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martedì 14 febbraio 2012

Chi scherza in materia di ETERNIT è un irresponsabile: la lezione di Torino valga per tutti.

16 anni di carcere. E' questa la condanna che il Tribunale di Torino ha inflitto al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e al barone belga Louis De Cartier, 91 anni, entrambi ex manager ai vertici della multinazionale dell'amianto Eternit.
Una sentenza esemplare, anche se la procura aveva chiesto 20 anni per ognuno dei due imputati, che rispondevano di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche.
I giudici di primo grado hanno accolto così la tesi del pool dell'accusa, che in oltre 60 udienze, dal 2009, ha dimostrato come i capi della Eternit avessero continuato a far lavorare le fabbriche come niente fosse, pur di trarne profitto, nonostante sapessero della pericolosità dell'amianto. Di più, avrebbero omesso di adottare misure di sicurezza, come l'uso delle mascherine e dei guanti, capaci di ridurre il rischio per gli operai di ammalarsi di tumore al polmone o di absestosi.
Oltre alla condanna, il giudice Casalbore ha disposto risarcimenti provvisionali per l'associazione Medicina democratica e per il Wwf (70mila euro), di 100mila euro per l'Associazione nazionale esposti amianto, di 4 milioni per il comune di Cavagnolo e di 15 milioni per l'Inail. Risarcimenti di circa 100mila euro ciascuna per le sigle sindacali costituitesi parti civili nel processo. Ma ci sono anche 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, 30mila euro per ogni congiunto di ciascuna vittima e 35mila euro per ogni ammalato.
Commozione alle stelle. La lettura della sentenza e del lunghissimo elenco di circa 6.400 parti civili, è stata accompagnata dagli applausi e dalle lacrime dei parenti delle vittime stipati in un'aula stracolma di gente.
C'era anche Pietro Condello, operaio Eternit per 15 anni, dal 1966 al 1983: "Nel mio reparto lavoravamo un tipo speciale di amianto blu che arrivava dall'estero e dicono che fosse tra i più pericolosi. Eravamo in 30 siamo rimasti in due. Oggi qui ho sentito tutti i nomi dei miei 28 colleghi morti. Terribile!''. Per Condello  "35.000 euro non servono a nulla, neppure a curarsi, certo non cambiano la mia vita di una virgola, ho l'asbestosi da 20 anni e l'unica cosa che posso fare è sperare di morire il più tardi possibile".
Positivi i commenti alla sentenza del Tribunale di Torino. Secondo Antonio Di Pietro, “la magistratura ha ristabilito la giustizia che fino ad oggi era stata negata. La condanna degli ex vertici dell’Eternit di Casal Monferrato non restituirà le vittime ai propri familiari, ma lancia una speranza per il futuro e segna un importante precedente per la giurisprudenza”. Il leader IdV sottolinea che “questo problema interessa tutta Italia, migliaia e migliaia di lavoratori e cittadini che ancora oggi corrono un gravissimo rischio. Ci auguriamo che questa sentenza dia una svolta anche dentro i palazzi con un nuovo impulso alle politiche della sicurezza sul lavoro. L’Italia dei Valori, che ha presentato numerosi provvedimenti legislativi in materia, continuerà ad impegnarsi per tutelare la salute dei lavoratori e per rendere attivo un Fondo per le vittime dell’amianto”.
Parla di "sentenza importante" anche Patrizia Bugnano, senatore IdV, "perché - dice - riconosce anche ai cittadini che non si sono ammalati, ma che hanno vissuto nelle vicinanze delle aziende, il diritto al risarcimento del danno da patimento per le morti dei loro amici e parenti e per la loro paura di ammalarsi. Mercoledì - ricorda Bugnano - come membro della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro ho convocato Guariniello e Caselli per parlarci della loro idea di istituire la Procura nazionale sugli infortuni sul lavoro, per mettere a frutto le tante professionalità che operano in questo settore".

lunedì 21 settembre 2009

AMIANTO: mai più!


Sollecitando il Comune di Turriaco ad una maggior attenzione sul tema dell'amianto, e suo smaltimento dagli edifici privati, ecco che la Provincia ha nuovamente sovvenzionato, pro quota, detti interventi di bonifica: gli interessati devono rivolgersi agli uffici comunali per la richiesta specifica.

