mercoledì 13 aprile 2011

Siamo (sempre) a rischio!



12 aprile 2011


Oggetto: comunicato stampa

           
Il Comune di Turriaco non ha ancora adottato il piano del rischio sull'utilizzo e la gestione delle aree limitrofe agli aeroporti così come obbligatoriamente previsto dall'art. 707 del codice della navigazione, aggiornato e modificato dai d.lgs. n°96/2005 e n°151/2006: ciò nonostante il nostro ripetuto consiglio.

La sopraddetta necessità è disciplinata, oltre che dalle norme di riferimento, dal buon senso atteso che le motivazioni che spingono all’adozione dello strumento ivi contemplato è la maggior sicurezza in decollo, manovra e atterraggio degli aeromobili sia sulla testata di pista che sulle fasce laterali della stessa.

V’è dippiù.

Sull’argomento una prima risposta dell''attuale Sindaco è stata quella di affermare che il piano per Turriaco non era obbligatorio per il solo fatto che il piano regolatore generale comunale prevedeva – circostanza tuttora da verificare -  nello specifico norme più restrittive.

Detto e posto questo allora diventava incomprensibile la previsione di spesa a bilancio 2010, rinnovata nel 2011, per la redazione del piano del rischio aeroportuale.

Delle due l’una.

Il dato oggettivo è chiaro e smentisce la prima frettolosa posizione assunta dal rappresentante locale turriachese: il piano va fatto e la pianificazione urbanistica adeguata.

Il problema d’attualità è pure un altro.

L’ENAC, Ente nazionale per l’aviazione civile, ha recentemente profilato una norma regolamentare che prevede l’allargamento a mille metri della zona di tutela lungo il perimetro laterale delle zone aeroportuali. Così posto, il vincolo, riferito al sedime aeroportuale di Ronchi dei Legionari, che interessa appunto anche Turriaco, implicherebbe non poche problematiche, in specie quelle urbanistiche e edificatorie.

Va contemperata quindi l’esigenza alla maggiore sicurezza in caso di incidenti con l’interesse dell’ente locale a non vedere bloccato lo sviluppo armonico del proprio territorio.

Rimane però insoluto il problema dell’indennizzo ai Comuni che ospitano aeroporti o vengono pesantemente vincolati dagli stessi.

L’inquinamento acustico e atmosferico nonché l’espropriazione coattiva di spazi territoriali, vocati ad altra destinazione o sviluppo, dovrebbero essere elementi oggettivamente valutabili per la previsione, e determinazione, di misure indennizzatorie per i Comuni “aeroportualizzati”.

Pier Ugo CANDIDO
Consigliere comunale