Cittàcomune versus Cittàmandamento: tra unione, fusione e…confusione.
Il
tema della Cittàcomune, che si scontra con quello della Cittàmandamento, ha richiamato
l’altra sera, alle Acli di Ronchi dei Legionari, pochi cittadini, ma diversi
addetti ai lavori.
Consiglieri,
assessori,
sindaci, si sono prodigati “nel dire la loro” su un fantomatico
progetto territoriale, quello di Cittàcomune appunto. Proposta, quella
dei suoi sostenitori, che oggi pare più futuristica che reale:
sicuramente sconterà qualche decennio prima di
venire a sostanziale esistenza, attesa la lentezza che il territorio ha
tradizionalmente riservato ai cambiamenti, anche queli meno radicali ma
pur sempre utili alla collettività (es. costituzione azienda unica
proivinciale per i servizi in rete).
Ai proponenti, agli
“istituzionalizzati”, e ai politici, si sono poi affiancati, nell'esposizione, i tecnici. Da un
lato, quelli che hanno affrontato il problema riferito alla futura istituzione, e ai costituendi partners comunali, in soli termini economici, quasi a significare che la
sintesi dell'innovazione sarebbe solo un dato positivo, o negativo, di bilancio, dall’altro, quelli che, dopo aver fatto outing di
un proprio
immobilismo, hanno accampato ipotesi di responsabilità del fallimento di
Cittàmandamento, prodromo dell'odierna intenzione progettuale,
attribuendole unicamente al sindacato; esso avrebbe
frenato il processo di "mandamentalizzazione" della “bisiacaria”
ostacolando il futuro sviluppo del territorio. Lo storico
presente in sala ha dichiarato, invece, la "non novità" di un sistema
comunitario di
servizi a livello locale, tra Ronchi, Staranzano e Monfalcone.
Alcune riflessioni di massima:
1.
rimane il dato, non chiaro, su chi ricadrà il costo, fino ad ora
comunque sostenuto, per "tenere in piedi" quella che pare
un’inefficiente, inefficace,
antieconomica, e alquanto fantomatica, Cittàmandamento;
2.
è bene soffermarsi sulla necessità di dare vita ad altre sovrastrutture
pubbliche, un tanto per evitare detrimento, o paralisi, all'attuale
efficentismo, che contaddistingue l'attività quotidiana dei nostri
Comuni;
3. è insufficiente - se "sistema s'ha da fare" - il limitarsi alle tre municipalità citate;
4.
vista la tanto dichiarata inutilità delle Province, sarebbe invece
auspicabile l'allargamento dello spettro di cooperazione comunale, su
scala isontina.
Saranno poi gli organismi istituzionali, ma soprattutto i cittadini, a decidere.
Pier Ugo CANDIDO
consigliere comunale in Turriaco (Go)