Si riporta un recente articolo de "IL PICCOLO" in merito al problema suesposto e che IdV Turriaco ha più volte sollevato:

LA PROVINCIA RILANCIA IL PIANO ANTI-AMIANTO ACCOLLANDOSI IL 50% DEI COSTI

Via i tetti in eternit con 216mila euro

L’intervento sugli edifici privati affidato a due ditte venete

di LUIGI TUREL


Aveva tolto la copertura in eternit dal pollaio. E poi anche quella del box dove ripone tuttora gli attrezzi per curare il piccolo orto. Gli ondulati in fibra di cemento-amianto poi li aveva accatastati in un angolo del giardino ricoprendoli con un telo ormai smangiato dal sole e dal vento. Non se l’era sentita di disfarsi delle tettoie abbandonandole dietro i cespugli che affiancano la strada di campagna.È arrivato il momento, per lui, di poter eliminare quella copertura con tutti i crisimi della sicurezza. Per quei 10 metri quadrati di copertura in eternit pagherà solo la metà del costo di rimozione: 242 euro. L’altro 50% sarà a carico della Provincia. Non solo. Per lui, che coltiva l’orto per gustare le primizie e che continua ad avere galline per poter portare in tavola uova di giornata, neppure il tormento di fare la trafila tra un ufficio e l’altro per venire a capo dell’iter burocratico dello smaltimento. A tutto, dal contattarlo al lavoro finito, ci penserà il personale di un’associazione temporanea di imprese tra la Nestambiente di Padova (fa parte del gruppo AcegasAps) e la Nuova Amit di Venezia.La Provincia, dunque, rilancia sul progetto di smaltimento di eternit da edifici privati, un progetto che all’esordio lo scorso anno aveva fatto da battistrada in Italia. Un progetto che è stato ampliato per contribuire all’eliminazione di coperture anche da edifici pubblici da parte dei Comuni. E dopo i 100mila euro accantonati due anni fa (non è rimasto un centesimo mentre da evadere sono rimaste un terzo delle 330 domande presentate), l’Amministrazione provinciale ha messo sul piatto altri 116mila 666 euro (e per altrettanti concorreranno i privati).Quattro i concorrenti che si sono fatti avanti: con la Edilanzutti di Remanzacco che si era aggiudicata il primo appalto, la Servizi funzioni ambientali di Cazzago di Pianiga (Venezia), un’Ati con capogruppo l’impresa Moschioni di Palmanova e l’Ati Nestambiente-Nuova Amit. Incrociando i punti assegnati ai singoli progetti tecnici e ai ribassi fatti, ieri la commissione presieduta dal dirigente del settore Tutela territorio e ambiente Flavio Gabrielcig e composta dall’architetto Franco Lenarduzzi e dal dottor Pierpaolo Tonzig con Roberto Cocianni nel ruolo di segretario, ha aggiudicato l’appalto - intanto in via provvisoria - all’Ati Nestambiente-Nuova Amit che ha offerto uno sconto del 12%. Che non era il massimo ribasso sul prezzo base: Edilanzutti e Moschioni, infatti, avevano offerto uno sconto rispettivamente del 25,70 e del 20% (la Edilanzutti non era andata oltre l’11,66%).«C’è sempre stato l’interesse verso questa iniziativa, e la riprova è nel numero di richieste che non siamo riusciti a soddisfare con il primo appalto. Adesso la priorità va data alle domande inevase, verificando prima di tutto se i cittadini che l’avevano presentata siano ancora intenzionati a rimuovere le coperture in eternit», dichiara l’assessore all’Ambiente Mara Cernic. Aggiunge: «I privati, quelli che si sono fatti avanti, hanno dimostrato di avere coscienza di quanto sia micidiale questa fibra in amianto. Piuttosti che eliminare le tettoie abbandonandole nei boschi o nei fiumi, affrontano la metà della spesa».
La Provincia si accolla il 50% della spesa. Inoltre è stata introdotta una novità: l’eliminazione delle lastre non solo dai tetti ma anche quelle depositate a terra.