Corazza (Idv) su “welfare padano”: la Giunta Tondo fa pagare un caro prezzo ai cittadini. Candido: rilievi di incostituzionalità.
La volontà di rivedere la norma sul “welfare padano”, che sarebbe emersa all'ultima seduta della Giunta Tondo, è stata definita "una scappatoia tardiva" da parte del Capogruppo IDV Alessandro Corazza, che è convinto che la Giunta non dica tutto sulla vicenda e che questo cambio di rotta si debba anche all'eventualità che la Regione sia già stata messa in mora dall'UE. «La cieca volontà politica di questa maggioranza di imporre delle norme palesemente discriminatorie e incostituzionali, che impongono rigidissimi requisiti di residenza in Regione per l'accesso ai servizi di welfare, si è già trasformata in un grave danno ai cittadini più bisognosi della nostra regione, togliendo loro la certezza del diritto e comportando dispendiosi processi per l'affermazione dei propri diritti. Questa è la dimostrazione che siamo governati da politici incapaci di amministrare, dove la propaganda elettorale, fatta addirittura attraverso l'approvazione di leggi discriminatorie, viene prima dell'affermazione dei diritti civili delle persone». Nel merito interviene anche Pier Ugo Candido, responsabile regionale del dipartimento Lavoro & Welfare di Idv: il tentativo della Regione FVG di affrancarsi da garanzie costituzionali non è passato inosservato. L’avevano già ribadito gli addetti al lavoro quando affermavano che “esiste una competenza statale che tutela una soglia minima di eguaglianza per i diritti sociali e civili: disposizione che si applica anche alle regioni a statuto speciale.” Posto il principio di eguaglianza, quello dell’art.3 della Costituzione, non può quindi contemplarsi una differenziazione di diritti tra cittadini solo per tipo di Regione d’appartenenza e legislazioni correlate.