venerdì 14 dicembre 2012

Mutui & Case.

Diventa sempre più profonda la crisi del «mattone», con il secondo trimestre del 2012 che fa segnare per le compravendite immobiliari la caduta, -23,7%, più forte, sulla base di confronti annui, dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, ovvero dal primo trimestre del 1998, ben 14 anni fa. Il profondo rosso in cui versa il mercato risente del crollo subito dai mutui, scesi tra aprile e giugno del 41,2%.

L'ultimo rapporto dell’Istat non fa così che confermare la caduta libera su tutti i fronti, a partire da vendite e acquisti di abitazioni. Si tratta di tonfi anche che non sono soltanto i peggiori dall’inizio della crisi, cioè dal 2008, ma, guardando ancora più indietro, si scopre come siano cali senza paragone. Dalle carte notarili emerge come il residenziale perda nel secondo trimestre il 23,6%, che diventa -30,3% nelle Isole. E va ancora peggio, con una diminuzione del 24,8%, per gli immobili ad uso economico, dai negozi ai capannoni industriali, dai laboratori artigianali agli uffici.
Così nel complesso, tra le case e il resto dei fabbricati, si contano tra aprile e giugno meno di 170 mila scambi.

Ancora più drastici sono i crolli registrati dall’Istituto di statistica per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni garantiti da ipoteca immobiliare, quasi dimezzati nel trimestre. Nel totale l’Istat rileva appena 70 mila stipule, quando erano circa 119 mila nello stesso periodo dell’anno precedente. Guardando all’andamento territoriale dei prestiti spicca un -58,3% rilevato per le Isole, seguite dal Sud (-44,8%) e dal Nord Est (-40,1%). D’altra parte in tutte e tre le macro regioni si osservano proprio nel secondo trimestre le discese annue peggiori dall’inizio delle serie.

E' pure difficile sperare in un prossimo miglioramento, visto che l’ultimo rapporto mensile dell’Abi rileva un rallentamento dei prestiti bancari destinati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (anche se la dinamica si mantiene superiore a quanto registrato nell’area euro). E per l’Associazione bancaria italiana la frenata è da attribuire in parte ad una marcata diminuzione della domanda di mutui. Infatti, secondo l’Abi il numero di richieste da parte delle famiglie nei primi 10 mesi del 2012 evidenzia ancora una dinamica decisamente negativa, anche se nel mese di ottobre emerge una leggera attenuazione del calo, che per altro va avanti da inizio 2010. Basti pensare che secondo l’Associazione a fine ottobre la domanda segna una contrazione di -44% su base annua.

Federconsumatori e Adusbef puntano il dito contro quella che definiscono come «una forte e gravissima speculazione, del tutto ingiustificata, su tassi e spread dei mutui, sia quelli a tasso variabile che a tasso fisso». Infatti, aggiungono, «chi stipula un prestito oggi si ritrova a pagare un tasso intorno al 5,5% (se variabile) ed al 6% (se fisso)». Inoltre, tra le altre causa alla base del crollo entrambe le associazioni a tutela del consumatore annoverano «la grande difficoltà nell’ottenere un prestito (aggravata dall’aumento esponenziale del tasso di disoccupazione), e «la grave perdita del potere d’acquisto da parte delle famiglie (-13,2% dal 2008)». www.diggita.it