sabato 16 gennaio 2010

Siamo a rischio!


Il dissesto e il rischio idrogeologico sono una delle priorità d’attenzione dell’Italia dei Valori. Come ricordato recentemente dal Presidente della Repubblica “la politica deve dare «precedenza assoluta» agli investimenti contro il dissesto idrogeologico” ed anche “di fronte ai cambiamenti climatici impegnarsi ad un maggior «rigore» sulle costruzioni in zone a rischio”. Ricercando certamente le cause del dissesto idrogeologico nella fragilità del territorio e nella modificazione idrogeologica lungo i corsi d’acqua è necessario puntare il dito sull’assenza d’interventi manutentori nelle aree collinari e montane, dove non si esercitano più preminentemente le attività agricole e forestali e spesso manca una corretta gestione della rete idrografica minore. Segue la manutenzione mancata nelle aree golenali. Italia dei Valori ritiene in merito che tutte le istituzioni pubbliche e i cittadini devono concorrere in modo non effimero alla programmazione e gestione del territorio. I comuni dal canto loro sono obbligati all’adozione di strumenti urbanistici, e regolamentari di specie, che prevedano un’urbanizzazione ragionata dove possano concorrere d’insieme lo sviluppo dell’abitato e la salvaguardia dello stesso da vari fattori di rischio. Turriaco, come già più volte detto, è esposta ad una pluralità di rischi e quindi disagi derivanti. Tra questi, oltre alla già nota vicenda dell’aeroporto – manca ancora la redazione da parte del Comune dell’obbligatorio piano del rischio - c’è il problema della prossimità territoriale con il fiume Isonzo. Il mese di dicembre, con le sue cospicue precipitazioni, ha messo a dura prova la vigilanza e l’intervento esercitato dalle locali ed efficienti squadre di protezione civile comunale per preservare gli abitanti e l’abitato da probabili danni da esondazioni del locale fiume. Ma ciò non basta: ci vuole prevenzione e non solo cura emergenziale. Come ribadito in più sedi la vicenda non può ridursi al problema del singolo comune o all’intervento in extremis della solita e onnipresente protezione civile. Si deve operare su vari livelli.Va programmata e controllata l’urbanistica e l’edilizia, con strumenti pianificatori (c’è un piano regionale) che applichino le severe norme (certe per dir la verità anche un po’datate) prevedenti il rispetto dei vincoli idrogeologici, e di tutti quelli rimanenti, posti a tutela dell’ambiente urbano e territoriale. Va pure maggiormente incentivata la manutenzione delle aree a rischio (aree golenali, bacini idrici, etc.) e la vigilanza su una corretta edificazione privata. Purtroppo, invece, si assiste in genere al contrario: una speculazione edilizia che segue la parcellizzazione selvaggia e senza metodo del territorio urbano. Si realizzano insediamenti sovrabbondanti spesso realizzati sulle tradizionali vie di scolo dell’acqua piovana esponendo di fatto il territorio a quel rischio idrogeologico tanto stigmatizzato solo però a danni subiti.

Pier Ugo CANDIDO - IDV Turriaco