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mercoledì 3 agosto 2011

Perchè non fare i nomi degli irresponsabili sindacati e amministratori di partiti di opposizione?

CISL FP: vogliamo i nomi!

Le accuse generiche lasciano il tempo che trovano. 
Il DATO ASSOLUTO è che il COMPARTO UNICO è affondato e non certo per colpa dell'ITALIA dei VALORI - LISTA Di PIETRO.

martedì 2 agosto 2011

Comparto unico: addio!

Si racchiude in poche righe l’emendamento alla legge sull’assestamento di bilancio regionale 2011 che sintetizza tutto il pensiero di questa GIUNTA REGIONALE nel voler azzerare il COMPARTO UNICO; l’operazione viene fatta risalire al 1 gennaio 2008. Più realista del Re, cioè dello stesso Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, il Governatore regionale circoscrive, con questa manovra, la valenza pattizia di norme fino ad ora trasfusa in ben quattro contratti regionali. Nei fatti non esisterà più la contrattazione di Comparto. Sarà la Legge l’unica fonte normativa di regolamentazione, o meglio di regimentazione. La maggioranza consiliare ha, quindi, decretato legislativamente, nella notte del 29 luglio – e sì che la notte dovrebbe portare consiglio -  l’applicazione degli aumenti tabellari del solo contratto di lavoro nazionale, e per tutti i dipendenti della Regione, Province e Comuni del  Friuli Venezia Giulia. Una politica schizofrenica che per anni, al tavolo negoziale, ha tenuto ferme le sorti dei dipendenti pubblici, per poi con un colpo di mano – a dire il vero, il secondo dopo quello della Finanziaria 2011 - abbandonarne il percorso, disconoscendo ogni principio fin qui voluto dall’art. 127 della L.R. 13 del 1998, che istituiva appunto un comparto unico di contrattazione regionale. L’Italia dei Valori – Lista Di Pietro stigmatizza il metodo e merito legati a questo gesto d’imperio. La Giunta regionale, con questo comportamento unilaterale, alimenta il malcontento tra i lavoratori, le loro rappresentanze, riducendo a livello zero ogni margine di contrattazione, con chiaro nocumento per tutta la dipendenza pubblica, soprattutto in termini di organizzazione e utilità all’utenza. La circostanza ha ancor più rilievo se si pensa che l’imposizione di questo peius contrattuale avviene con valenza retroattiva e per una classe di lavoratori che permette a questa classe politica locale il vanto di standard elevati di servizi e piena soddisfazione per i cittadini: è assodato che quest’ultimo aspetto non viene mai preso previamente in debita considerazione. Le conseguenze di questa miope politica regionale sono ora davanti agli occhi di tutti.

Pier Ugo CANDIDO
Referente del Dipartimento regionale EE.LL., LAVORO e WELFARE  Italia dei Valori – Lista Di Pietro Friuli Venezia Giulia

lunedì 20 dicembre 2010

COMPARTO UNICO: è la fine per la CONTRATTAZIONE!

