per il solo carburante, più altri 300€ per i costi indiretti, ossia per l’acquisto di quei prodotti che sono legati al trasporto su gomma: i beni alimentari su tutti.
Perché la benzina aumenta?
L’aumento dei carburanti è dovuto a diverse variabili, tra cui il caro petrolio, la svalutazione dell’euro rispetto al dollaro e il margine dell’industria petrolifera.
Ma è la tassazione il vero problema. Sappiamo tutti che in Italia a pesare sul prezzo del carburante sono le accise, che compongono più della metà del costo totale: praticamente, per ogni litro di benzina messo nel nostro serbatoio, 1€ va direttamente allo Stato, tra IVA e accise per calamità naturali più o meno recenti (la guerra in Etiopia del 1935, la crisi di Suez del 1956, il disastro del Vajont nel 1963, il terremoto nel Belice del 1968, il terremoto in Emilia di quest’anno…).
Da aprile 2011 a oggi sono stati introdotti 8 aumenti delle accise sui carburanti, con relativo trascinamento dell’IVA (per via di quel meccanismo tutto italiano della tassa sulla tassa). Quanto ha guadagnato lo Stato? Secondo il Ministero dell’Economia, nei soli primi due mesi del 2012, si è registrata una crescita aggiuntiva di entrate per 800 milioni di euro.
Come fare per ammortizzare questi rincari senza fine?
Sicuramente la soluzione più drastica è passare alle auto elettriche, che però sono ancora carenti su molti punti: per le auto con maggiore autonomia di km. i prezzi sono molto alti, mentre per quelle più economiche la durata della batteria è breve. Non possono essere pertanto utilizzate da tutti, perlomeno finchè non ci sarà un sistema distributivo di ricariche elettriche su larga scala.
Seguire uno stile di guida moderato e attento può aiutare a ridurre i consumi (e non di poco). Non tirare troppo le marce, non utilizzare l’aria condizionata, controllare frequentemente la pressione dei pneumatici e il livello dell’olio. Tutte piccole accortezze, che però nel lungo termine portano a risparmiare cifre notevoli.
Installare impianti a metano o GPL. Ricordiamo che questi impianti posso essere montati solo se avete un’auto a benzina; inoltre, occhio ai costi complessivi dell’operazione e al risparmio effettivo sui consumi, soprattutto per quanto riguarda il GPL.
Utilizzare l’auto solo se strettamente necessario e condividerla con i colleghi per andare al lavoro. Il car pooling in Italia non è ancora in voga come all’estero, ma se la situazione continua così, prenderà sempre più piede. Organizzarsi con amici, parenti e colleghi per gli spostamenti ci permette di prendere l’auto qualche volta in meno, con tutti i risparmi che ne conseguono.
Utilizzare le App per individuare le stazioni di servizio più convenienti. Sono diverse le applicazioni per smartphone che, grazie alla geolocalizzazione, individuano le pompe più economiche nell’area in cui ci troviamo. Sono molto utili, soprattutto se i prezzi sono aggiornati spesso, poiché permettono di risparmiare anche più di 10€ su ogni pieno, una volta trovato il distributore più economico.
Purtroppo, la corsa dei prezzi sembra inarrestabile. Ci auguriamo che il governo attuale e i successivi frenino una volta per tutte l’introduzione di accise per aumentare il gettito fiscale, come richiesto dalle Associazioni dei Consumatori, ma anche da quelle di categoria (i benzinai in prima linea, stretti anche loro nella morsa dei margini). Cosa che, comunque, non servirà del tutto a ridurre i prezzi, che come abbiamo visto dipendono anche dal prezzo del barile e dalla svalutazione monetaria. La vera svolta si avrà soltanto con l’avvento di massa di nuove motorizzazioni, e quindi la fine della dipendenza dal petrolio, perlomeno per il settore dei trasporti. 

*dott. Simone MORICONI