Non bastava il colpo di mano del 19 dicembre scorso con cui il consiglio regionale ha approvato per legge il 90% degli incrementi retributivi ai dipendenti degli enti locali del Friuli Venezia Giulia, ora se esce anche il Presidente dell’ANCI, Pizzolitto, populisticamente affermando che le casse comunali sono vuote e che nessun altro aumento è dovuto. La causa, a detta sua, l’abolizione dell’ICI e i minori trasferimenti dallo Stato. E’ originale che il presidente dell’ANCI, al cui interno registra ondivaghe prese di posizione a favore e contro il comparto, accampi fuorvianti giustificazioni facendo ricadere sui ”suoi” dipendenti – quelli che gli assicurano l’efficienza che garantisce la sua nota e stimata visibilità istituzionale – conseguenze di matrice estranea al rinnovo del contratto di comparto. Se la massa salariale - il cui mistero è ancora inviolato -, cioè il costo totale dei dipendenti ee.ll. regionali è mal calcolata, va rifatta e gli aumenti di conseguenza cambiano. L’ANCI deve quindi prendere atto che la protesta, seguita e anche anticipata dalla proposta, è la naturale derivazione di un’impasse procedurale, sorretta da certa arroganza datoriale, non creata e voluta dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali. Va pure ricordato che i lavoratori pubblici, ”vittime inconsapevoli” di una non preventivata vacanza contrattuale, che dura da più di tre anni, raggiungono in Friuli Venezia Giulia standards ottimali di prestazioni di cui la politica, che registra costi sono ancora troppo esorbitanti, se ne avvale quotidianamente. Questo j’accuse di Pizzolitto ci pare fuori luogo per il merito, per il tempo e per il modo: guardi prima in casa sua e poi si rivolga al mondo.
Referente regionale Dipartimento EE.LL. & Welfare Italia dei Valori - Pier Ugo Candido