Caro Nichi, francamente non ti capisco.
Lo dico con grande
sincerità. Ieri mattina nasceva il 'polo della speranza' con annessa
apertura all'Udc e critica all'IdV, ieri pomeriggio hai scritto su
twitter che non è pensabile un centrosinistra senza l'amico Di Pietro.
Qualche settimana fa partecipavi, seduto accanto ad Antonio, ad una
conferenza stampa, dove erano stati invitati anche alcuni sindaci fra i
quali me, volta a scuotere il Pd affinchè decidesse da che parte stare.
Non per 'rompere le uova nel paniere', come si dice in gergo, ma perchè
nel centrosinistra il Pd rappresenta un partito fondamentale con cui si
deve e si può dialogare, soprattutto se aspiriamo a scrivere la futura
pagina di svolta politica nel paese.
Tralasciando questo
atteggiamento ondivago, vorrei soltanto chiederti, veramente in modo
sincero visto il nostro rapporto: come è pensabile una corsa in tandem
con chi non reputa essenziale il riconoscimento delle coppie di fatto
oppure la difesa del lavoro?
Come è pensabile correre con chi per tanti, troppi anni è stato la stampella dello scempio del berlusconismo?
Come
è pensabile governare sospendendo la coerenza, costretti ad un
innaturale compromesso che vedrebbe il sacrificio di principi ideologici
e la negazione di storie e vissuti?
Un'apertura all'Udc sarebbe
solo una alchimia di palazzo, un prodotto artificiale creato in un
laboratorio di vecchia politica, proprio quando c'è bisogno di nuova e
chiara azione politica come chiede la società civile, la quale deve
essere protagonista dell'alternativa. Ovviamente insieme a quei partiti
del centrosinistra che la vogliono realmente e che sanno che
l'alternativa si costruisce sui contenuti e sui programmi, contenuti e
programmi che devono essere indicati dai movimenti, dalle associazioni,
dalle rappresentanze del lavoro, dai territori in lotta e dai loro
amministratori, dalla rete.
Si deve allora costruire un programma
chiaro, inequivocabile: contrastiamo la precarietà del lavoro e
difendiamo l'articolo 18 oppure no?
L'acqua la consideriamo un bene comune da difendere da ogni aggressione privatistica oppure no?
Il
ruolo del privato lo dobbiamo favorire sempre garantendo il principio
della trasparenza e soprattutto la tutela della pubblicità di alcuni
servizi legati ai diritti essenziali oppure no?
Il welfare lo consideriamo una conquista antica e giusta oppure no, riducendolo a fardello di stato?
Le unioni civili e i matrimoni gay rappresentano una crescita per una società pienamente democratica oppure no?
Un
nuovo modello economico alternativo al neoliberismo in crisi e al
socialismo reale, incentrato sulla giustizia sociale e sui beni comuni, è
possibile oppure no?
Credo che le alleanze, quelle vere e naturali,
quelle che i cittadini apprezzeranno, saranno scritte con i si e con i
no che ciascuno di noi pronuncerà rispetto a questi temi, in modo netto e
senza ambiguità.
LUIGI DE MAGISTRIS