domenica 20 ottobre 2013
Comune di Turriaco. Rischio aeroportuale & omissioni. IL CASO.
E' un mistero il perchè il Comune di Turriaco non abbia
predisposto, e deliberato, ancora il Piano di Rischio per incidente
aereo. Un atto che è, e rimane, obbligatorio, per le adiacenze comunali
di tutte le piste italiane. Mappare, accatastare le localizzazioni e
verificare il rischio terzi: perché non si fa? Chi, nel malaugurato
caso, dovrà assumersi l'eventuale responsabilità? A nessuno fa specie
questo atteggiamento pilatesco dell'istituzione comunale? Un piano che è
essenziale. Fondamentale a garantire la sicurezza delle operazioni di
volo e la tutela, la salvaguardia per i cittadini, per chiunque operi,
sia presente o comunque svolga una attività lavorativa nell'intorno
delle piste di volo. Ma cosa accade quando il Comune persevera nel non
adottare il piano di rischio per incidente aereo il suo territorio? Cosa
accade quando ENAC, nonostante la stringente normativa esistente, e
varie segnalazioni, non vincola e vigila sull'utilizzo, sulla modalità
esecutiva delle misure a tutela dei cittadini, della popolazione?
L'articolo 707 del Codice della Navigazione Aerea è stato modificato da
tempo, con il D.Lgs n. 151 del 15 marzo 2006. Anche il Regolamento per
la costruzione e l'esercizio degli Aeroporti è stato aggiornato, anche
recentemente. L'analisi sul modello del rischio incidentali è stato
definito e reso trasparente:
- modello probabilistico degli incidenti,
- modello di localizzazione degli incidenti,
- modello per le conseguenze degli incidenti.
ENAC è stata circostanziata: “Si precisa che nella redazione dei piani
di rischio oltre a seguire le indicazioni contenute al paragrafo 6 del
capitolo 9 del Regolamento, massima attenzione va posta sulle attività
sensibili quali:
- insediamenti ad elevato affollamento (centri commerciali, alberghi,
stadi, …);
- nuove edificazioni che se coinvolte in un eventuale incidente possono
creare pericolo di incendio o comunque di amplificazione del danno sia
all’ambiente che all’aeromobile stesso, quali ad esempio distributori di
carburante, depositi di liquidi infiammabili, industrie chimiche e
consistenti insediamenti ubicati lungo le direzioni di atterraggio e
decollo ed in prossimità dell’aeroporto in aree ancora sostanzialmente
libere.
In occasione della presentazione dei piani di rischio l’ENAC si riserva
la facoltà di verificare la presenza di opere, impianti ed attività che
possono costituire pericolo per la navigazione aerea ai sensi
dell’articolo 711 del Codice della Navigazione ai fini della loro
eliminazione. Rientrano tra tali pericoli ad esempio distributori di
carburante e depositi di liquidi e gas infiammabili e/o esplosivi.
Insomma la catalogazione è esaustiva, ma a Turriaco pare non serva: a
poco servirà pure la ricorrente, e fantastica, giustificazione “Abbiamo
norme locali più severe!” Come dire “So guidare l’automobile a cosa mi
serve la patente?”.