COMUNICATO STAMPA

Con un colpo di mano si è cancellata la contrattazione collettiva di comparto. L'emendamento "nottambulo" del 19 dicembre - la Regione dal 1° gennaio stanzierà per legge il 90% degli incrementi retributivi ai dipendenti - approvato dalla maggioranza consiliare, senza che, a parte l'Italia dei Valori, nessuno battesse ciglio rappresenta una pagina buia nella storia delle relazioni sindacali italiane. E sì, perchè questa forzatura, non è solo uno schiaffo ai contratti che dal 2001 ad oggi regolano le sorti giuridiche ed economiche dei dipendenti degli ee.ll. e della Regione, ma è proprio una bruttura giuridica su larga scala. D'imperio si va a scardinare anni di consolidate relazioni negoziali, che, come in tutta Italia, regolano ampiamente la materia: una "Pomigliano de noiatri", insomma. Ad oggi valgono a poco le scuse o i nuovi j'accuse di chi, in buona fede, aveva sottoscritto quella "carta straccia" che a novembre 2010 veniva chiamata da un lato preintesa e dall'altro verbale. In fin dei conti lo dichiaravano, ex post, pure loro che quanto scritto non avrebbe avuto valore senza una sottoscrizione dei rappresentanti del 51%  e più. Ma allora perchè sottoscrivere atti di non valenza giuridica e economica? E' evidente che la fitta maglia tessuta da una mirata strategia datoriale aveva previsto anche questo, e non ci vuole tanto a capirlo. Chi c'è cascato c'è cascato due volte. La storia recente di "brunettiana memoria" ha applicato le stesse regole: i sindacati sono discordi, si applica ex lege! Laddove c'è spaccatura sindacale il "padrone", pubblico o privato che sia, instilla il proprio volere, piaccia o meno. Ora ci sarà un gran lavoro di rincorsa tra carte bollate e ricorsi giudiziari per rilevare qualche pecca di incostituzionalità o antisindacalità. Ma la traccia della deriva è già segnata e per di più alla soglia di un triennio di blocchi contrattuali (voluti anche questi per legge nazionale). Per l'Italia dei Valori è imprescindibile riportare la contrattazione al centro delle relazioni sindacato - datore di lavoro. Le descritte forzature dovrebbero essere - queste sì - censurate per legge, gravando di responsabiltà diretta tutti i consapevoli soggetti che, alterando i meccanismi pluriennali della negoziazione, violano regole di democrazia e creano danno ai lavoratori. Un dato è certo: la collettività, nonostante tutto, ha continuato a beneficiare di servizi pubblici di altissima qualità. Questo per merito dei lavoratori. Il dipartimento e il coordinamento regionale sono vicini ai dipendenti degli ee.ll. e della Regione nonchè a tutte le forze sindacali che rivendicando il proprio ruolo autonomo ritenendo di essere attori comprimari della contrattazione e non sempici asseveratori di logiche e scelte datoriali, per lo più unilaterali.
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dott. mag. Pier Ugo CANDIDO

referente Dipartimento EE.LL. & Welfare Italia dei Valori FVG

venerdì 10 dicembre 2010

Comparto unico: divide et impera





Comparto unico, Idv interpella la Giunta: «perché sono state forzate le regole e le prassi sindacali?»
Enio Agnola: «una forzatura che crea tensioni»


Anche il Gruppo consiliare regionale dell’Italia dei Valori si schiera a fianco dei 16 mila del comparto unico. I dipietristi hanno presentato una interpellanza sul tema del Comparto unico a firma Agnola e Corazza e coadiuvati dal punto di vista tecnico dal responsabile del dipartimento regionale Enti Locali dell’Italia dei Valori Pier Ugo Candido.
 «La Giunta spieghi – ha chiesto Agnola - perché si è deciso di forza le regole e le prassi sindacali, firmando un verbale, giuridicamente senza forza di atto d’intesa, con due sole sigle sindacali». La normativa sul pubblico impiego prevede infatti - come si legge nelle premesse dell’interpellanza - che le organizzazioni sindacali che aderiscono all’ipotesi di accordo rappresentino nel loro complesso almeno il 51 per cento come media tra dato associativo e dato elettorale nel comparto o nell’area contrattuale, o almeno il 60 per cento del dato elettorale nel medesimo ambito. Il 18 novembre, infatti, i sindacati Cisl Fp e Csa hanno firmato un verbale, definito impropriamente “accordo” mentre Fp-cgil, Uil Fpl, Cisal EE.LL non hanno sottoscritto l’offerta proposta dalla controparte datoriale. «Una forzatura – dichiarano i dipietristi – che non fa l’interesse della maggioranza dei lavoratori del Comparto unico e rischia di creare forti tensioni tra le parti».

