martedì 7 dicembre 2010

Comparto. Unico? Vicende sul rinnovo del contratto degli enti locali.


COMUNICATO STAMPA
Il coordinamento regionale IdV del Friuli Venezia Giulia ritorna sulla questione del comparto unico:lo fa per voce del referente regionale Enti Locali e Welfare, Pier Ugo CANDIDO.

Il dato sostanziale di partenza rimane purtroppo invariato, come pure il mistero che l’accompagna: la costituzione della massa salariale. Quest’ultima risulterebbe pari 602.159.002, 21 milioni di € secondo la funzione pubblica regionale, emissaria dei poteri forti degli enti locali. Cifra complessiva che non è mai stata dettagliatamente precisata. E’ chiaro che potrebbe essere di più o di meno. Dati sindacali alla mano certamente di più.
C’è poi da evidenziare l’originale scadenziario legato agli aumenti contrattuali: da gennaio a novembre 2009, verrebbe liquidato un aumento, tradotto in mera vacanza contrattuale, uguale all'1,1 %. Perché non da gennaio a dicembre? Che fine ha fatto l’indice di riferimento per gli aumenti annuali rappresentato dal tasso di inflazione programmata? Il 2009 registra ufficialmente l’1,5%: l'1,1% è manifestamente sotto questo punto fermo. Tutto a vantaggio del risparmio datoriale. Un risparmio che non giova all’equilibrio prestazione-salario: di fatto, in costanza di una triennale, e ingiustificabile, vacanza contrattuale, i lavoratori pubblici del F.V.G. non hanno fatto venire meno lo standard prestazionale elevatissimo: qualità che spesso s’è rivelata un vero vantaggio, e valore aggiunto, per la classe politica che oggi governa localmente. Snobbare questo dato saliente, legato ad un proficuo esercizio di professionalità pubbliche che ha positive ricadute sulla collettività, significa, per usare un noto modo di dire, “seminare vento per raccogliere tempesta”. La Regione non è nuova ad atteggiamenti “prudenti” in materia di aumenti contrattuali: la Corte dei Conti nella certificazione del recente contratto, quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007 e 2008-2009, del personale dirigente del comparto unico regionale ha significato come il comportamento negoziale datoriale s’è allineato ad indici percentuali al di sotto dei parametri di riferimento. In questo quadro, intriso di mistero e mortificazione si registra, aldilà delle giuste voci di protesta di qualche Sindaco – come mai solo ora? - e Sindacato – CGIL, UIL, CISAL e UGL versus CSA e CISL, firmatarie del verbale datoriale dd.18.11.2010 – un silenzio “assordante” dei dipendenti del comparto. Silenzio uguale asseverazione? La protesta sindacale va sorretta da tutti perché oggi è giustamente motivata. In caso contrario la forzatura e la sconcertante tesi datoriale, sottesa al verbale appena sottoscritto il 18 novembre, potrebbero prevalere: si frantumerebbe così definitivamente quella costruzione del COMPARTO UNICO (art. 127 della L.R. 13/1998), annullando nel contempo, e d’imperio, consolidate relazioni e accordi sindacali.