Che "la maggioranza della maggioranza", quella consiliare s'intende, fosse a corto di idee ce n'eravamo accorti già al nostro insediamento in consiglio comunale. In tre anni nessuna proposta, solo ordinaria amministrazione, come se il Comune fosse commissariato. O forse lo è, data l'univocità del modo in cui avviene la sua conduzione.
L'amministrazione si è concentrata a gestire, alla sua maniera, "l'OBBLIGATORIO": interventi in cui è inesistente il margine di discrezionalità, quello che poi fa la qualitativa differenza. Per non rischiare ci si è limitati solo a dare seguito a quanto già rigorosamente fissato da leggi nazionali e regionali, direttive e regolamenti comunitari.
In quest'ambito, testimone di anni di assenza politica e gestionale, qualcuno in quel mondo esce allo scoperto, quasi a rompere gli assordanti silenzi di cui è partecipe.
Lo fa acontestualmente, criticando l'ingegno e il merito di una operosa minoranza.
Può apparire evidente che il modello a cui si ispira, in questo debordaggio di fantasiose reprimende, sia tutto meno quello di democratica memoria.
Molti analisti del settore, interrogati in merito, sembrano trovare una ragione. La vera novità è stata avere un'opposizione, vera e genuina, non aleatoria. Circostanza che ha minato le sicurezze storiche, quelle di chi è abituato a non sentire altre ragioni, oltre la propria.
Forzando i tempi, ecco, allora, sembra apparire dal nulla una figura ciclopica: il capogruppo di maggioranza, quello che ne ha per tutti (dell’opposizione).
Si è letto, da qualche parte, un travagliato discorrere, che sintetizza goffamente l'agire di due posizioni consiliari: quelle che con determinazione sono tenute in contrapposizione proprio da chi oggi è il maggiorente.
Con molta onestà, e sincerità, ci eravamo prefigurati, anche là, figure spiccatamente tolleranti al“nuovo”, che potessero concentrare gli immani sforzi, pure intellettuali, su tematiche centrali, con o senza la nostra opera critica; invece, di tutto ciò, il vuoto. Neanche un'auspicata celerità di risposta ai nostri meritori pungoli di interesse civico.
Tre anni sono stati necessari per registrare, e produrre, un proprio film, con attori, trama e assassini.
All'atto pratico però la situazione è diversa dalla sceneggiata e dal percepito.
Gli atti amministrativi che reggono le sorti del Comune sono INEQUIVOCABILI: pubblici e accessibili a chiunque, nonostante l'arcinota avversità a darne visione, o copia, o registrarne il processo verbale, cioè la normale discussione consiliare.
Per inciso, “alla faccia”della trasparenza, le determinazioni non sono mai state pubblicate sul sito del Comune.
Come accennato, nessuna QUESTIONE CENTRALE, protagonista della vita amministrativa turriachese, ha registrato particolari sensibilità di maggioranza: così sulla NON discussione circa il nuovo progetto AV/AC ( cd.TAV), sull’insicurezza aeroportuale, la NON pianificazione urbanistica, la questione amianto in campo sportivo - lì dove giocano i nostri figli - o la delicata questione del precariato nella scuola, le tagesmutter. Per non parlare dell'assenza sulla difesa della cultura (tema proposto per il C.C. da D.L. a novembre 2012) o le privatizzazioni delle "nostre" storiche aziende di gas, luce, ambiente e acqua. Liquidate "senza colpo ferire", dimenticando, troppo semplicemente, il percorso cooperativistico, e il sacrificio collettivo, che le ha fondate.
C'è di più.
Chi ha perso pezzi per strada, può attribuirsi meriti politici? Un collaudato vicesindaco e un validissimo assessore ai ll.pp hanno sbattuto, da un bel po’, la porta per dedicarsi ad altro.
Chi ha pure validato aumenti di tassazione locale, può dirsi attento alle difficoltà dei cittadini? Tutto il mondo, sul tema, invocava importanti riflessioni mentre a Turriaco tarsu, imu etc. dilagavano.
Chi ha promosso, licenziandole in atti, risibili piste ciclabili, lavori idraulici inutili, e parcheggi dai costi faraonici può dirsi vicino alle istanze, diverse, dei cittadini?
Chi oggi tenta di“sparare a zero” avrà almeno tentato l’esercizio d'ascolto del Paese e i suoi Dintorni? Pare di no!
Aldilà di questi gradi sulle spalline - capi, sottocapi etc. - c’eravamo illusi di poter relazionare con un altro tipo di soggetto politico: uno sensibile e responsabilmente coinvolto in un percorso di prospettiva e collaborazione.
E' stata una pia illusione, che questo Natale, dopo tre anni, s’è portato via.
DIRITTI e LIBERTA'
Gruppo consiliare