12 aprile 2011
Oggetto:
comunicato stampa
Il Comune di Turriaco non ha ancora adottato il
piano del rischio sull'utilizzo e la gestione delle aree limitrofe agli
aeroporti così come obbligatoriamente previsto dall'art. 707 del codice della
navigazione, aggiornato e modificato dai d.lgs. n°96/2005 e n°151/2006: ciò nonostante
il nostro ripetuto consiglio.
La sopraddetta necessità è disciplinata, oltre che dalle
norme di riferimento, dal buon senso atteso che le motivazioni che spingono
all’adozione dello strumento ivi contemplato è la maggior sicurezza in decollo,
manovra e atterraggio degli aeromobili sia sulla testata di pista che sulle
fasce laterali della stessa.
V’è
dippiù.
Sull’argomento una prima risposta dell''attuale
Sindaco è stata quella di affermare che il piano per Turriaco non era
obbligatorio per il solo fatto che il piano regolatore generale comunale
prevedeva – circostanza tuttora da verificare -
nello specifico norme più restrittive.
Detto e posto questo allora diventava incomprensibile
la previsione di spesa a bilancio 2010, rinnovata nel 2011, per la redazione
del piano del rischio aeroportuale.
Delle due l’una.
Il dato oggettivo è chiaro e smentisce la prima frettolosa
posizione assunta dal rappresentante locale turriachese: il piano va fatto e la
pianificazione urbanistica adeguata.
Il
problema d’attualità è pure un altro.
L’ENAC, Ente nazionale per l’aviazione civile, ha
recentemente profilato una norma regolamentare che prevede l’allargamento a
mille metri della zona di tutela lungo il perimetro laterale delle zone
aeroportuali. Così posto, il vincolo, riferito al sedime aeroportuale di Ronchi
dei Legionari, che interessa appunto anche Turriaco, implicherebbe non poche
problematiche, in specie quelle urbanistiche e edificatorie.
Va contemperata quindi l’esigenza alla maggiore
sicurezza in caso di incidenti con l’interesse dell’ente locale a non vedere
bloccato lo sviluppo armonico del proprio territorio.
Rimane però insoluto il problema dell’indennizzo ai
Comuni che ospitano aeroporti o vengono pesantemente vincolati dagli stessi.
L’inquinamento acustico e atmosferico nonché
l’espropriazione coattiva di spazi territoriali, vocati ad altra destinazione o
sviluppo, dovrebbero essere elementi oggettivamente valutabili per la
previsione, e determinazione, di misure indennizzatorie per i Comuni
“aeroportualizzati”.
Pier Ugo CANDIDO
Consigliere comunale