Il  Consigliere regionale Enio Agnola, primo firmatario dell’interpellanza, chiede inoltre «perché invece di applicare come indice di riferimento per gli aumenti annuali il tasso annuale di inflazione programmata che sarebbe stato dell’1,5% si è deciso di applicare solo l’1,1% che è un valore ben al di sotto del valore di riferimento anche del contratto nazionale e perché si sono date altre decorrenze d’aumento diverse rispetto al contratto nazionale».
L’interpellanza entra poi su aspetti molto tecnici come quello che riguarda, per Idv, «una fuorviante definizione di quattordicesima, confusa con il salario aggiuntivo – notoriamente ben più basso».
Infine, Agnola chiede: «perché si continua, a parità di Comparto unico, a far "viaggiare" i dipendenti degli EE.LL. e quelli della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia su due binari paralleli che, a detta dell'attuale normativa contrattuale, sono destinati a rimanere separati».
Sulla questione l’Italia dei Valori continuerà a monitorare la situazione e a ribadire la sua posizione a difesa dei lavoratori del comparto.

martedì 7 dicembre 2010

Comparto. Unico? Vicende sul rinnovo del contratto degli enti locali.


COMUNICATO STAMPA
Il coordinamento regionale IdV del Friuli Venezia Giulia ritorna sulla questione del comparto unico:lo fa per voce del referente regionale Enti Locali e Welfare, Pier Ugo CANDIDO.

Il dato sostanziale di partenza rimane purtroppo invariato, come pure il mistero che l’accompagna: la costituzione della massa salariale. Quest’ultima risulterebbe pari 602.159.002, 21 milioni di € secondo la funzione pubblica regionale, emissaria dei poteri forti degli enti locali. Cifra complessiva che non è mai stata dettagliatamente precisata. E’ chiaro che potrebbe essere di più o di meno. Dati sindacali alla mano certamente di più.
C’è poi da evidenziare l’originale scadenziario legato agli aumenti contrattuali: da gennaio a novembre 2009, verrebbe liquidato un aumento, tradotto in mera vacanza contrattuale, uguale all'1,1 %. Perché non da gennaio a dicembre? Che fine ha fatto l’indice di riferimento per gli aumenti annuali rappresentato dal tasso di inflazione programmata? Il 2009 registra ufficialmente l’1,5%: l'1,1% è manifestamente sotto questo punto fermo. Tutto a vantaggio del risparmio datoriale. Un risparmio che non giova all’equilibrio prestazione-salario: di fatto, in costanza di una triennale, e ingiustificabile, vacanza contrattuale, i lavoratori pubblici del F.V.G. non hanno fatto venire meno lo standard prestazionale elevatissimo: qualità che spesso s’è rivelata un vero vantaggio, e valore aggiunto, per la classe politica che oggi governa localmente. Snobbare questo dato saliente, legato ad un proficuo esercizio di professionalità pubbliche che ha positive ricadute sulla collettività, significa, per usare un noto modo di dire, “seminare vento per raccogliere tempesta”. La Regione non è nuova ad atteggiamenti “prudenti” in materia di aumenti contrattuali: la Corte dei Conti nella certificazione del recente contratto, quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007 e 2008-2009, del personale dirigente del comparto unico regionale ha significato come il comportamento negoziale datoriale s’è allineato ad indici percentuali al di sotto dei parametri di riferimento. In questo quadro, intriso di mistero e mortificazione si registra, aldilà delle giuste voci di protesta di qualche Sindaco – come mai solo ora? - e Sindacato – CGIL, UIL, CISAL e UGL versus CSA e CISL, firmatarie del verbale datoriale dd.18.11.2010 – un silenzio “assordante” dei dipendenti del comparto. Silenzio uguale asseverazione? La protesta sindacale va sorretta da tutti perché oggi è giustamente motivata. In caso contrario la forzatura e la sconcertante tesi datoriale, sottesa al verbale appena sottoscritto il 18 novembre, potrebbero prevalere: si frantumerebbe così definitivamente quella costruzione del COMPARTO UNICO (art. 127 della L.R. 13/1998), annullando nel contempo, e d’imperio, consolidate relazioni e accordi sindacali.