Roma, 6 lug. (Adnkronos/Ign) - Ultime modifiche alla manovra, poi in aula al Senato da giovedì mattina e voto finale entro il 14 luglio. Il testo resta fermo sui tagli alle Regioni e per quanto riguarda i farmaci mentre la soglia di invalidità torna al 74%. I nuovi emendamenti del relatore, con cui saranno apportate le modifiche concordate con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, arriveranno entro questa sera, ha annunciato Antonio Azzollini, prima della ripresa dei lavori della commissione Bilancio. ''Sui grandi problemi entro questa sera spero di poter presentare le proposte integrative definitive''. Azzollini ha quindi annunciato che la commissione voterà l'emendamento sui farmaci e quello sui tagli alle regioni: ''Il testo resta quello originale''. Mentre la soglia di invalidità per accedere all'assegno torna al 74% per tutti. ''Togliamo la norma sull'invalidità per tutti'', ha spiegato il relatore. La manovra prevedeva l'innalzamento della soglia per accedere all'assegno all'85% dall'attuale 74%. Con un emendamento era stata poi riportata al 74% solo per alcune categorie. Con gli enti locali prosegue dunque il braccio di ferro. In giornata era arrivata la nota congiunta del presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Vasco Errani, del presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione e del presidente dell'Uncem Enrico Borghi, a seguito della notizia che "il governo non intenderebbe svolgere l'incontro richiesto unitariamente la scorsa settimana". ''Non potremmo che considerare gravissimo ed inaccettabile il diniego circa la richiesta del sistema delle autonomie territoriali di avere un incontro con il Presidente del Consiglio e con i Ministri interessati dalla manovra'', hanno rilevato le Autonomie. Errani, poi, davanti all'Assemblea legislativa, è tornato a chiedere ''tagli equamente ripartiti''. "Accettiamo il saldo della manovra di 24,9 miliardi, ma non è irresponsabile dire che ciascun livello della Repubblica, rispetto a quanto spende, percentualmente deve ridurre la spesa pubblica per concorrere in modo paritario ai tagli necessari per raggiungere questa cifra", ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna. Insomma "vogliamo fare la nostra parte ma vogliamo che i tagli siano equamente ripartiti": "in questo caso sono pronto a firmare qui e ora un accordo col Governo, perché non sono interessato a fare opposizione ma la cosa più utile ed equa per i cittadini di questo Paese". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha confermato che non c'è ancora una data per un incontro con gli enti locali. ''Non abbiamo fissato ancora nessun incontro con le Regioni, siamo aperti a qualche modifica, ma nella misura in cui non si superino i saldi già stabiliti, cioè i 24,9 miliardi di euro'', ha detto Bonaiuti, questa mattina a Omnibus su LA7. ''Bisogna accettare che la camicia è questa ed è stretta - ha proseguito il portavoce del premier - visto che in Inghilterra addirittura si pensa di togliere il posto a 20.000 poliziotti''. Interviene sulla manovra anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani. "Non vorrei che dopo Berlusconi venisse fuori Chavez. Dobbiamo ripristinare i concetti base della democrazia parlamentare perché non si può più andare avanti a colpi di decreti, fiducie e telefonate riparatrici. O il Parlamento riprende il suo ruolo o non c'è libertà per nessuno", ha detto Bersani. Il segretario del Pd con 'telefonate' allude a quella di ieri tra Silvio Berlusconi e Emma Marcegaglia. A questo proposito il leader del Pd ha anche detto: "E' stato inelegante togliere due miliardi con una telefonata mentre gli insegnati, i poliziotti, le famiglie e i disabili non sanno niente di quel che gli succederà".